Amiamo Dio con Gesù e Maria

Primo libro di Samuele, Capitoli 11 a 20

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view post Posted on 27/7/2010, 03:14
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Domenico-89

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Samuele 1 - Capitolo 11

Vittoria contro gli Ammoniti
[1]Circa un mese dopo, Nacas l'Ammonita si mosse e pose il campo contro Iabes di Gàlaad. Tutti i cittadini di Iabes di Gàlaad dissero allora a Nacas: «Vieni a patti con noi e ti saremo sudditi». [2]Rispose loro Nacas l'Ammonita: «A queste condizioni mi alleerò con voi: possa io cavare a tutti voi l'occhio destro e porre tale gesto a sfregio di tutto Israele». [3]Di nuovo chiesero gli anziani di Iabes: «Lasciaci sette giorni per inviare messaggeri in tutto il territorio d'Israele. Se nessuno verrà a salvarci, usciremo incontro a te». [4]I messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole davanti al popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse. [5]Or ecco Saul veniva dalla campagna dietro l'armento. Chiese dunque Saul: «Che ha il popolo da piangere?». Riferirono a lui le parole degli uomini di Iabes. [6]Lo spirito di Dio investì allora Saul ed egli, appena udite quelle parole, si irritò molto. [7]Poi prese un paio di buoi, li fece a pezzi e ne inviò in tutto il territorio d'Israele mediante messaggeri con questo proclama: «Se qualcuno non uscirà dietro Saul e dietro Samuele, la stessa cosa avverrà dei suoi buoi». Si sparse lo spavento del Signore nel popolo e si mossero come un sol uomo. [8]Saul li passò in rassegna a Bèzek e risultarono trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda. [9]Dissero allora ai messaggeri che erano giunti: «Direte ai cittadini di Iabes di Gàlaad: Domani, quando il sole comincerà a scaldare, avverrà la vostra salvezza».

I messaggeri partirono e riferirono agli uomini di Iabes, che ne ebbero grande gioia. [10]Allora gli uomini di Iabes diedero risposta a Nacas: «Domani usciremo incontro a voi e ci farete quanto sembrerà bene ai vostri occhi». [11]Il giorno dopo Saul divise il grosso in tre schiere e irruppe in mezzo al campo nemico sul far del mattino; batterono gli Ammoniti finché il giorno si fece caldo. Quelli che scamparono furono dispersi talmente che non ne rimasero due insieme.

Saul è proclamato re
[12]Il popolo allora disse a Samuele: «Chi ha detto: Dovrà forse regnare Saul su di noi? Consegnaci costoro e li faremo morire». [13]Ma Saul disse: «Oggi non si deve far morire nessuno, perché in questo giorno il Signore ha operato una liberazione in Israele». [14]Samuele ordinò al popolo: «Su, andiamo a Gàlgala: là inaugureremo il regno». [15]Tutto il popolo si portò a Gàlgala e là davanti al Signore in Gàlgala riconobbero Saul come re; qui ancora offrirono sacrifici di comunione davanti al Signore e qui fecero grande festa Saul e tutti gli Israeliti.

Samuele 1 - Capitolo 12

Samuele si ritira davanti a Saul
[1]Allora Samuele disse a tutto Israele: «Ecco ho ascoltato la vostra voce in tutto quello che mi avete chiesto e ho costituito su di voi un re. [2]Da questo momento ecco il re procede davanti a voi. Quanto a me sono diventato vecchio e canuto e i miei figli eccoli tra di voi. Io ho vissuto dalla mia giovinezza fino ad oggi sotto i vostri occhi. [3]Eccomi, pronunciatevi a mio riguardo alla presenza del Signore e del suo consacrato. A chi ho portato via il bue? A chi ho portato via l'asino? Chi ho trattato con prepotenza? A chi ho fatto offesa? Da chi ho accettato un regalo per chiudere gli occhi a suo riguardo? Sono qui a restituire!». [4]Risposero: «Non ci hai trattato con prepotenza, né ci hai fatto offesa, né hai preso nulla da nessuno». [5]Egli soggiunse loro: «E' testimonio il Signore contro di voi ed è testimonio oggi il suo consacrato, che non trovate niente in mano mia?». Risposero: «Sì, è testimonio».

[6]Allora Samuele disse al popolo: «E' testimonio il Signore che ha stabilito Mosè e Aronne e che ha fatto uscire i vostri padri dal paese d'Egitto.

[7]Ora state qui raccolti e io voglio discutere con voi davanti al Signore a causa di tutti i benefici che il Signore ha operato con voi e con i vostri padri. [8]Quando Giacobbe andò in Egitto e gli Egiziani li oppressero e i vostri padri gridarono al Signore, il Signore mandò loro Mosè e Aronne che li fecero uscire dall'Egitto e li ricondussero in questo luogo. [9]Ma poiché avevano dimenticato il Signore loro Dio, li abbandonò in potere di Sisara, capo dell'esercito di Cazor e in potere dei Filistei e in potere del re di Moab, che mossero loro guerra. [10]Essi gridarono al Signore: Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il Signore e abbiamo servito i Baal e le Astàrti! Ma ora liberaci dalle mani dei nostri nemici e serviremo te. [11]Allora il Signore vi mandò Ierub-Baal e Barak e Iefte e Samuele e vi liberò dalle mani dei nemici che vi circondavano e siete tornati a vita tranquilla. [12]Eppure quando avete visto che Nacas re degli Ammoniti muoveva contro di voi, mi avete detto: No, vogliamo che un re regni sopra di noi, mentre il Signore vostro Dio è vostro re. [13]Ora eccovi il re che avete scelto e che avevate chiesto. Vedete che il Signore ha costituito un re sopra di voi. [14]Dunque se temerete il Signore, se lo servirete e ascolterete la sua voce e non sarete ribelli alla parola del Signore, voi e il re che regna su di voi vivrete con il Signore vostro Dio. [15]Se invece non ascolterete la voce del Signore e sarete ribelli alla sua parola, la mano del Signore peserà su di voi, come pesò sui vostri padri.

[16]Ora, state attenti e osservate questa grande cosa che il Signore vuole operare sotto i vostri occhi. [17]Non è forse questo il tempo della mietitura del grano? Ma io griderò al Signore ed Egli manderà tuoni e pioggia. Così vi persuaderete e constaterete che grande è il peccato che avete fatto davanti al Signore chiedendo un re per voi». [18]Samuele allora invocò il Signore e il Signore mandò subito tuoni e pioggia in quel giorno. Tutto il popolo fu preso da grande timore del Signore e di Samuele. [19]Tutto il popolo perciò disse a Samuele: «Prega il Signore tuo Dio per noi tuoi servi che non abbiamo a morire, poiché abbiamo aggiunto a tutti i nostri errori il peccato di aver chiesto per noi un re». [20]Samuele rispose al popolo: «Non temete: voi avete fatto tutto questo male, ma almeno in seguito non allontanatevi dal Signore, anzi servite lui, il Signore, con tutto il cuore. [21]Non allontanatevi per seguire vanità che non possono giovare né salvare, perché appunto sono vanità. [22]Certo il Signore non abbandonerà il suo popolo, per riguardo al suo nome che è grande, perché il Signore ha cominciato a fare di voi il suo popolo. [23]Quanto a me, non sia mai che io pecchi contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi e di indicarvi la via buona e retta. [24]Vogliate soltanto temere il Signore e servirlo fedelmente con tutto il cuore, perché dovete ben riconoscere le grandi cose che ha operato con voi. [25]Se invece vorrete fare il male, voi e il vostro re sarete spazzati via».

Samuele 1 - Capitolo 13

2. INIZI DEL REGNO DI SAUL
Sollevazione contro i Filistei
[1]Saul aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò vent'anni su Israele... [2]Egli si scelse tremila uomini da Israele: duemila stavano con Saul in Micmas e sul monte di Betel e mille stavano con Giònata a Gàbaa di Beniamino; rimandò invece il resto del popolo ciascuno alla sua tenda. [3]Allora Giònata sconfisse la guarigione dei Filistei che era in Gàbaa e i Filistei lo seppero subito. Ma Saul suonò la tromba in tutta la regione gridando: «Ascoltino gli Ebrei!». [4]Tutto Israele udì e corse la voce: «Saul ha battuto la guarnigione dei Filistei e ormai Israele s'è urtato con i Filistei». Il popolo si radunò dietro Saul a Gàlgala. [5]Anche i Filistei si radunarono per combattere Israele, con tremila carri e seimila cavalieri e una moltitudine numerosa come la sabbia che è sulla spiagga del mare. Così si mossero e posero il campo a Micmas a oriente di Bet-Aven. [6]Quando gli Israeliti si accorsero di essere in difficoltà, perché erano stretti dal nemico, cominciarono a nascondersi in massa nelle grotte, nelle macchie, fra le rocce, nelle fosse e nelle cisterne. [7]Alcuni Ebrei passarono oltre il Giordano nella terra di Gad e Gàlaad.

Rottura tra Samuele e Saul
Saul restava in Gàlgala e tutto il popolo che stava con lui era impaurito. [8]Aspettò tuttavia sette giorni secondo il tempo fissato da Samuele. Ma Samuele non arrivava a Gàlgala e il popolo si disperdeva lontano da lui. [9]Allora Saul diede ordine: «Preparatemi l'olocausto e i sacrifici di comunione». Quindi offrì l'olocausto. [10]Ed ecco, appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul gli uscì incontro per salutarlo. [11]Samuele disse subito: «Che hai fatto?». Saul rispose: «Vedendo che il popolo si disperdeva lontano da me e tu non venivi al termine dei giorni fissati, mentre i Filistei si addensavano in Micmas, [12]ho detto: ora scenderanno i Filistei contro di me in Gàlgala mentre io non ho ancora placato il Signore. Perciò mi sono fatto ardito e ho offerto l'olocausto». [13]Rispose Samuele a Saul: «Hai agito da stolto, non osservando il comando che il Signore Dio tuo ti aveva imposto, perché in questa occasione il Signore avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre. [14]Ora invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è gia scelto un uomo secondo il suo cuore e lo costituirà capo del suo popolo, perché tu non hai osservato quanto ti aveva comandato il Signore». [15]Samuele poi si alzò e salì da Gàlgala per andarsene per la sua strada. Il resto del popolo salì dietro a Saul incontro ai guerrieri e vennero da Gàlgala a Gàbaa di Beniamino; Saul contò la gente che era rimasta con lui: erano seicento uomini.

Preparativi di guerra
[16]Saul e Giònata e la gente rimasta con loro stavano a Gàbaa di Beniamino e i Filistei erano accampati in Micmas. [17]Dall'accampamento filisteo uscì una pattuglia d'assalto divisa in tre schiere: una si diresse sulla via di Ofra verso il paese di Suàl; [18]un'altra si diresse sulla via di Bet-Coron; la terza schiera si diresse sulla via del confine che sovrasta la valle di Zeboìm verso il deserto. [19]Allora non si trovava un fabbro in tutto il paese d'Israele: «Perché - dicevano i Filistei - gli Ebrei non fabbrichino spade o lance». [20]Così gli Israeliti dovevano sempre scendere dai Filistei per affilare chi il vomere, chi la zappa, chi la scure o la falce. [21]L'affilatura costava due terzi di siclo per i vomeri e le zappe e un terzo l'affilatura delle scuri e dei pungoli. [22]Nel giorno della battaglia, in tutta la gente che stava con Saul e Giònata, non si trovò in mano ad alcuno né spada né lancia. Si potè averne solo per Saul e suo figlio Giònata. [23]Intanto una guarnigione di Filistei era uscita verso il passo di Micmas.

Samuele 1 - Capitolo 14

Gionata attacca l'appostamento
[1]Un giorno Giònata, figlio di Saul, disse al suo scudiero: «Su vieni, portiamoci fino all'appostamento dei Filistei che sta qui di fronte». Ma non disse nulla a suo padre. [2]Saul se ne stava al limitare di Gàbaa sotto il melograno che si trova in Migròn; la sua gente era di circa seicento uomini. [3]Achià figlio di Achitùb, fratello di Icabòd, figlio di Pìncas, figlio di Eli, sacerdote del Signore in Silo, portava l'efod e il popolo non sapeva che Giònata era andato. [4]Tra i varchi per i quali Giònata cercava di passare, puntando sull'appostamento dei Filistei, vi era una sporgenza rocciosa da una parte e una sporgenza rocciosa dall'altra parte: una si chiamava Bòzez, l'altra Sène. [5]Una delle rocce sporgenti era di fronte a Micmas a settentrione, l'altra era di fronte a Gàbaa a meridione. [6]Giònata disse allo scudiero: «Su, vieni, passiamo all'appostamento di questi non circoncisi; forse il Signore ci aiuterà, perché non è difficile per il Signore salvare con molti o con pochi». [7]Lo scudiero gli rispose: «Fà quanto hai in animo. Avvìati e và! Eccomi con te: come il tuo cuore, così è il mio». [8]Allora Giònata disse: «Ecco, noi passeremo verso questi uomini e ci mostreremo loro. [9]Se ci diranno: Fermatevi finché veniamo a raggiungervi, restiamo in basso e non saliamo da loro. [10]Se invece ci diranno: Venite su da noi!, saliamo, perché il Signore ce li ha messi nelle mani e questo sarà per noi il segno». [11]Quindi i due si lasciarono scorgere dall'appostamento filisteo e i Filistei dissero: «Ecco gli Ebrei che escono dalle caverne dove si erano nascosti». [12]Poi gli uomini della guarnigione dissero a Giònata e al suo scudiero: «Salite da noi, che abbiamo qualche cosa da dirvi!». Giònata allora disse al suo scudiero: «Sali dopo di me, perché il Signore li ha messi nelle mani di Israele». [13]Giònata saliva aiutandosi con le mani e con i piedi e lo scudiero lo seguiva; quelli cadevano davanti a Giònata e, dietro, lo scudiero li finiva. [14]Questa fu la prima strage nella quale Giònata e il suo scudiero colpirono una ventina di uomini, entro quasi metà di un campo arabile.

Battaglia generale
[15]Si sparse così il terrore nell'accampamento, nella regione e in tutto il popolo. Anche la guarnigione e i suoi uomini d'assalto furono atterriti e la terra tremò e ci fu un terrore divino.

[16]Le vedette di Saul che stavano in Gàbaa di Beniamino guardarono e videro la moltitudine che fuggiva qua e là. [17]Allora Saul ordinò alla gente che era con lui: «Su, cercate e indagate chi sia partito da noi». Cercarono ed ecco non c'erano né Giònata né il suo scudiero. [18]Saul disse ad Achia: «Avvicina l'efod!» - egli infatti allora portava l'efod davanti agli Israeliti -. [19]Mentre Saul parlava al sacerdote, il tumulto che era sorto nel campo filisteo andava propagandosi e crescendo. Saul disse al sacerdote: «Ritira la mano». [20]A loro volta Saul e la gente che era con lui alzarono grida e mossero all'attacco, ma ecco trovarono che la spada dell'uno si rivolgeva contro l'altro in una confusione molto grande. [21]Anche quegli Ebrei che erano con i Filistei da qualche tempo e che erano saliti con loro all'accampamento, si voltarono, per mettersi con Israele che era là con Saul e Giònata. [22]Inoltre anche tutti gli Israeliti che si erano nascosti sulle montagne di Efraim, quando seppero che i Filistei erano in fuga, si unirono a inseguirli e batterli. [23]Così il Signore in quel giorno salvò Israele e la battaglia si estese fino a Bet-Aven.

Una proibizione di Saul violata da Gionata
[24]Gli Israeliti erano sfiniti in quel giorno e Saul impose questo giuramento a tutto il popolo: «Maledetto chiunque gusterà cibo prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici». E nessuno del popolo gustò cibo. [25]Tutta la gente passò per una selva dove c'erano favi di miele sul suolo. [26]Il popolo passò per la selva ed ecco si vedeva colare il miele, ma nessuno stese la mano e la portò alla bocca, perché il popolo temeva il giuramento. [27]Ma Giònata non aveva saputo che suo padre aveva fatto giurare il popolo, quindi allungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel favo di miele, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si rischiararono. [28]Uno del gruppo s'affrettò a dire: «Tuo padre ha fatto fare questo solenne giuramento al popolo: Maledetto chiunque toccherà cibo quest'oggi!, sebbene il popolo fosse sfinito». [29]Rispose Giònata: «Mio padre vuol rovinare il paese! Guardate come si sono rischiarati i miei occhi, perché ho gustato un poco di questo miele. [30]Dunque se il popolo avesse mangiato oggi qualche cosa dei viveri presi ai nemici, quanto maggiore sarebbe stata ora la rotta dei Filistei!».

Colpa rituale del popolo
[31]In quel giorno percossero i Filistei da Micmas fino ad Aialon e il popolo era sfinito. [32]Quelli del popolo si gettarono sulla preda e presero pecore, buoi e vitelli e li macellarono e li mangiarono con il sangue. [33]La cosa fu annunziata a Saul: «Ecco il popolo pecca contro il Signore, mangiando con il sangue». Rispose: «Avete prevaricato! Rotolate subito qui una grande pietra». [34]Allora Saul soggiunse: «Passate tra il popolo e dite a tutti: Ognuno conduca qua il suo bue e il suo montone e li macelli su questa pietra, poi mangiatene; così non peccherete contro il Signore, mangiando le carni con il sangue». In quella notte ogni uomo del popolo condusse a mano ciò che aveva e là lo macellò. [35]Saul innalzò un altare al Signore. Fu questo il primo altare che egli edificò al Signore.

Gionata riconosciuto colpevole è salvato dal popolo
[36]Quindi Saul disse: «Scendiamo dietro i Filistei questa notte stessa e deprediamoli fino al mattino e non lasciamo scampare uno solo di loro». Gli risposero: «Fà quanto ti sembra bene». Ma il sacerdote disse: «Accostiamoci qui a Dio». [37]Saul dunque interrogò Dio: «Devo scendere dietro i Filistei? Li consegnerai in mano di Israele?». Ma quel giorno non gli rispose. [38]Allora Saul disse: «Accostatevi qui voi tutti capi del popolo. Cercate ed esaminate da chi sia stato commesso oggi il peccato, [39]perché per la vita del Signore salvatore d'Israele certamente costui morirà, anche se si tratta di Giònata mio figlio». Ma nessuno del popolo gli rispose. [40]Perciò disse a tutto Israele: «Voi state da una parte: io e mio figlio Giònata staremo dall'altra». Il popolo rispose a Saul: «Fà quanto ti sembra bene». [41]Saul parlò al Signore: «Dio d'Israele, fà conoscere l'innocente». Furono designati Giònata e Saul e il popolo restò libero. [42]Saul soggiunse: «Tirate a sorte tra me e mio figlio Giònata». Fu sorteggiato Giònata. [43]Saul disse a Giònata: «Narrami quello che hai fatto». Giònata raccontò: «Realmente ho assaggiato un pò di miele con la punta del bastone che avevo in mano. Ecco, morirò». [44]Saul disse: «Faccia Dio a me questo e anche di peggio, se non andrai a morte, Giònata!». [45]Ma il popolo disse a Saul: «Dovrà forse morire Giònata che ha ottenuto questa grande vittoria in Israele? Non sia mai! Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello del suo capo, perché in questo giorno egli ha agito con Dio». Così il popolo salvò Giònata che non fu messo a morte. [46]Saul cessò dall'inseguire i Filistei e questi raggiunsero il loro paese.

Regno di Saul
[47]Saul si assicurò il regno su Israele e mosse contro tutti i nemici all'intorno: contro Moab e gli Ammoniti, contro Edom e i re di Zoba e i Filistei e dovunque si volgeva aveva successo. [48]Compì imprese brillanti, battè gli Amaleciti e liberò Israele dalle mani degli oppressori. [49]Figli di Saul furono Giònata, Isbàal e Malkisùa; le sue due figlie si chiamavano Merab la maggiore e Mikal la più piccola. [50]La moglie di Saul si chiamava Achinòam, figlia di Achimàaz. Il capo delle sue milizie si chiamava Abner figlio di Ner, zio di Saul. [51]Kis padre di Saul e Ner padre di Abner erano figli di Abièl. [52]Durante tutto il tempo di Saul vi fu guerra aperta con i Filistei; se Saul scorgeva un uomo valente o un giovane coraggioso, lo prendeva al suo seguito.

Samuele 1 - Capitolo 15

Guerra santa contro gli Amaleciti
[1]Samuele disse a Saul: «Il Signore ha inviato me per consacrarti re sopra Israele suo popolo. Ora ascolta la voce del Signore. [2]Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto. [3]Và dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini». [4]Saul convocò il popolo e passò in rassegna le truppe in Telaìm: erano duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda. [5]Saul venne alla città di Amalek e tese un'imboscata nella valle. [6]Disse inoltre Saul ai Keniti: «Andate via, ritiratevi dagli Amaleciti prima che vi travolga insieme con loro, poiché avete usato benevolenza con tutti gli Israeliti, quando uscivano dall'Egitto». I Keniti si ritirarono da Amalek. [7]Saul colpì Amalek da Avila procedendo verso Sur, che è di fronte all'Egitto. [8]Egli prese vivo Agag, re di Amalek, e passò a fil di spada tutto il popolo. [9]Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e patito.

Saul è respinto dal Signore
[10]Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: [11]«Mi pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha messo in pratica la mia parola». Samuele rimase turbato e alzò grida al Signore tutta la notte.

[12]Al mattino presto Samuele si alzò per andare incontro a Saul, ma fu annunziato a Samuele: «Saul è andato a Carmel, ed ecco si è fatto costruire un trofeo, poi è tornato passando altrove ed è sceso a Gàlgala». [13]Samuele raggiunse Saul e Saul gli disse: «Benedetto tu davanti al Signore; ho eseguito gli ordini del Signore». [14]Rispose Samuele: «Ma che è questo belar di pecore, che mi giunge all'orecchio, e questi muggiti d'armento che odo?». [15]Disse Saul: «Li hanno condotti qui dagli Amaleciti, come il meglio del bestiame grosso e minuto, che il popolo ha risparmiato per sacrificarli al Signore, tuo Dio. Il resto l'abbiamo votato allo sterminio». [16]Rispose Samuele a Saul: «Basta! Lascia che ti annunzi ciò che il Signore mi ha rivelato questa notte». E Saul gli disse: «Parla!». [17]Samuele cominciò: «Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché piccolo ai tuoi stessi occhi? Non ti ha forse il Signore consacrato re d'Israele? [18]Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti. [19]Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?». [20]Saul insistè con Samuele: «Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag re di Amalek e ho sterminato gli Amaleciti. [21]Il popolo poi ha preso dal bottino pecore e armenti, primizie di ciò che è votato allo sterminio per sacrificare al Signore tuo Dio in Gàlgala». [22]Samuele esclamò:

«Il Signore forse gradisce gli olocausti e i
sacrifici
come obbedire alla voce del Signore?
Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
essere docili è più del grasso degli arieti.
[23]Poiché peccato di divinazione è la ribellione,
e iniquità e terafim l'insubordinazione.
Perché hai rigettato la parola del Signore,
Egli ti ha rigettato come re».

Saul implora invano il perdono
[24]Saul disse allora a Samuele: «Ho peccato per avere trasgredito il comando del Signore e i tuoi ordini, mentre ho temuto il popolo e ho ascoltato la sua voce. [25]Ma ora, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché mi prostri al Signore». [26]Ma Samuele rispose a Saul: «Non posso ritornare con te, perché tu stesso hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato perché tu non sia più re sopra Israele». [27]Samuele si voltò per andarsene ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che si strappò. [28]Samuele gli disse: «Il Signore ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha dato ad un altro migliore di te. [29]D'altra parte la Gloria di Israele non mentisce né può ricredersi, perché Egli non è uomo per ricredersi». [30]Saul disse: «Ho peccato sì, ma onorami davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me perché mi prostri al Signore tuo Dio». [31]Samuele ritornò con Saul e questi si prostrò al Signore.

Morte di Agag e partenza di Samuele
[32]Poi Samuele disse: «Conducetemi Agag, re di Amalek». Agag avanzò verso di lui tutto tremante, dicendo:

«Certo è passata l'amarezza della morte!».

[33]Samuele l'apostrofò:

«Come la tua spada ha privato di figli le donne,
così sarà privata di figli tra le donne tua madre».

Poi Samuele trafisse Agag davanti al Signore in Gàlgala. [34]Samuele andò quindi a Rama e Saul salì a casa sua a Gàbaa di Saul. [35]Né Samuele tornò a rivedere Saul fino al giorno della sua morte, ma Samuele piangeva per Saul, perché il Signore si era pentito di aver fatto regnare Saul su Israele.



Samuele 1 - Capitolo 16

III. SAUL E DAVIDE
1. DAVIDE ALLA CORTE
Unzione di Davide
[1]E il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». [2]Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore. [3]Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò». [4]Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «E' di buon augurio la tua venuta?». [5]Rispose: «E' di buon augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio». Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. [6]Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «E' forse davanti al Signore il suo consacrato?». [7]Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore». [8]Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». [9]Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». [10]Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». [11]Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». [12]Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». [13]Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.

Davide a servizio di Saul
[14]Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore. [15]Allora i servi di Saul gli dissero: «Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti turba. [16]Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra e ti sentirai meglio». [17]Saul rispose ai ministri: «Ebbene cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». [18]Rispose uno dei giovani: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di bell'aspetto e il Signore è con lui». [19]Saul mandò messaggeri a Iesse con quest'invito: «Mandami Davide tuo figlio, quello che sta con il gregge». [20]Iesse preparò un asino e provvide pane e un otre di vino e un capretto, affidò tutto a Davide suo figlio e lo inviò a Saul. [21]Davide giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. Saul gli si affezionò molto e Davide divenne suo scudiero. [22]E Saul mandò a dire a Iesse: «Rimanga Davide con me, perché ha trovato grazia ai miei occhi». [23]Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.

Samuele 1 - Capitolo 17

Golia sfida l'esercito israelita
[1]I Filistei radunarono di nuovo l'esercito per la guerra e si ammassarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azeka, a Efes-Dammìm. [2]Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia di fronte ai Filistei. [3]I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele sul monte dall'altra parte e in mezzo c'era la valle.

[4]Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. [5]Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. [6]Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. [7]L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. [8]Egli si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: «Perché siete usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me. [9]Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi». [10]Il Filisteo aggiungeva: «Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d'Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme». [11]Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande paura.

Davide giunge all'accampamento
[12]Davide era figlio di un Efratita da Betlemme di Giuda chiamato Iesse, che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest'uomo era anziano e avanti negli anni. [13]I tre figli maggiori di Iesse erano andati con Saul in guerra. Di questi tre figli, che erano andati in guerra, il maggiore si chiamava Eliab, il secondo Abìnadab, il terzo Samma. [14]Davide era ancor giovane quando i tre maggiori erano partiti dietro Saul. [15]Egli andava e veniva dal seguito di Saul e badava al gregge di suo padre in Betlemme.

[16]Il Filisteo avanzava mattina e sera; continuò per quaranta giorni a presentarsi. [17]Ora Iesse disse a Davide suo figlio: «Prendi su per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli nell'accampamento. [18]Al capo di migliaia porterai invece queste dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi fratelli e prendi la loro paga. [19]Saul con essi e tutto l'esercito di Israele sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei». [20]Davide si alzò di buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiano, prese la roba e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano il grido di guerra. [21]Si disposero in ordine Israele e i Filistei: schiera contro schiera. [22]Davide si tolse il fardello e l'affidò al custode dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai suoi fratelli se stavano bene. [23]Mentre egli parlava con loro, ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le intese. [24]Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono davanti a lui ed ebbero grande paura.

[25]Ora un Israelita disse: «Vedete quest'uomo che avanza? Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame in Israele». [26]Davide domandava agli uomini che stavano attorno a lui: «Che faranno dunque all'uomo che eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E chi è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio vivente?». [27]Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Così e così si farà all'uomo che lo eliminerà». [28]Lo sentì Eliab, suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò con Davide e gli disse: «Ma perché sei venuto giù e a chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia». [29]Davide rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?». [30]Si allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e tutti gli diedero la stessa risposta.

[31]Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.

Davide si offre per accettare la sfida
[32]Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». [33]Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua giovinezza». [34]Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. [35]Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. [36]Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente». [37]Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene và e il Signore sia con te». [38]Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. [39]Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò.

La singolar tenzone
[40]Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo.

[41]Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. [42]Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. [43]Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei. [44]Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». [45]Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato. [46]In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. [47]Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». [48]Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. [49]Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. [50]Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. [51]Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.

[52]Si levarono allora gli uomini d'Israele e di Giuda alzando il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e fino alle porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo la via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron. [53]Quando gli Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei, saccheggiarono il loro campo. [54]Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella sua tenda.

Davide vincitore e presentato a Saul
[55]Saul, mentre guardava Davide uscire incontro al Filisteo, aveva chiesto ad Abner capo delle milizie: «Abner, di chi è figlio questo giovane?». Rispose Abner: «Per la tua vita, o re, non lo so». [56]Il re soggiunse: «Chiedi tu di chi sia figlio quel giovinetto». [57]Quando Davide tornò dall'uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo. [58]Saul gli chiese: «Di chi sei figlio, giovane?». Rispose Davide: «Di Iesse il Betlemmita, tuo servo».

Samuele 1 - Capitolo 18

[1]Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l'anima di Giònata s'era gia talmente legata all'anima di Davide, che Giònata lo amò come se stesso. [2]Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo padre. [3]Giònata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso. [4]Giònata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura. [5]Davide riusciva in tutti gli incarichi che Saul gli affidava, così che Saul lo pose al comando dei guerrieri ed era gradito a tutto il popolo e anche ai ministri di Saul.

Il sorgere della gelosia di Saul
[6]Al loro rientrare, mentre Davide tornava dall'uccisione del Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d'Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con grida di gioia e con sistri. [7]Le donne danzavano e cantavano alternandosi:

«Saul ha ucciso i suoi mille,
Davide i suoi diecimila».

[8]Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato mille. Non gli manca altro che il regno». [9]Così da quel giorno in poi Saul si ingelosì di Davide. [10]Il giorno dopo, un cattivo spirito sovrumano s'impossessò di Saul, il quale si mise a delirare in casa. Davide suonava la cetra come i giorni precedenti e Saul teneva in mano la lancia. [11]Saul impugnò la lancia, pensando: «Inchioderò Davide al muro!». Ma Davide gli sfuggì davanti per due volte. [12]Saul cominciò a sentir timore di fronte a Davide, perché il Signore era con lui, mentre si era ritirato da Saul. [13]Saul lo allontanò da sé e lo fece capo di migliaia e Davide andava e veniva alla testa del suo gruppo. [14]Davide riusciva in tutte le sue imprese, poiché il Signore era con lui. [15]Saul, vedendo che riusciva proprio sempre, aveva timore di lui. [16]Ma tutto Israele e Giuda amavano Davide, perché egli si muoveva alla loro testa.

Matrimonio di Davide
[17]Ora Saul disse a Davide: «Ecco Merab, mia figlia maggiore. La do in moglie a te. Tu dovrai essere il mio guerriero e combatterai le battaglie del Signore». Saul pensava: «Non sia contro di lui la mia mano, ma contro di lui sia la mano dei Filistei». [18]Davide rispose a Saul: «Chi sono io e che importanza ha la famiglia di mio padre in Israele, perché io possa diventare genero del re?». [19]Ma ecco, quando venne il tempo di dare Merab, figlia di Saul, a Davide, fu data invece in moglie ad Adriel di Mecola.

[20]Intanto Mikal, l'altra figlia di Saul, s'invaghì di Davide; ne riferirono a Saul e la cosa gli piacque. [21]Saul diceva: «Gliela darò, ma sarà per lui una trappola e la mano dei Filistei cadrà su di lui». E Saul disse a Davide: «Oggi hai una seconda occasione per diventare mio genero». [22]Quindi Saul ordinò ai suoi ministri: «Dite di nascosto a Davide: Ecco, tu piaci al re e i suoi ministri ti amano. Su, dunque, diventa genero del re». [23]I ministri di Saul sussurrarono all'orecchio di Davide queste parole e Davide rispose: «Vi pare piccola cosa divenir genero del re? Io sono povero e uomo di bassa condizione». [24]I ministri di Saul gli riferirono: «Davide ha risposto in questo modo». [25]Allora Saul disse: «Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale, ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici del re». Saul pensava di far cadere Davide in mano ai Filistei. [26]I ministri di lui riferirono a Davide queste parole e piacque a Davide tale condizione per diventare genero del re. Non erano ancora passati i giorni fissati, [27]quando Davide si alzò, partì con i suoi uomini e uccise tra i Filistei duecento uomini. Davide riportò i loro prepuzi e li contò davanti al re per diventare genero del re. Saul gli diede in moglie la figlia Mikal. [28]Saul si accorse che il Signore era con Davide e che Mikal figlia di Saul lo amava. [29]Saul ebbe ancor più paura nei riguardi di Davide; Saul fu nemico di Davide per tutti i suoi giorni. [30]I capi dei Filistei facevano sortite, ma Davide, ogni volta che uscivano, riportava successi maggiori di tutti i ministri di Saul e in tal modo si acquistò grande fama.

Samuele 1 - Capitolo 19

Gionata intercede per Davide
[1]Saul comunicò a Giònata suo figlio e ai suoi ministri di aver deciso di uccidere Davide. Ma Giònata figlio di Saul nutriva grande affetto per Davide. [2]Giònata informò Davide dicendo: «Saul mio padre cerca di ucciderti. Stà in guardia da domani all'alba, stà fermo in un luogo nascosto e non farti vedere. [3]Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò in tuo favore a mio padre. Vedrò ciò che succede e te lo farò sapere». [4]Giònata parlò difatti a Saul suo padre in favore di Davide e gli disse: «Non si macchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non si è macchiato contro di te, che anzi ti ha reso un servizio molto grande. [5]Egli ha esposto la vita, quando sconfisse il Filisteo, e il Signore ha concesso una grande vittoria a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?». [6]Saul ascoltò la voce di Giònata e giurò: «Per la vita del Signore, non morirà!». [7]Giònata chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse presso Saul Davide, che rimase al suo seguito come prima.

2. FUGA DI DAVIDE
Attentato di Saul contro Davide
[8]La guerra si riaccese e Davide uscì a combattere i Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, sicché si dettero alla fuga davanti a lui. [9]Ma un sovrumano spirito cattivo si impadronì di Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. [10]Saul tentò di colpire Davide con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte fu salvo.

Davide salvato da Mikal
[11]Saul mandò messaggeri alla casa di Davide per sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo. Mikal moglie di Davide lo avvertì dicendo: «Se non metti al sicuro la tua vita questa notte, domani sarai ucciso». [12]Mikal calò Davide dalla finestra e quegli partì di corsa e si mise in salvo. [13]Mikal prese allora i terafim e li pose presso il letto. Mise dalla parte del capo un tessuto di pelo di capra e coprì il letto con una coltre. [14]Saul mandò dunque messaggeri a prendere Davide ma essa disse: «E' malato». [15]Saul rimandò i messaggeri a vedere Davide con questo ordine: «Portatelo qui da me nel suo letto, perché lo faccia morire». [16]Tornarono i messaggeri ed ecco presso il letto c'erano i terafim e il tessuto di pelo di capra dalla parte del capo. [17]Saul disse a Mikal: «Perché mi hai ingannato a questo modo e hai fatto fuggire il mio nemico, perché si mettesse in salvo?». Rispose Mikal a Saul: «Egli mi ha detto: Lasciami fuggire, altrimenti ti uccido».

Saul e Davide presso Samuele
[18]Davide dunque fuggì e si mise in salvo. Andò da Samuele in Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e Samuele andarono ad abitare a Naiot. [19]La cosa fu riferita a Saul: «Ecco, Davide sta a Naiot presso Rama». [20]Allora Saul spedì messaggeri a catturare Davide, ma quando videro profetare la comunità dei profeti, mentre Samuele stava in piedi alla loro testa, lo spirito di Dio investì i messaggeri di Saul e anch'essi fecero i profeti. [21]Annunziarono a Saul questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma anch'essi fecero i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma anch'essi fecero i profeti. [22]Allora venne egli stesso a Rama e si portò alla grande cisterna che si trova a Secu e domandò: «C'è qui forse Samuele con Davide?». Gli risposero: «Eccoli: sono a Naiot di Rama». [23]Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma cadde anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta finché giunse a Naiot di Rama. [24]Anch'egli si tolse gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: «Anche Saul è tra i profeti?».

Samuele 1 - Capitolo 20

Gionata favorisce la partenza di Davide
[1]Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Giònata e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». [2]Rispose: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!». [3]Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la morte». [4]Giònata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?». [5]Rispose Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla terza sera. [6]Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi ha chiesto di lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia. [7]Se dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. [8]Mostra la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?». [9]Giònata rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre è stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?». [10]Davide disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?». [11]Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in campagna».

Uscirono tutti e due nei campi. [12]Allora Giònata disse a Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani o il terzo giorno a quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno favorevoli a Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio, [13]tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre. [14]Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, [15]non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il Signore avrà sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide, [16]non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà conto ai nemici di Davide». [17]Giònata volle ancor giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso. [18]Giònata disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata perché si guarderà al tuo posto. [19]Aspetterai il terzo giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta. [20]Io tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per mio conto. [21]Poi manderò il ragazzo gridando: Và a cercare le frecce! Se dirò al ragazzo: Guarda, le frecce sono più in qua da dove ti trovi, prendile!, allora vieni, perché tutto va bene per te; per la vita del Signore, non ci sarà niente di grave. [22]Se invece dirò al giovane: Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!, allora và perché il Signore ti fa partire. [23]Riguardo alle parole che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il Signore tra me e te per sempre».

[24]Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova e il re sedette a tavola per mangiare. [25]Il re sedette come al solito sul sedile contro il muro; Giònata stette di fronte, Abner si sedette al fianco del re e il posto di Davide rimase vuoto. [26]Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà successo un inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo». [27]Ed ecco l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Saul disse allora a Giònata suo figlio: «Perché il figlio di Iesse non è venuto a tavola né ieri né oggi?». [28]Giònata rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme. [29]Mi ha detto: Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto alla tavola del re». [30]Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: «Figlio d'una donna perduta, non so io forse che tu prendi le parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre? [31]Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire». [32]Rispose Giònata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?». [33]Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che l'uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre. [34]Giònata si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide perché suo padre ne violava i diritti.

[35]Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per dare le indicazioni a Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo. [36]Egli disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui. [37]Il ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirata e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di te?». [38]Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e non fermarti!». Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò al suo padrone. [39]Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto Giònata e Davide sapevano la cosa. [40]Allora diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: «Và e riportale in città». [41]Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e piansero l'uno insieme all'altro, finché per Davide si fece tardi. [42]Allora Giònata disse a Davide: «Và in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia discendenza e con la tua discendenza per sempre».

Edited by Domenico-89 - 22/6/2016, 07:55
 
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