| Sapienza - Capitolo 1
I. LA SAPIENZA E IL DESTINO UMANO Cercare Dio e fuggire il peccato [1]Amate la giustizia, voi che governate sulla terra, rettamente pensate del Signore, cercatelo con cuore semplice. [2]Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano, si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui. [3]I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio; l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti. [4]La sapienza non entra in un'anima che opera il male né abita in un corpo schiavo del peccato. [5]Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione, se ne sta lontano dai discorsi insensati, è cacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia. [6]La sapienza è uno spirito amico degli uomini; ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra, perché Dio è testimone dei suoi sentimenti e osservatore verace del suo cuore e ascolta le parole della sua bocca. [7]Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce. [8]Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste, la giustizia vendicatrice non lo risparmierà. [9]Si indagherà infatti sui propositi dell'empio, il suono delle sue parole giungerà fino al Signore a condanna delle sue iniquità; [10]poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa, perfino il sussurro delle mormorazioni non gli resta segreto. [11]Guardatevi pertanto da un vano mormorare, preservate la lingua dalla maldicenza, perché neppure una parola segreta sarà senza effetto, una bocca menzognera uccide l'anima. [12]Non provocate la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, [13]perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. [14]Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, [15]perché la giustizia è immortale.
La vita secondo gli empi [16]Gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di appartenerle.
Sapienza - Capitolo 2
[1]Dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi. [2]Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati. E' un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore. [3]Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere e lo spirito si dissiperà come aria leggera. [4]Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere. La nostra vita passerà come le tracce di una nube, si disperderà come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore. [5]La nostra esistenza è il passare di un'ombra e non c'è ritorno alla nostra morte, poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro. [6]Su, godiamoci i beni presenti, facciamo uso delle creature con ardore giovanile! [7]Inebriamoci di vino squisito e di profumi, non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera, [8]coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano; [9]nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza. Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
[10]Spadroneggiamo sul giusto povero, non risparmiamo le vedove, nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio. [11]La nostra forza sia regola della giustizia, perché la debolezza risulta inutile. [12]Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ed è contrario alle nostre azioni; ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta. [13]Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore. [14]E' diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile solo al vederlo, [15]perché la sua vita è diversa da quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. [16]Moneta falsa siam da lui considerati, schiva le nostre abitudini come immondezze. Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre. [17]Vediamo se le sue parole sono vere; proviamo ciò che gli accadrà alla fine. [18]Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. [19]Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti, per conoscere la mitezza del suo carattere e saggiare la sua rassegnazione. [20]Condanniamolo a una morte infame, perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».
Errore degli empi [21]La pensano così, ma si sbagliano; la loro malizia li ha accecati. [22]Non conoscono i segreti di Dio; non sperano salario per la santità né credono alla ricompensa delle anime pure. [23]Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. [24]Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
Sapienza - Capitolo 3
Confronto tra la sorte dei giusti e quella degli empi [1]Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. [2]Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, [3]la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. [4]Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. [5]Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé: [6]li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. [7]Nel giorno del loro giudizio risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e là. [8]Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro. [9]Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti. [10]Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo, essi che han disprezzato il giusto e si son ribellati al Signore. [11]Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice. Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto, inutili le opere loro. [12]Le loro mogli sono insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie.
E' meglio la sterilità che una posterità empia [13]Beata la sterile non contaminata, la quale non ha conosciuto un letto peccaminoso; avrà il suo frutto alla rassegna delle anime. [14]Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità e che non ha pensato cose malvage contro il Signore, riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, una parte più desiderabile nel tempio del Signore; [15]poiché il frutto delle opere buone è glorioso e imperitura la radice della saggezza. [16]I figli di adulteri non giungeranno a maturità; la discendenza di un'unione illegittima sarà sterminata. [17]Anche se avranno lunga vita, non saran contati per niente, e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore. [18]Se poi moriranno presto, non avranno speranza né consolazione nel giorno del giudizio, [19]poiché di una stirpe iniqua è terribile il destino.
Sapienza - Capitolo 4
[1]Meglio essere senza figli e avere la virtù, poiché nel ricordo di questa c'è immortalità, per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini. [2]Presente è imitata; assente è desiderata; nell'eternità trionfa, cinta di corona, per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia. [3]La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla; e dalle sue bastarde propaggini non metterà profonde radici né si consoliderà su una base sicura. [4]Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami, i suoi germogli precari saranno scossi dal vento e sradicati dalla violenza delle bufere. [5]Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri; il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare, e a nulla servirà. [6]Infatti i figli nati da unioni illegali attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.
La morte prematura del giusto [7]Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo. [8]Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; [9]ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e un'età senile è una vita senza macchia. [10]Divenuto caro a Dio, fu amato da lui e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito. [11]Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti o l'inganno non ne traviasse l'animo, [12]poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene e il turbine della passione travolge una mente semplice. [13]Giunto in breve alla perfezione, ha compiuto una lunga carriera. [14]La sua anima fu gradita al Signore; perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio. I popoli vedono senza comprendere; non riflettono nella mente a questo fatto [15]che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti e la protezione per i suoi santi. [16]Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita; una giovinezza, giunta in breve alla perfezione, condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto. [17]Le folle vedranno la fine del saggio, ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro. [18]Vedranno e disprezzeranno, ma il Signore li deriderà. [19]Infine diventeranno un cadavere spregevole, oggetto di scherno fra i morti per sempre. Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto, e li schianterà dalle fondamenta; saranno del tutto rovinati, si troveranno tra dolori e il loro ricordo perirà.
Gli empi compaiono in giudizio [20]Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati; le loro iniquità si alzeranno contro di essi per accusarli.
Sapienza - Capitolo 5
[1]Allora il giusto starà con grande fiducia di fronte a quanti lo hanno oppresso e a quanti han disprezzato le sue sofferenze. [2]Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento, saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa. [3]Pentiti, diranno fra di loro, gemendo nello spirito tormentato: [4]«Ecco colui che noi una volta abbiamo deriso e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro scherno; giudicammo la sua vita una pazzia e la sua morte disonorevole. [5]Perché ora è considerato tra i figli di Dio e condivide la sorte dei santi? [6]Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità; la luce della giustizia non è brillata per noi, né mai per noi si è alzato il sole. [7]Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione; abbiamo percorso deserti impraticabili, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. [8]Che cosa ci ha giovato la nostra superbia? Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia? [9]Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace, [10]come una nave che solca l'onda agitata, del cui passaggio non si può trovare traccia, né scia della sua carena sui flutti; [11]oppure come un uccello che vola per l'aria e non si trova alcun segno della sua corsa, poiché l'aria leggera, percossa dal tocco delle penne e divisa dall'impeto vigoroso, è attraversata dalle ali in movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio; [12]o come quando, scoccata una freccia al bersaglio, l'aria si divide e ritorna subito su se stessa e così non si può distinguere il suo tragitto: [13]così anche noi, appena nati, siamo gia scomparsi, non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare; siamo stati consumati nella nostra malvagità». [14]La speranza dell'empio è come pula portata dal vento, come schiuma leggera sospinta dalla tempesta, come fumo dal vento è dispersa, si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno.
Destino glorioso dei giusti e punizione degli empi [15]I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e l'Altissimo ha cura di loro. [16]Per questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalla mano del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo. [17]Egli prenderà per armatura il suo zelo e armerà il creato per castigare i nemici; [18]indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio infallibile; [19]prenderà come scudo una santità inespugnabile; [20]affilerà la sua collera inesorabile come spada e il mondo combatterà con lui contro gli insensati. [21]Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini, e come da un arco ben teso, dalle nubi, colpiranno il bersaglio; [22]dalla fionda saranno scagliati chicchi di grandine colmi di sdegno. Infurierà contro di loro l'acqua del mare e i fiumi li sommergeranno senza pietà. [23]Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso, li disperderà come un uragano. L'iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
Sapienza - Capitolo 6
II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA I re devono ricercare la sapienza [1]Ascoltate, o re, e cercate di comprendere; imparate, governanti di tutta la terra. [2]Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli. [3]La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall'Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi; [4]poiché, pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente, né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. [5]Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi poiché un giudizio severo si compie contro coloro che stanno in alto. [6]L'inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati con rigore. [7]Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno, non ha soggezione della grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e si cura ugualmente di tutti. [8]Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa. [9]Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, perché impariate la sapienza e non abbiate a cadere. [10]Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa. [11]Desiderate, pertanto, le mie parole; bramatele e ne riceverete istruzione.
La sapienza si lascia trovare [12]La sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque la ricerca. [13]Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. [14]Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla sua porta. [15]Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, chi veglia per lei sarà presto senza affanni. [16]Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, appare loro ben disposta per le strade, va loro incontro con ogni benevolenza. [17]Suo principio assai sincero è il desiderio d'istruzione; la cura dell'istruzione è amore; [18]l'amore è osservanza delle sue leggi; il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità [19]e l'immortalità fa stare vicino a Dio. [20]Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno. [21]Se dunque, sovrani dei popoli, vi dilettate di troni e di scettri, onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre.
Salomone si accinge a descrivere la sapienza [22]Esporrò che cos'è la sapienza e come essa nacque; non vi terrò nascosti i suoi segreti. Seguirò le sue tracce fin dall'origine, metterò in luce la sua conoscenza, non mi allontanerò dalla verità. [23]Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma, poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza. [24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo; un re saggio è la salvezza di un popolo. [25]Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto.
Sapienza - Capitolo 7
Salomone non era che un uomo [1]Anch'io sono un uomo mortale come tutti, discendente del primo essere plasmato di creta. Fui formato di carne nel seno di una madre, [2]durante dieci mesi consolidato nel sangue, frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del sonno. [3]Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune e sono caduto su una terra uguale per tutti, levando nel pianto uguale a tutti il mio primo grido. [4]E fui allevato in fasce e circondato di cure; [5]nessun re iniziò in modo diverso l'esistenza. [6]Si entra nella vita e se ne esce alla stessa maniera.
Stima di Salomone per la sapienza [7]Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito della sapienza. [8]La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto; [9]non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l'oro al suo confronto è un pò di sabbia e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento. [10]L'amai più della salute e della bellezza, preferii il suo possesso alla stessa luce, perché non tramonta lo splendore che ne promana. [11]Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. [12]Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida, ma ignoravo che di tutti essa è madre. [13]Senza frode imparai e senza invidia io dono, non nascondo le sue ricchezze. [14]Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio, sono a lui raccomandati per i doni del suo insegnamento
Invocazione all'ispirazione divina [15]Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza e di pensare in modo degno dei doni ricevuti, perché egli è guida della sapienza e i saggi ricevono da lui orientamento. [16]In suo potere siamo noi e le nostre parole, ogni intelligenza e ogni nostra abilità. [17]Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose, per comprender la struttura del mondo e la forza degli elementi, [18]il principio, la fine e il mezzo dei tempi, l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, [19]il ciclo degli anni e la posizione degli astri, [20]la natura degli animali e l'istinto delle fiere, i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini, la varietà delle piante e le proprietà delle radici. [21]Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so, poiché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose.
Elogio della sapienza [22]In essa c'è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, [23]libero, benefico, amico dell'uomo, stabile, sicuro, senz'affanni, onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. [24]La sapienza è il più agile di tutti i moti; per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. [25]E' un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra. [26]E' un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà. [27]Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti. [28]Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza. [29]Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore; [30]a questa, infatti, succede la notte, ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere.
Sapienza - Capitolo 8
[1]Essa si estende da un confine all'altro con forza, governa con bontà eccellente ogni cosa.
La sapienza sposa ideale per Salomone [2]Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza, ho cercato di prendermela come sposa, mi sono innamorato della sua bellezza. [3]Essa manifesta la sua nobiltà, in comunione di vita con Dio, perché il Signore dell'universo l'ha amata. [4]Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio e sceglie le opere sue. [5]Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita, quale ricchezza è più grande della sapienza, la quale tutto produce? [6]Se l'intelligenza opera, chi, tra gli esseri, è più artefice di essa? [7]Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita. [8]Se uno desidera anche un'esperienza molteplice, essa conosce le cose passate e intravede le future, conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi, pronostica segni e portenti, come anche le vicende dei tempi e delle epoche.
La sapienza indispensabile ai sovrani [9]Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia vita, sapendo che mi sarà consigliera di bene e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore. [10]Per essa avrò gloria fra le folle e, anche se giovane, onore presso gli anziani. [11]Sarò trovato acuto in giudizio, sarò ammirato di fronte ai potenti. [12]Se tacerò, resteranno in attesa; se parlerò, mi presteranno attenzione; se prolungherò il discorso, si porranno la mano sulla bocca. [13]Per essa otterrò l'immortalità e lascerò un ricordo eterno ai miei successori. [14]Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette; [15]sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno, tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso. [16]Ritornato a casa, riposerò vicino a lei, perché la sua compagnia non dà amarezza, né dolore la sua convivenza, ma contentezza e gioia.
Salomone domanda la sapienza [17]Riflettendo su tali cose in me stesso e pensando in cuor mio che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità [18]e nella sua amicizia grande godimento e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza e nella partecipazione ai suoi discorsi fama, andavo cercando come prenderla con me. [19]Ero un fanciullo di nobile indole, avevo avuto in sorte un'anima buona [20]o piuttosto, essendo buono, ero entrato in un corpo senza macchia. [21]Sapendo che non l'avrei altrimenti ottenuta, se Dio non me l'avesse concessa, - ed era proprio dell'intelligenza sapere da chi viene tale dono - mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il cuore:
Sapienza - Capitolo 9
Preghiera per ottenere la sapienza [1]«Dio dei padri e Signore di misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, [2]che con la tua sapienza hai formato l'uomo, perché domini sulle creature fatte da te, [3]e governi il mondo con santità e giustizia e pronunzi giudizi con animo retto, [4]dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, [5]perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, uomo debole e di vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. [6]Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini, mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla. [7]Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie; [8]mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte, un altare nella città della tua dimora, un'imitazione della tenda santa che ti eri preparata fin da principio. [9]Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. [10]Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. [11]Essa infatti tutto conosce e tutto comprende, e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria. [12]Così le mie opere ti saranno gradite; io giudicherò con equità il tuo popolo e sarò degno del trono di mio padre. [13]Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? [14]I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, [15]perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. [16]A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi può rintracciare le cose del cielo? [17]Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto? [18]Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito; essi furono salvati per mezzo della sapienza».
Sapienza - Capitolo 10
III. LA SAPIENZA OPERA NELLA STORIA Da Adamo a Mosè [1]Essa protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio, quando fu creato solo; poi lo liberò dalla sua caduta [2]e gli diede la forza per dominare su tutte le cose. [3]Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera perì per il suo furore fratricida. [4]A causa sua la terra fu sommersa, ma la sapienza di nuovo la salvò pilotando il giusto e per mezzo di un semplice legno. [5]Essa, quando le genti furono confuse, concordi soltanto nella malvagità, riconobbe il giusto e lo conservò davanti a Dio senza macchia e lo mantenne forte nonostante la sua tenerezza per il figlio. [6]E mentre perivano gli empi, salvò un giusto, che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città. [7]Quale testimonianza di quella gente malvagia esiste ancora una terra desolata, fumante insieme con alberi che producono frutti immaturi e a memoria di un'anima incredula, s'innalza una colonna di sale. [8]Allontanandosi dalla sapienza, non solo ebbero il danno di non conoscere il bene, ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza, perché le loro colpe non rimanessero occulte. [9]Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze: [10]essa condusse per diritti sentieri il giusto in fuga dall'ira del fratello, gli mostrò il regno di Dio e gli diede la conoscenza delle cose sante; gli diede successo nelle sue fatiche e moltiplicò i frutti del suo lavoro. [11]Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari e lo fece ricco; [12]lo custodì dai nemici, lo protesse da chi lo insidiava, gli assegnò la vittoria in una lotta dura, perché sapesse che la pietà è più potente di tutto. [13]Essa non abbandonò il giusto venduto, ma lo preservò dal peccato. [14]Scese con lui nella prigione, non lo abbandonò mentre era in catene, finché gli procurò uno scettro regale e potere sui propri avversari, smascherò come mendaci i suoi accusatori e gli diede una gloria eterna.
L'Esodo [15]Essa liberò un popolo santo e una stirpe senza macchia da una nazione di oppressori. [16]Entro nell'anima di un servo del Signore e si oppose con prodigi e con segni a terribili re. [17]Diede ai santi la ricompensa delle loro pene, li guidò per una strada meravigliosa, divenne loro riparo di giorno e luce di stelle nella notte. [18]Fece loro attraversare il Mar Rosso, guidandoli attraverso molte acque; [19]sommerse invece i loro nemici e li rigettò dal fondo dell'abisso. [20]Per questo i giusti spogliarono gli empi e celebrarono, Signore, il tuo nome santo e lodarono concordi la tua mano protettrice, [21]perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti e aveva sciolto la lingua degli infanti.
Edited by Domenico-89 - 22/6/2016, 08:22
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