Amiamo Dio con Gesù e Maria

Isaia , Capitoli 31 a 40

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/7/2010, 16:55
Avatar

Domenico-89

Group:
Amministratore
Posts:
43,346
Location:
Napoli

Status:


Isaia - Capitolo 31

Contro l'alleanza egiziana
[1]Guai a quanti scendono in Egitto per cercar aiuto,
e pongono la speranza nei cavalli,
confidano nei carri perché numerosi
e sulla cavalleria perché molto potente,
senza guardare al Santo di Israele
e senza cercare il Signore.
[2]Eppure anch'egli è capace di mandare sciagure
e non rinnega le sue parole.
Egli si alzerà contro la razza dei malvagi
e contro l'aiuto dei malfattori.
[3]L'Egiziano è un uomo e non un dio,
i suoi cavalli sono carne e non spirito.
Il Signore stenderà la sua mano:
inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato,
tutti insieme periranno.

Contro l'Assiria
[4]Poiché così mi ha parlato il Signore:
«Come per la sua preda
ruggisce il leone o il leoncello,
quando gli si raduna contro
tutta la schiera dei pastori,
e non teme le loro grida
né si preoccupa del loro chiasso,
così scenderà il Signore degli eserciti
per combattere sul monte Sion e sulla sua collina.
[5]Come gli uccelli proteggono i loro pulcini,
così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme;
egli la proteggerà, ed essa sarà salvata,
la risparmierà ed essa sarà liberata».

[6]Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. [7]In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d'argento e i suoi idoli d'oro, lavoro delle vostre mani peccatrici.

[8]Cadrà l'Assiria sotto una spada che non è di uomo;
una spada non umana la divorerà;
se essa sfugge alla spada,
i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitù.
[9]Essa abbandonerà per lo spavento la sua rocca
e i suoi capi tremeranno per un'insegna.
Oracolo del Signore che ha un fuoco in Sion
e una fornace in Gerusalemme.

Isaia - Capitolo 32

Il re giusto
[1]Ecco, un re regnerà secondo giustizia
e i principi governeranno secondo il diritto.
[2]Ognuno sarà come un riparo contro il vento
e uno schermo dall'acquazzone,
come canali d'acqua in una steppa,
come l'ombra di una grande roccia su arida terra.
[3]Non si chiuderanno più gli occhi di chi vede
e gli orecchi di chi sente staranno attenti.
[4]Gli animi volubili si applicheranno a comprendere
e la lingua dei balbuzienti parlerà
spedita e con chiarezza.
[5]L'abietto non sarà chiamato più nobile
né l'imbroglione sarà detto gentiluomo,

Il grossolano e il nobile
[6]poiché l'abietto fa discorsi abietti
e il suo cuore trama iniquità,
per commettere empietà
e affermare errori intorno al Signore,
per lasciare vuoto lo stomaco dell'affamato
e far mancare la bevanda all'assetato.
[7]L'imbroglione - iniqui sono i suoi imbrogli -
macchina scelleratezze
per rovinare gli oppressi con parole menzognere,
anche quando il povero può provare il suo diritto.
[8]Il nobile invece si propone cose nobili
e agisce sempre con nobiltà.

Contro le donne di Gerusalemme
[9]Donne spensierate, suvvia ascoltate la mia voce; figlie baldanzose, porgete l'orecchio alle mie parole. [10]Fra un anno e più giorni voi tremerete, o baldanzose, perché finita la vendemmia non ci sarà più raccolto. [11]Temete, o spensierate; tremate, o baldanzose, deponete le vesti, spogliatevi, cingetevi i fianchi di sacco. [12]Battetevi il petto per le campagne amene, per i fertili vigneti, [13]per la terra del mio popolo, nella quale cresceranno spine e pruni, per tutte le case in gioia, per la città gaudente; [14]poiché il palazzo sarà abbandonato, la città rumorosa sarà deserta, l'Ofel e il torrione diventeranno caverne per sempre, gioia degli asini selvatici, pascolo di mandrie.

L'effusione dello Spirito
[15]Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall'alto;
allora il deserto diventerà un giardino
e il giardino sarà considerato una selva.
[16]Nel deserto prenderà dimora il diritto
e la giustizia regnerà nel giardino.
[17]Effetto della giustizia sarà la pace,
frutto del diritto una perenne sicurezza.
[18]Il mio popolo abiterà in una dimora di pace,
in abitazioni tranquille,
in luoghi sicuri,
[19]anche se la selva cadrà
e la città sarà sprofondata.
[20]Beati voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli
e lascerete in libertà buoi e asini.

Isaia - Capitolo 33

L'attesa della salvezza
[1]Guai a te, che devasti e non sei stato devastato,
che saccheggi e non sei stato saccheggiato:
sarai devastato, quando avrai finito di devastare,
ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare.
[2]Signore, pietà di noi, in te speriamo;
sii il nostro braccio ogni mattina,
nostra salvezza nel tempo dell'angoscia.
[3]Al rumore della tua minaccia fuggono i popoli,
quando ti levi si disperdono le nazioni.
[4]Si ammucchia la preda come si ammucchiano le cavallette
vi si precipita sopra come vi si precipitano le locuste.
[5]Eccelso è il Signore poiché dimora lassù;
egli riempie Sion di diritto e di giustizia.
[6]C'è sicurezza nelle sue leggi,
ricchezze salutari sono sapienza e scienza;
il timore di Dio è il suo tesoro.
[7]Ecco gli araldi gridano di fuori,
i messaggeri di pace piangono amaramente.
[8]Sono deserte le strade,
non c'è chi passi per la via.
Egli ha violato l'alleanza,
ha respinto i testimoni,
non si è curato di alcuno.
[9]La terra è in lutto e piena di squallore,
si scolora il Libano e intristisce;
la pianura di Saron è simile a una steppa,
brulli sono il Basan e il Carmelo.
[10]«Ora mi alzerò», dice il Signore,
«ora mi innalzerò, ora mi esalterò.
[11]Avete concepito fieno, partorirete paglia;
il mio soffio vi divorerà come fuoco.
[12]I popoli saranno fornaci per calce,
spini tagliati da bruciare nel fuoco.
[13]Sentiranno i lontani quanto ho fatto,
sapranno i vicini qual è la mia forza».
[14]Hanno paura in Sion i peccatori,
lo spavento si è impadronito degli empi.
«Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante?
Chi di noi può abitare tra fiamme perenni?».
[15]Chi cammina nella giustizia e parla con lealtà,
chi rigetta un guadagno frutto di angherie,
scuote le mani per non accettare regali,
si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue
e chiude gli occhi per non vedere il male:
[16]costui abiterà in alto,
fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio,
gli sarà dato il pane, avrà l'acqua assicurata.

Il ritorno a Gerusalemme
[17]I tuoi occhi vedranno un re nel suo splendore,
contempleranno un paese sconfinato.
[18]Il tuo cuore si chiederà nei suoi terrori:
«Dov'è colui che registra?
Dov'è colui che pesa il denaro?
Dov'è colui che ispeziona le torri?».
[19]Non vedrai più quel popolo straniero,
popolo dal linguaggio oscuro, incomprensibile,
dalla lingua barbara che non si capisce.
[20]Guarda Sion,
la città delle nostre feste!
I tuoi occhi vedranno Gerusalemme,
dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa,
i suoi paletti non saranno divelti,
nessuna delle sue cordicelle sarà strappata.
[21]Poiché se là c'è un potente,
noi abbiamo il Signore,
al posto di fiumi e larghi canali;
non ci passerà nave a remi
né l'attraverserà naviglio più grosso.
[23a]Sono allentate le sue corde,
[23b]non tengono più l'albero diritto,
[23c]non spiegano più le vele.
[22]Poiché il Signore è nostro giudice,
il Signore è nostro legislatore,
il Signore è nostro re;
egli ci salverà.
[23d]Allora anche i ciechi divideranno una preda enorme
[23e]gli zoppi faranno un ricco bottino.
[24]Nessuno degli abitanti dirà:
«Io sono malato»;
il popolo che vi dimora
è stato assolto dalle sue colpe.

Isaia - Capitolo 34

La condanna di Edom
[1]Avvicinatevi, popoli, per udire,
e voi, nazioni, prestate ascolto;
ascolti la terra e quanti vi abitano,
il mondo e quanto produce!
[2]Poiché il Signore è adirato contro tutti i popoli
ed è sdegnato contro tutti i loro eserciti;
li ha votati allo sterminio, li ha destinati al massacro.
[3]I loro uccisi sono gettati via,
si diffonde il fetore dei loro cadaveri;
grondano i monti del loro sangue.
[4]Tutta la milizia celeste si dissolve,
i cieli si arrotolano come un libro,
tutti i loro astri cadono
come cade il pampino della vite,
come le foglie avvizzite del fico.
[5]Poiché nel cielo si è inebriata la spada del Signore,
ecco essa si abbatte su Edom,
su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia.
[6]La spada del Signore è piena di sangue,
è imbrattata di grasso,
del sangue di agnelli e di capri,
delle viscere grasse dei montoni,
perché si compie un sacrificio al Signore in Bozra,
una grande ecatombe nel paese di Edom.
[7]Cadono bisonti insieme con essi,
giovenchi insieme con tori.
La loro terra si imbeve di sangue,
la polvere si impingua di grasso.
[8]Poiché è il giorno della vendetta del Signore,
l'anno della retribuzione per l'avversario di Sion.
[9]I torrenti di quel paese si cambieranno in pece,
la sua polvere in zolfo,
la sua terra diventerà pece ardente.
[10]Non si spegnerà né di giorno né di notte,
sempre salirà il suo fumo;
per tutte le generazioni resterà deserta,
mai più alcuno vi passerà.
[11]Ne prenderanno possesso il pellicano e il riccio,
il gufo e il corvo vi faranno dimora.
Il Signore stenderà su di essa la corda della solitudine
e la livella del vuoto.
[12]Non ci saranno più i suoi nobili,
non si proclameranno più re,
tutti i suoi capi saranno ridotti a nulla.
[13]Nei suoi palazzi saliranno le spine,
ortiche e cardi sulle sue fortezze;
diventerà una tana di sciacalli,
un recinto per gli struzzi.
[14]Gatti selvatici si incontreranno con iene,
i satiri si chiameranno l'un l'altro;
vi faranno sosta anche le civette
e vi troveranno tranquilla dimora.
[15]Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova,
le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra;
vi si raduneranno anche gli sparvieri,
l'uno in cerca dell'altro;
[16c]nessuno si farà attendere.
[16a]Cercate nel libro del Signore e leggete:
nessuno di essi vi manca,
poiché la bocca del Signore lo ha comandato
e il suo spirito li raduna.
[17]Egli ha distribuito loro la parte in sorte,
la sua mano ha diviso loro il paese con tutta esattezza,
lo possederanno per sempre,
lo abiteranno di generazione in generazione.

Isaia - Capitolo 35

Il trionfo di Gerusalemme
[1]Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
[2]Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saròn.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
[3]Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
[4]Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi».
[5]Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
[6]Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
[7]La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua.
I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli
diventeranno canneti e giuncaie.
[8]Ci sarà una strada appianata
e la chiameranno Via santa;
nessun impuro la percorrerà
e gli stolti non vi si aggireranno.
[9]Non ci sarà più il leone,
nessuna bestia feroce la percorrerà,
vi cammineranno i redenti.
[10]Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

Isaia - Capitolo 36

APPENDICI

L'invasione di Sennacherib
[1]Nell'anno decimoquarto del re Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e si impadronì di tutte le fortezze di Giuda. [2]Il re di Assiria mandò poi da Lachis a Gerusalemme contro il re Ezechia il gran coppiere con un grande esercito. Egli fece sosta presso il canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio.

[3]Gli andarono incontro Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista. [4]Il gran coppiere disse loro: «Riferite a Ezechia: Così dice il grande re, il re di Assiria: Che significa questa sicurezza che dimostri? [5]Pensi forse che la semplice parola possa sostituire il consiglio e la forza nella guerra? Ora, in chi confidi tu, che ti ribelli contro di me? [6]Ecco, tu confidi nell'Egitto, in questo sostegno di canna spezzata che penetra la mano e la fora a chi vi si appoggia; tale è il faraone re d'Egitto per chiunque confida in lui. [7]Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio, non è forse lo stesso a cui Ezechia distrusse le alture e gli altari, ordinando alla gente di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare? [8]Or bene, fà una scommessa con il mio signore, il re di Assiria; io ti darò duemila cavalli, se puoi procurarti cavalieri per essi. [9]Come potresti far indietreggiare uno solo dei più piccoli sudditi del mio signore? Eppure tu confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri! [10]Ora, è forse contro il volere del Signore che io mi sono mosso contro questo paese per distruggerlo? Il Signore mi ha detto: Muovi contro questo paese e distruggilo».

[11]Eliakìm, Sebnà e Ioach risposero al gran coppiere: «Parla ai tuoi servi in aramaico, poiché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico alla portata degli orecchi del popolo che è sulle mura». [12]Il gran coppiere replicò: «Forse sono stato mandato al tuo signore e a te dal mio signore per dire tali parole o non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?».

[13]Il gran coppiere allora si alzò e gridò in ebraico: «Udite le parole del gran re, del re di Assiria. [14]Dice il re: Non vi inganni Ezechia, poiché egli non potrà salvarvi. [15]Ezechia non vi induca a confidare nel Signore dicendo: Certo, il Signore ci libererà; questa città non sarà messa nelle mani del re di Assiria. [16]Non date ascolto a Ezechia, poiché così dice il re di Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna, [17]finché io non venga per condurvi in un paese come il vostro, paese di frumento e di mosto, di pane e di vigne. [18]Non vi illuda Ezechia dicendovi: Il Signore ci libererà. Gli dei delle nazioni hanno forse liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re di Assiria? [19]Dove sono gli dei di Amat e di Arpad? Dove sono gli dei di Sefarvàim? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano? [20]Quali mai, fra tutti gli dei di quelle regioni, hanno liberato il loro paese dalla mia mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia mano?».

[21]Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola, perché l'ordine del re era: «Non rispondetegli».

[22]Eliakìm figlio di Chelkìa, il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del gran coppiere.

Isaia - Capitolo 37

[1]Quando udì, il re Ezechia si stracciò le vesti, si ricoprì di sacco e andò nel tempio del Signore. [2]Quindi mandò Eliakìm il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e gli anziani dei sacerdoti ricoperti di sacco dal profeta Isaia figlio di Amoz, [3]perché gli dicessero: «Così dice Ezechia: Giorno di angoscia, di castigo e di vergogna è questo, perché i figli sono arrivati fino al punto di nascere, ma manca la forza per partorire. [4]Spero che il Signore tuo Dio, udite le parole del gran coppiere che il re di Assiria suo signore ha mandato per insultare il Dio vivente lo voglia castigare per le parole che il Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una preghiera per quel resto che ancora rimane in vita».

[5]Così andarono i ministri del re Ezechia da Isaia. [6]Disse loro Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere per le parole che hai udite e con le quali i ministri del re di Assiria mi hanno ingiuriato. [7]Ecco io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena udrà una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò cadere di spada».

Ritorno del gran coppiere
[8]Ritornato il gran coppiere, trovò il re di Assiria che assaliva Libna. Egli, infatti, aveva udito che si era allontanato da Lachis.

Secondo racconto dell'intervento di Sennàcherib
[9]Appena Sennàcherib sentì dire riguardo a Tiràka, re di Etiopia: «E' uscito per muoverti guerra»; inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli: [10]«Direte così a Ezechia, re di Giuda: Non ti illuda il tuo Dio, in cui confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re di Assiria; [11]ecco tu sai quanto hanno fatto i re di Assiria in tutti i paesi che hanno votato alla distruzione; soltanto tu ti salveresti? [12]Gli dei delle nazioni che i miei padri hanno devastate hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e la gente di Eden in Telassàr? [13]Dove sono il re di Amat e il re di Arpad e il re della città di Sefarvàim, di Enà e di Ivvà?».

[14]Ezechia prese la lettera dalla mano dei messaggeri, la lesse, quindi salì al tempio del Signore. Ezechia, spiegato lo scritto davanti al Signore, [15]lo pregò: [16]«Signore degli eserciti, Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto i cieli e la terra. [17]Porgi, Signore, l'orecchio e ascolta; apri, Signore, gli occhi e guarda; ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. [18]E' vero, Signore, i re di Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori; [19]hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però non erano dei, ma solo lavoro delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. [20]Ma ora, Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano perché sappiano tutti i regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio».

Intervento di Isaia
[21]Allora Isaia, figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib re di Assiria. [22]Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:

Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme.
[23]Chi hai insultato e schernito?
Contro chi hai alzato la voce
e hai elevato, superbo, gli occhi tuoi?
Contro il Santo di Israele!
[24]Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il Signore
e hai detto: «Con la moltitudine dei miei carri
sono salito in cima ai monti,
sugli estremi gioghi del Libano,
ne ho reciso i cedri più alti,
i suoi cipressi migliori;
sono penetrato nel suo angolo più remoto,
nella sua foresta lussureggiante.
[25]Io ho scavato e bevuto
acque straniere,
ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
tutti i torrenti dell'Egitto».
[26]Non l'hai forse sentito dire?
Da tempo ho preparato questo,
dai giorni antichi io l'ho progettato;
ora lo pongo in atto.
Era deciso che tu riducessi in mucchi di rovine
le fortezze;
[27]i loro abitanti impotenti
erano spaventati e confusi,
erano come l'erba dei campi,
come tenera verzura,
come l'erba dei tetti,
bruciata dal vento d'oriente.
[28]Io so quando ti alzi o ti metti a sedere,
io ti conosco sia che tu esca sia che rientri.
[29]Poiché tu infuri contro di me e la tua insolenza
è salita ai miei orecchi,
ti metterò il mio anello nelle narici
e il mio morso alle labbra;
ti farò tornare per la strada per cui sei venuto.

Il segno di Ezechia
[30]Questo ti serva da segno:
si mangerà quest'anno ciò che nascerà dai semi caduti,
nell'anno prossimo quanto crescerà da sé,
ma nel terzo anno seminerete e mieterete,
pianterete vigne e ne mangerete il frutto.
[31]Ciò che scamperà della casa di Giuda
continuerà a mettere radici in basso
e a fruttificare in alto.
[32]Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dei superstiti dal monte Sion.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Oracolo sull'Assiria
[33]Pertanto dice il Signore contro il re di Assiria:
Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l'affronterà con gli scudi
né innalzerà contro di essa un terrapieno.
[34]Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore:
[35]Io proteggerò questa città e la salverò,
per riguardo a me stesso e al mio servo Davide.

Castigo di Sennàcherib
[36]Ora l'angelo del Signore scese e percosse nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco erano tutti cadaveri.
[37]Sennàcherib re di Assiria levò le tende e partì; tornato a Ninive, rimase colà. [38]Ora, mentre egli era prostrato in venerazione nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli Adram-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ararat.
Assarhàddon suo figlio regnò al suo posto.

Isaia - Capitolo 38

Malattia e guarigione di Ezechia
[1]In quei giorni Ezechia si ammalò gravemente.

Il profeta Isaia figlio di Amoz si recò da lui e gli parlò: «Dice il Signore: Disponi riguardo alle cose della tua casa, perché morirai e non guarirai».

[2]Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore. [3]Egli disse: «Signore, ricordati che ho passato la vita dinanzi a te con fedeltà e con cuore sincero e ho compiuto ciò che era gradito ai tuoi occhi». Ezechia pianse molto.

[4]Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaia: [5]«Và e riferisci a Ezechia: Dice il Signore Dio di Davide tuo padre: Ho ascoltato la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco io aggiungerò alla tua vita quindici anni. [6]Libererò te e questa città dalla mano del re di Assiria; proteggerò questa città. [7]Da parte del Signore questo ti sia come segno che egli manterrà la promessa che ti ha fatto. [8]Ecco, io faccio tornare indietro di dieci gradi l'ombra sulla meridiana, che è gia scesa con il sole sull'orologio di Acaz».

E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso.

Cantico di Ezechia
[9]Cantico di Ezechia re di Giuda, quando cadde malato e guarì dalla malattia.

[10]Io dicevo: «A metà della mia vita
me ne vado alle porte degli inferi;
sono privato del resto dei miei anni».
[11]Dicevo: «Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non vedrò più nessuno
fra gli abitanti di questo mondo.
[12]La mia tenda è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,
mi recidi dall'ordito.
In un giorno e una notte mi conduci alla fine».
[13]Io ho gridato fino al mattino.
Come un leone, così egli stritola
tutte le mie ossa.
[14]Come una rondine io pigolo,
gemo come una colomba.
Sono stanchi i miei occhi di guardare in alto.
Signore, io sono oppresso; proteggimi.
[15]Che dirò? Sto in pena
poiché è lui che mi ha fatto questo.
Il sonno si è allontanato da me
per l'amarezza dell'anima mia.
[16]Signore, in te spera il mio cuore;
si ravvivi il mio spirito.
Guariscimi e rendimi la vita.
[17]Ecco, la mia infermità si è cambiata in salute!
Tu hai preservato la mia vita
dalla fossa della distruzione,
perché ti sei gettato dietro le spalle
tutti i miei peccati.
[18]Poiché non gli inferi ti lodano,
né la morte ti canta inni;
quanti scendono nella fossa
non sperano nella tua fedeltà.
[19]Il vivente, il vivente ti rende grazie
come io oggi faccio.
Il padre farà conoscere ai figli
la tua fedeltà.
[20]Il Signore si è degnato di aiutarmi;
per questo canteremo sulle cetre
tutti i giorni della nostra vita,
canteremo nel tempio del Signore.

[21]Isaia disse: «Si prenda un impiastro di fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà». [22]Ezechia disse: «Qual è il segno per cui io entrerò nel tempio?».

Isaia - Capitolo 39

Ambasciata babilonese
[1]In quel tempo Merodach-Bàladan figlio di Bàladan, re di Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva udito che era stato malato ed era guarito. [2]Ezechia se ne rallegrò e mostrò agli inviati la stanza del tesoro, l'argento e l'oro, gli aromi e gli unguenti preziosi, tutto il suo arsenale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non ci fu nulla che Ezechia non mostrasse loro nella reggia e in tutto il regno.

[3]Allora il profeta Isaia si presentò al re Ezechia e gli domandò: «Che hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti a te?». Ezechia rispose: «Sono venuti a me da una regione lontana, da Babilonia». [4]Isaia disse ancora: «Che hanno visto nella tua reggia?». Ezechia rispose: «Hanno visto quanto si trova nella mia reggia, non c'è cosa alcuna nei miei magazzini che io non abbia mostrata loro».

[5]Allora Isaia disse a Ezechia: «Ascolta la parola del Signore degli eserciti: [6]Ecco, verranno giorni nei quali tutto ciò che si trova nella tua reggia e ciò che hanno accumulato i tuoi antenati fino a oggi sarà portato a Babilonia; non vi resterà nulla, dice il Signore. [7]Prenderanno i figli che da te saranno usciti e che tu avrai generati, per farne eunuchi nella reggia di Babilonia». [8]Ezechia disse a Isaia: «Buona è la parola del Signore, che mi hai riferita». Egli pensava: «Per lo meno vi saranno pace e sicurezza nei miei giorni».



Isaia - Capitolo 40

II. LIBRO DELLA CONSOLAZIONE DI ISRAELE
Annuncio della liberazione
[1]«Consolate, consolate il mio popolo,
dice il vostro Dio.
[2]Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele
che è finita la sua schiavitù,
è stata scontata la sua iniquità,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
doppio castigo per tutti i suoi peccati».
[3]Una voce grida:
«Nel deserto preparate
la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio.
[4]Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
[5]Allora si rivelerà la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrà,
poiché la bocca del Signore ha parlato».
[6]Una voce dice: «Grida»
e io rispondo: «Che dovrò gridare?».
Ogni uomo è come l'erba
e tutta la sua gloria è come un fiore del campo.
[7]Secca l'erba, il fiore appassisce
quando il soffio del Signore spira su di essi.
[8]Secca l'erba, appassisce il fiore,
ma la parola del nostro Dio dura sempre.
Veramente il popolo è come l'erba.
[9]Sali su un alto monte,
tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza,
tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annunzia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
[10]Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
con il braccio egli detiene il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e i suoi trofei lo precedono.
[11]Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno
e conduce pian piano le pecore madri».

La grandezza divina
[12]Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare
e ha calcolato l'estensione dei cieli con il palmo?
Chi ha misurato con il moggio la polvere della terra,
ha pesato con la stadera le montagne
e i colli con la bilancia?
[13]Chi ha diretto lo spirito del Signore
e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti?
[14]A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse
e gli insegnasse il sentiero della giustizia
e lo ammaestrasse nella scienza
e gli rivelasse la via della prudenza?
[15]Ecco, le nazioni son come una goccia da un secchio,
contano come il pulviscolo sulla bilancia;
ecco, le isole pesano quanto un granello di polvere.
[16]Il Libano non basterebbe per accendere il rogo,
né le sue bestie per l'olocausto.
[17]Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui,
come niente e vanità sono da lui ritenute.
[18]A chi potreste paragonare Dio
e quale immagine mettergli a confronto?
[19]Il fabbro fonde l'idolo,
l'orafo lo riveste di oro
e fonde catenelle d'argento.
(41,6)Si aiutano l'un l'altro;
uno dice al compagno: «Coraggio!».
Il fabbro incoraggia l'orafo;
(41,7)chi leviga con il martello incoraggia chi batte l'incudine,
dicendo della saldatura: «Va bene»
e fissa l'idolo con chiodi perché non si muova.
[20]Chi ha poco da offrire
sceglie un legno che non marcisce;
si cerca un artista abile,
perché gli faccia una statua che non si muova.
[21]Non lo sapete forse? Non lo avete udito?
Non vi fu forse annunziato dal principio?
Non avete capito
le fondamenta della terra?
[22]Egli siede sopra la volta del mondo,
da dove gli abitanti sembrano cavallette.
Egli stende il cielo come un velo,
lo spiega come una tenda dove abitare;
[23]egli riduce a nulla i potenti
e annienta i signori della terra.
[24]Sono appena piantati, appena seminati,
appena i loro steli hanno messo radici nella terra,
egli soffia su di loro ed essi seccano
e l'uragano li strappa via come paglia.
[25]«A chi potreste paragonarmi
quasi che io gli sia pari?» dice il Santo.
[26]Levate in alto i vostri occhi
e guardate: chi ha creato quegli astri?
Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito
e li chiama tutti per nome;
per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza
non ne manca alcuno.
[27]Perché dici, Giacobbe,
e tu, Israele, ripeti:
«La mia sorte è nascosta al Signore
e il mio diritto è trascurato dal mio Dio?».
[28]Non lo sai forse?
Non lo hai udito?
Dio eterno è il Signore,
creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile.
[29]Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato.
[30]Anche i giovani faticano e si stancano,
gli adulti inciampano e cadono;
[31]ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi.

Edited by Domenico-89 - 22/6/2016, 08:38
 
Web  Top
0 replies since 27/7/2010, 16:55   9 views
  Share