Amiamo Dio con Gesù e Maria

Parla o Signore - Terza parte

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view post Posted on 14/8/2010, 13:37
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Domenico-89

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IO E TU INSIEME


A - "CRISTO VIVE IN ME"

1. Questa è, senza dubbio, la verità più esaltante: "Cristo vive in me".

Dal momento che tu, con il Battesimo, sei "innestato" in me "come tralcio nella Vite", "non sei più tu che vivi, ma Io vivo in te".

E vivere vuol dire tutto: pensare, amare, pregare, lottare, operare:

Se "sono Io che vivo in te",

- tutto Io devo essere in te!

- tutto Io devo metterci in te.

- tutto mio deve essere in te: in te la mia preghiera; in te la mia lotta e la mia vittoria,

in te la mia santità, il mio amore, le mie virtù!

Se sono Io che vivo in te",

- Io devo "suggerirti" ogni parola...

- Io devo ispirare ogni tua opera.

Se non "compio Io" ogni cosa in te, tu sprechi il fiato , tu perdi il tempo, perché tutto è morto dove non c'è "la Vita": e "la Vita ", la tua "vita " sono Io!

Tutto in te deve essere opera mia e del Padre che è in me. Ricorda sempre queste mie parole: "Le parole che io vi dico non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le mie opere".



2. Tutto in me viene dal Padre, come da Sorgente unica.

Così in te tutto viene da me, tutto è opera mia, perchè Io sono in te, come "il Padre è in me". "Padre, Io in loro e tu in me". (Gv.17,23).

Ma, nello stesso tempo, sarà anche opera tua (come ora vedremo).
B. TUTTO OPERA MIA E OPERA TUA



1. Si, perché Io farò ogni cosa in te e con te.

Io e tu insieme: ecco "il sogno" di un Dio! Io e tu insieme:

tu, il "nulla" ...e Io il "Tutto"! Questa è l'Incarnazione!

Questa è la Chiesa, che ne è il prolungamento!

Insieme, riusciremo a fare all'uomo".

Insieme, costruiremo un " mondo nuovo", perché abbiamo, Io e le "membra del mio corpo", una missione unica:

"Per questo mi ha consacrato e mi ha invitato a portare ai poveri il lieto annuncio, ad annunziare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per liberare coloro che sono oppressi ". (Lc 4, 18).

Insieme, Io e tu, saremo capaci di tutto! Insieme ... Non Io da solo, nè tu da solo!



2. Io e tu "una cosa sola", non come due amici o due soci che vivono e lavorano insieme,

- ma come "il tralcio" con "la vite",

- come "le membra del corpo" sono "con "il Capo " "una cosa sola" così Io in te e tu Me! Non lasciamoci un istante: "Dove sorgo Io, là sarà pure il gaio discepolo",

"Il tralcio" sta dove è la vite", fa ciò che fa "la vite: Preghiamo insieme... Lottiamo insieme... Corriamo insieme ... Lavoriamo insieme!

Quante volte tu, invece, vuoi "fare" da solo: Il tuo orgoglio ti spinge a camminare avanti a me ... a correre più di me... sia quando preghi, che quando operi: così rovini tutto... e blocchi ogni bene.

Quante cose tu mi fai fallire... Fermati... aspetta me!

Facciamo tutto insieme, sempre insieme, senza divisione, senza esclusione di compiti.

Tu non puoi fare a meno di me. Io non voglio fare a meno di te... e anche quando, per certi progetti "speciali", dovrò, a volte, fare a meno dei tuoi mezzi (di certi tuoi mezzi "non potrò" mai fare a meno del tuo sì: Io, il Creatore di tutto, non farò nulla senza il tuo consenso. Ti sembra poco tutto questo?

Il tuo impercettibile sì, come il Sì di Maria, può divenire onnipotente, se sei unito a me:

"Con Dio noi faremo cose grandi". (Salmo 107).

Io ti metto "alla pari" con me! Tu... alla pari con Dio: E' inaudito!

Ma, sai perché? Perché Io sono l 'Amore!

L'Amore rende simili; questa è la sua natura: "o trova simili o rende simili".

L'infinitamente piccolo diventa simile all'infinitamente Grande, senza venirne schiacciato!



3. No, figlio, non puoi temere che lo mortifichi la tua libertà o la tua creatività.

Quando tu "ti lasci vivere" dagli altri, la tua personalità viene annullata o soffocata.

Quando, invece, lasci che "sia Io a vivere in te", tu diventi partecipe della mia stessa libertà e grandezza; e la tua personalità ne viene potenziata.

Piccolo uomo, sono Io che ti faccio "grande''... e ti rendo veramente libero!

In me e con me tu puoi diventare "luce", come l'esile filo della lampada, investito dalla corrente elettrica.

Te lo ripeto: Io sono la corrente! Tu sei soltanto il filo: Insieme con me, dai luce! Senza di me, sei tenebra.

Io e tu, uniti insieme, formiamo "una sola cosa" ma non siamo la stessa cosa:

Tu non sei la corrente, ma il filo incandescente. Tu non diventi dio, una uomo divinizzato!

Non è stupendo tutto questo?...

Se resterai sempre unito a me, verrai immesso nel circolo immenso della mia attività creatrice, dove tu non potrai restare passivo, ma diverrai super-attivo e creativo, come me, insieme con me.

Chi più attivo e creativo dei miei amici, i Santi? Considera la meravigliosa varietà delle opere da loro realizzate: non ne trovi l'uguale in tutta la storia.

Sono un numero sterminato... ma nessuno è uguale all'altro.

Ognuno incarna, in maniera personale e irripetibile, qualche aspetto della mia fecondità inesauribile.

Resta unito a me: ti infonderò coraggio per affrontare (insieme a me) qualsiasi difficoltà...

ti renderò piú audace, ti spingerò a tentare anche "l 'impossibile"...a giocarti tutto, per aiutarmi a "fare nuove tutte le cose".
C - POCO ...MA TUTTO

l . Per partecipare di questa mia fecondissima attività non ti chiedo di fare molto.

Ciò che conta per me non è "fare", ma "essere": Essere "una cosa sola" con me, con il mio Volere.

Con me, tu puoi ottenere "risultati" grandissimi, sproporzionati alla tua modesta attività:

con "cinque pani" potremo, Io e tu insieme, sfamare una moltitudine... e ce ne avanza...

Capisci cosa intendo dirti? Non c'è bisogno che "t'ammazzi" per raggiungere, ad ogni costo, gli obiettivi che ti sei prefisso. Quante cose hai da fare!... Ma non puoi arrivare a tutto.

Non presumere di voler fare tutto il bene che ti si presenta ...o di realizzare tutte le iniziative possibili: Sono tali e tanti gli impegni che la vita di oggi ti chiede

(impegni personali e comunitari, familiari e professionali, politici, sociali ed ecclesiali...) che, a voler fare tutto (e bene) rischi di rimanere distrutto o svuotato.

No, non fare tanti progetti... Non "sognare" grandi cose, come t'insegna il Salino 130: "Non vado in cerca di cose grandi "..



2. Di poco Io mi contento... purchè sia tutto quello che voglio Io: "fate tutto quello che vi dirà". (Gv.2,5). "Riempite le giara di acqua"...

I servi capirono: "e le riempirono fino all'orlo"...

Ma tu... hai capito cosa voglio dire a te?...

"Riempi" le tue giornate (e le tue ore) solo di ciò che voglio Io, nel "momento presente".

Tutto il resto devo farlo lo: Solo Io posso trasformare "l'acqua" e i cuori degli uomini.

Solo Io posso moltiplicare "i pani" e le energie spirituali e apostoliche. Io solo posso farti "pescare" dove tutte le speranze umane sono fallite. Io, solo Io...

Solo Io posso tutto... perchè "solo Io sono Tutto"! Senza di me nulla è... nulla è possibile.



3. Ma, anche se Io solo posso tutto, voglio tuttavia aver bisogno di te:

voglio servirmi delle tue "reti", della tua "acqua", dei tuoi "cinque pani"...

Ma non sono queste tue cose che producono il miracolo (non dimenticarlo mai):

Quelle "reti", "quell'acqua", quei "pani" non sono "prodotti speciali", non hanno in se stessi la potenza di operare effetti straordinari. Sono solo un segno:

Segno del tuo sì, della tua volontà di collaborare con me. E' troppo poco ma tanto mi basta.

Quando riuscirò a farti comprendere la sproporzione abissale che c'è tra le "meraviglie" che voglio operare Io in te... e la "piccola" parte che devi fare tu, allora (e solo allora) potrò trovare via libera per irrompere in te con la mia azione salvatrice.



4. Certo, Io esigo che tu traffichi tutti i talenti che ti ho dato... che sfrutti (cioè) tutte le tue possibilità e capacità umane: lo studio e il lavoro; la puntualità nei doveri del tuo stato; l'impegno per le opere di carità e di giustizia;

l'uso illuminato dei mezzi di apostolato... E inoltre: la mortificazione e la prudenza;

il dovuto riposo e la cura della salute... Io "moltiplicherò" i prodigi della mia Onnipotenza,

se tu metterai tutto il tuo impegno nel fare la tua parte.

Si, lo voglio che tu "riempia le tue giare" (cioè le tue capacità) "fino all'orlo ".

Ma, non voglio che "ti affanni" e ti costerni... come se il risultato dipendesse da te.

Non preoccuparti se hai a disposizione solo "cinque pani e due pesciolini", di fronte a una moltitudine da sfamare...

Non preoccuparti, cioè, se puoi fare poco: Se hai poco tempo, poca salute, pochi mezzi.... Sei in te c'è poco coraggio, poca inventiva, poco spirito d'iniziativa...

Ma proprio "vo1entieri" devi esserne contento! Se non ti inquieti mai per la tua "debolezza" anzi te ne rallegri (almeno con la volontà), è segno che hai capito (finalmente) che tu sei "nulla"... e che solo "Io sono Tutto".

Ricorda che Io "ho scelto ciò che è nulla, per ridurre al nulla le cose che sono" (1 Cor.1,27).

Tu ancora non sei quel "nulla" che Io cerco. Ma Io ti andrò "spogliando" sempre più... finché ti ridurrò al "nulla" di cui ho bisogno.



6. Un ultimo suggerimento: in tutte le occasioni in cui ti rendi conto delle tue insufficienze e incapacità, ringraziami con tutto il cuore:

"Ti ringrazio, o Signore, per queste mie "debolezze " che mi costringono ad aver fede in te, più che in me!"

E' la gloria più grande che puoi darmi... E' il segno più certo del mio "Spirito"... e il mezzo più sicuro del tuo progresso spirituale.
D - "COMPLETA QUELLO CHE MANCA DEI MIEI PATIMENTI" (Col.1,24)

1. Il mio e il tuo sacrificio: ecco ciò che salva.

Io e tu, uniti insieme nell'offerta sacerdotale di tutta la nostra vita, purificheremo e rinnoveremo la terra.

Anche a te, come agli Apostoli prediletti, come a tutti i miei veri amici, Io chiederò spesso:

"Sei pronto a bere il calice di dolore che berrò Io "?

Io e tu dobbiamo "bere lo stesso calice di dolore": la stessa angoscia e amarezza...

le stesse persecuzioni, ingratitudini, umiliazioni, critiche e condanne ingiuste...

dolori fisici ...pene morali... sofferenze di ogni genere...

Ecco cosa ci vuole per "completare quello che manca dei patimenti che lo ho sofferto a vantaggio del mio corpo che è la Chiesa" (Col. 1,24): Le sofferenze della tua persona e delle altre membra del mio "mistico corpo ".

Comprendi benissimo che i miei meriti sono infiniti e il mio sacrificio è sovrabbondante...

tuttavia "non posso" fare a meno del tuo sacrificio, perchè il mio amore mi spinge ad associarti alla mia opera redentrice.

E, per amore, mi sono ridotto a fare il "mendicante" e chiedere aiuta a tutti:

Io, che sono il Benefattore di tutti!

Questo è l'aiuto più forte che puoi darmi: "Bere il calice di dolore che ho bevuto Io".

Le sole parole di amore e di consolazione... le attività piene di agitazione... non servono, ne a me, ne alle anime che attendono.



2. Non dirmi di no, figlio mio!

Rispondimi con la stessa prontezza e generosità dei "figloi del tuono " (Giacomo e Giovanni):

"Sì, Signore, lo posso, lo voglio"!

Ogni volta che ti senti schiacciare dal peso della sofferenza...

o sei vittima (come me) di tante calunnie o incomprensioni...

o ti senti abbandonato da Dio e dagli uomini... o sperimenti l'inutilità di tanti tuoi sacrifici... tu stai "bevendo il mio stesso calice "...

e, insieme con me, stai sollevando e purificando il mondo.

Quale fortuna incomparabile per te! Quanta gloria per me!

E quale vantaggio per l'intera umanità!

Oh, se tu potessi capire quanta forza genera nelle anime la tua "debolezza"!

Ricorda quello che ho fatto dire al mio apostolo Paolo: "Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo quando sono debole è allora che sono, forte".

Non sciupare neppure un frammento di questi tesori; cerca piuttosto di sfruttarli al massimo, mettendoci più amore.



3. A volte ti sentirai come stritolato nel torchio dello sofferenza.

Non temere: Io sarò con te!

Ti starò sempre vicino: a sostenerti... a consolarti. Ma non posso non chiederti "l’eroismo dell'amore", che presto si trasforma in "allegrezza ":

"Voi vi rattristerete, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia" (Gv.16,20).. . "l'eroismo di un'ora", "l'ora del parto", per una infinità di gioia: "Una donna che deve partorire, quando viene il suo momento sofre e molto.

Ma quando il bambino è nato, dimentica le sue sofferenze per la gioia che è venuta al mondo una creatura. (Gv.16,21).

Proprio nei momenti di maggiore angoscia devi ripetermi il tuo si, anche se gridato tra i denti. Senza "i dolori del parto", non può venire alla luce una vita nuova:

Si, sulle rovine dei materialismo sta per nascere "un mondo nuovo".

Non dubitare della nostra vittoria: "Io ho vinto il mondo"!

Io, insieme ai "nostri fratelli, che non hanno risparmiato la loro vita, fino a morire" (Ap.12,11). Io, insieme a te, se accetterai di morire ogni giorno: "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se muore, produce molto frutto". (Gv. 12,24).



4. E che qualità di frutti ! ...

Medita la pagina stupenda del "Servo", descritta da Isaia: "Disprezzato, ripudiato dagli uomini, uomo dei dolori ... si è caricato delle nostre infermità... è stato trafitto per i nostri peccati, schiacciato per le nostre colpe... Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì bocca"...

Ma quale esaltazione, dopo l'umiliante sconfitta: "Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza... dopo il suo intimo tormento vedrà la luce... il giusto mio servo giustificherà molti; egli si addosserà la loro iniquità: "perciò Io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino".... (lsaia, 53).

Questo "Servo " certamente sono Io, il Cristo.

Ma è anche ogni "mio servo" (quindi anche tu) che, come me, "offri in espiazione" il suo Martirio " quotidiano: Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio... poiché è stato precipitato l'accusatore.

Essi lo hanno vinto per il sangue dell'Agnello e la testimonianza del loro martirio". (Ap.12,10).



5. Offri anche tu, momento per momento, nel "calice" della Messa, ogni cosa che ti procura fastidio o tormento: Dubbi, tentazioni, insuccessi, delusioni, lotte interiori, malessere fisico e spirituale, e persino i ripetuti sbagli e le frequenti sconfitte...

Dentro "il mio calice" ogni dolore si trasforma in amore e in energia interiore, che viene distribuita a tutto il mio "Corpo Mistico". E' un vero affare: Non ti pare?

Perciò, figlio mio, non rifiutarmi nulla di quanto ti capita di avverso:

E' il dono più grande che puoi farmi, l'unico che hai sempre a portata di mano:

ti potranno mancare i soldi, il tempo o le forze per dare aiuto al prossimo... ma non ti mancheranno mai le avversità, che (come ti ho spiegato) procurano i beni più grandi, sia a te che agli altri. Sii "felice di soffrire per il mio corpo"... come l'Apostolo Paolo:

"Ora, io sono fèlice di soffrire per voi". (Col. 1,24).

Edited by Domenico-89 - 22/6/2016, 09:27
 
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