Amiamo Dio con Gesù e Maria

5° Libro, Capitoli 31 a 36

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view post Posted on 14/8/2010, 15:23
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Domenico-89

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CAPITOLO XXXI

SODDISFAZIONI OFFERTE ALLA MADONNA

Geltrude si sforzava abitualmente, come già accennammo, di riparare, con preghiere speciali, le negligenze commesse nel culto verso la gran Madre di Dio. Con questo spirito ella chiese un giorno a Gesù di offrire Lui stesso alla celeste Regina, le sue ammende onorevoli. Subito il Re di gloria si levò e offerse il suo divin Cuore alla Vergine Maria, dicendole: « Ecco, o Madre amantissima, il mio Cuore colmo di beatitudine; in esso ti presento quell'amore divino col quale, da tutta l'eternità, ti ho creata, santificata, scelta per Madre, con tenerezza speciale, a preferenza di ogni altra creatura, Ti offro inoltre quel dolce affetto che ti ho mostrato in terra quando, piccolo bimbo, mi riscaldavi e mi nutrivi sul tuo materno seno. Ricevi l'amore filiale che ti ho dimostrato durante il corso di tutta la vita, mantenendomi sempre a te sottomesso, quantunque fossi il Sovrano del cielo. Tale amore te lo dimostrai soprattutto nell'ora della morte, quando, nell'oblio dei miei atroci spasimi, compatii all'immenso tuo dolore e ti diedi, in vece mia, un altro figlio, perchè, prendesse cura di te. Gradisci pure il sentimento d'ineffabile amore, col quale, nel giorno della tua gioconda Assunzione, ti elevai al di sopra di tutti i cori degli Angeli e dei Santi, stabilendoti Regina del cielo e della terra. Ti offro tutti questi favori rinnovati e raddoppiati, in riparazione delle negligenze che quest'anima, a me diletta, commise al tuo servizio, affinchè nell'ora del suo trapasso tu le vada incontro e la riceva fra le tue braccia come mia fedele Sposa». La Vergine amorosissima ricevette con gioia quell'offerta, e si disse pronta a fare quanto da lei si richiedeva. Perciò aggiunse: « O Figlio mio diletto, accordami questa grazia quando andrò incontro nell'ora estrema, a questa tua degna Sposa: fa sì che tutte le grazie di cui mi hai ricolmata, diffondano su di essa una soavità divina più fragrante del balsamo, comunicandole le delizie della beatitudine eterna ».

Geltrude, rapita alla considerazione della divina bontà, disse al Signore: «O Dio infinitamente buono, poichè la tua tenerezza ha nobilitato i deboli sforzi del mio amore, quanto sono dolente di non averti offerto, con la stessa divozione, il supplemento destinato a coprire le mie trascuratezze nella recita dell'Ufficio e nella pratica del culto a Te dovuto!».

Le rispose amabilmente il dolce Gesù: « Non inquietarti, mia diletta; ho accettato tutte le tue opere in unione all'amore che ti ha dato la grazia di compierle, quando, da tutta l'eternità, esse erano già nobilitate e dolcemente preparate nel mio divin Cuore. Vi ho aggiunto la divozione e il fervore che i cuori degli uomini hanno sentito, sotto la mia dolce influenza; avendole così perfettamente santificate, le ho offerte a Dio Padre, come riparazione ed olocausto graditissimo. Pienamente soddisfatto, Egli si è chinato su te, con divina, paterna tenerezza».




CAPITOLO XXXII

COME LE VENNE ANNUNCIATA L'ORA DELLA MORTE

In questo periodo di preparazione al grande trapasso, S. Geltrude aveva preso l'abitudine di ritirarsi ogni venerdì da qualsiasi occupazione esteriore, allegando che aveva bisogno di riposo per non essere disturbata da nessuno. Allora rivolgeva le sue potenze a Dio solo con acceso fervore, e compiva per se medesima tutto quanto si usa fare con le persone che sono in agonia, oltrepassando con infuocato ardore e sante meditazioni, i limiti degli usuali preparamenti alla morte.

Geltrude praticava da tempo questo esercizio, con grande divozione, quando un venerdì, dopo di essersi raccolta, si trovò in dolce riposo di spirito, durante il quale il Signore infinitamente buono, che aggiunge spesso grazia a grazia, le mostrò in una specie di estasi, le felici circostanze che avrebbero accompagnato la sua morte.

Le sembrava di riposare, durante l'agonia, sul seno dei Signore, appoggiata al suo sacratissimo Cuore, come una giovinetta bellissima ed ammirabilmente adorna. Una moltitudine infinita di Angeli e di Santi giunsero giubilanti, portando ciascuno un incensiere che conteneva le preghiere della Chiesa universale, elevandone il profumo all'onore dello Sposo divino e a vantaggio di Geltrude. Mentre questa invocava la Madonna con l'antifona: « Salve Maria, ut te simus similiter - Salve, Maria, facci simili a Te», il Signore chiamò la sua dolce Madre perchè si preparasse a venire a consolare la sua eletta. La Regina delle vergini, sfolgorante di nuova bellezza, s'inchinò e con le sue delicatissima Mani, sostenne teneramente il capo della malata. L'Angelo Custode era anch'egli presente: pareva uno dei principi più eminenti della Corte celeste e si rallegrava della felicità dell'anima che le era stata affidata, S. Michele Arcangelo, essendo stato invocato da Geltrude, si presentò a lei con una moltitudine di Angeli: Egli offerse i suoi servigi e si preparò a difenderla dalle insidie dei demoni che si trovavano là in un angolo della camera, sotto forma di rospi e di serpenti. Erano però in uno stato di assoluta impotenza, tanto che non potevano neppure alzare la testa, o fare il minimo sforzo contro l'anima di Geltrude, senza ricadere tosto, vinti e sconcertati dalla gloria di una sì alta maestà; la malata, a tale vista, provò grande consolazione. Allora il fervente amore che bruciava il cuore di Geltrude parve effondersi dalle sue labbra, sotto il simbolo di una colonna di fuoco, che salì fino al trono della divina Maestà; Le virtù di quella colonna ardente era tale, che la malata non ebbe più bisogno del soccorso angelico, perchè i demoni, terrorizzati e confusi dalla forza: della divozione che esalava dalle sue labbra, fuggivano disperatamente, cercando di nascondersi.

Avendo poi Geltrude invocato tutti i Santi, come, la Chiesa usa fare coi moribondi, essi vennero con riverenza grande ad offrirle i loro servigi. I Patriarchi portavano rami verdeggianti, carichi dei frutti delle loro buone opere e li deponevano intorno alla malata. I Profeti presentavano, sotto forma di specchi d'oro, il dono delle rivelazioni divine che avevano ricevuto; essi li sospendevano si rami di cui abbiamo più sopra parlato, davanti a Geltrude, che ne gustava ineffabili delizie. In seguito venne Giovanni, apostolo, ed evangelista, il discepolo prediletto che Gesù aveva circondato di tenerezza speciale, al quale come pegno d'amore, aveva affidato la Madre sua; Egli mise con tenerezza due anelli d'oro all'anulare di Geltrude. Lo seguirono gli Apostoli che passarono nelle altre dita della malata un cerchietto d'oro, simbolo della fedeltà con cui avevano servito il Signore quando erano in terra.

Dopo di essi í santi Martiri ornarono l'anima di Geltrude di palme d'oro, sulle quali brillavano le sofferenze che avevano patito in terra, per amore di Dio. I santi Confessori le portarono fiori d'oro bellissimi, per significare la volontà perfetta che avevano avuto di servire Dio, secondo la loro possibilità. Le sante Vergini offrirono magnifiche rose, munite di piccoli arpioni d'oro per rappresentare il privilegio della verginità che avvicina e unisce a Dio, col vincolo dolcissimo di un'intima familiarità.

Gesù, Re e Sposo della verginità senza macchia, aveva sulle vesti fiori identici, in numero uguale a quello delle sante Vergini, che avevano partecipato a Geltrude i loro meriti. Quando poi le Vergini in virtù del privilegio della loro innocenza, s'avvicinarono allo Sposo divino, gli arpioni d'oro rappresentanti le virtù particolari di ciascuna di esse, si adattarono perfettamente al fiori che adornavano gli abiti del Signore; da tale avvicinamento le Vergini ritrassero una dolcezza speciale, emanante dalla divinità.

Appena Geltrude fu adorna dei fiori delle Vergini, Gesù si chinò su di lei, ed ella stette a Lui unita con fermagli d'oro che le fecero comprendere le soavi accondiscendenze della Bontà divina. Ella compreso allora quanto sia efficace la protezione delle Vergini e come sia grande il favore che possono procurarci quando si degnano interessarsi benevolmente delle anime.

Le sante Vedove e tutti gli altri Santi le offrirono il frutto delle loro buone opere; sotto la forma di cassettine d'oro. In questi regali dei Santi, l'anima contemplava con gioia tutto il bene con cui ciascuno aveva meritato di piacere a Dio e tale bene si rifletteva in essa, dandole immensa gioia.

Í santi Innocenti, nonostante i pochi meriti che sembra abbiano avuto personalmente, non vollero privarla del loro favore; per dare gloria a Dio, che li aveva riscattati col suo Sangue e loro dato il cielo per gratuita bontà, rivestirono Geltrude con lo spendore purissimo della loro innocenza, splendore ammirabilmente accresciuto, per l'unione all'innocenza ineffabile di Gesù Cristo.

Infine il Figlio dell'Altissimo, il Re di gloria, s'inchinò con tenerezza infinita per abbracciare la Sposa che riposava deliziosamente sul suo Cuore. Come il sole nel suo pieno calore assorbe e volatizza la gocciolina di rugiada, così il Figlio di Dio con la sua virtù divina, attrasse quell'anima fortunata, adorna di tutto il bene che i Santi le avevano offerto. Il ferro immerso nei fuoco si arroventa e pare trasformarsi in fuoco, così il Signore, investendola. e penetrandola interamente, la rese simile a Lui.




CAPITOLO XXXIII

RACCOMANDAZIONE DI QUESTO LIBRO

Quando questo libro fu terminato Gesù apparve a Geltrude. Teneva il libro stretto al Cuore e disse: «Stringo il mio libro al seno, perchè tutte le parole che contiene siano penetrate, fino al midollo dalla dolcezza della Divinità, come un boccone di pane fresco è penetrato dall'idromele. Chi leggerà questo libro con divozione, ne ritrarrà frutti di eterna salvezza »:

Geltrude chiese allora al Signore la grazia di preservare quell'opera a suo onore e gloria da qualsiasi errore. Gesù, stendendo la mano, tracciò sul libro il segno della Croce e disse: « Come nella S. Messa opero la transustanziazione del pane e del vino nel mio Corpo e Sangue per la salvezza degli uomini, così santifico, in questo momento, con la mia celeste benedizione, tutto quello che è scritto in questo volume, perché tutti coloro che lo leggono vi trovino la salvezza ». E aggiunse: « La persona che ha scritto il mio libro ha fatto opera a me così gradita, come se mi avesse circondato di tanti flaconi di profumo quante sono le lettere ivi tracciate. Tre cose mi piacciono specialmente nel libro. Vi gusto la dolcezza inesprimibile del divino amore, sorgente unica di tutto quanto contiene; vi respiro il gradito profumo che diffonde la buona volontà della persona che l'ha scritto, infine mi rallegro di vedervi riflessi, quasi ad ogni pagina, gli effetti della mia infinita bontà. Come il mio amore ti ha ispirato quanto vi è scritto, così lo stesso amore le ha impresse nella memoria di colei alla quale tu le hai raccontate. Ella le ha raccolte, disposte, scritte secondo i miei desideri. Voglio che il mio libro abbia per copertina la mia santissima vita e per ornamento i gioielli rosseggianti delle mie cinque Piaghe. La mia bontà divina lo suggellerà coi sette sigilli dei doni dello Spirito Santo, in modo che nessuno possa giammai strapparlo dalle mie mani ».




CAPITOLO XXXIV

COME IL SIGNORE ACCETTO' L'OFFERTA DI QUESTO LIBRO

La Monaca che aveva redatto questo libro pensò di offrirlo a Dio in lode eterna e nascondendolo in una manica a insaputa di tutti, andò a comunicarsi per poi presentarlo a Gesù. Mentre stava inginocchiata alla balaustra, divotamente china, Geltrude vide il Signore lanciarsi verso di lei nell'impeto di un amore infinito, circondarla col braccio e dirle con effusione: « Io penetrerò con la dolcezza del mio divino amore e renderò feconde tutte le parole del libro che mi è offerto, perchè è stato scritto, in verità, sotto l'influsso del mio spirito. Chiunque, con umile cuore, verrà a me e vorrà leggere queste pagine con desiderio del mio amore, lo prenderò a me vicino e segnerò a dito i passaggi che gli torneranno utili. Inoltre m'inchinerò su lui con bontà grande, e come l'alito di colui che ha gustato cibi profumati si diffonde su coloro che l'avvicinano, tosi il soffio della mia Divinità, opererà nell'anima sua effetti salutari. Ma colui che, spinto da vana curiosità, vorrà scrutare o falsare il senso del libro, lo tratterò come un insolente che oserebbe chinarsi per leggere al di sopra delle mie spalle: non sopporterò nè il suo peso fastidioso, nè la sua presenza, ma lo confonderò con la mia forza divina ».




CAPITOLO XXXV

OFFERTA DEL LIBRO

O Cristo Gesù, Luce che sei la sorgente delle luci eterne, ti offro in questo libro, il nettare prezioso della tua bontà infinita, che la dolcezza efficace della tua imperscrutabile Divinità ha fatto scaturire dalle profonde sorgenti del tuo Cuore, ricco d'amore, perché inaffi, fecondi, beatifichi, attiri e unisca inseparabilmente a Te il cuore e l'anima della tua eletta.

Te l'offro con l'amore dell'universo intero, unendomi a quella suprema carità per la quale, o Figlio del Padre eterno, hai fatto risalire, con una perfetta riconoscenza verso la sorgente della sua origine, i flutti della Divinità che si erano diffusi nella tua Umanità deificata. Ti prego col desiderio e l'affetto di tutte le creature d'attrarre a Te questo libro con l'amore del tuo soavissimo Spirito. Ricevi da esso il tributo di quella lode eterna, immensa, immutabile di cui la tua imperscrutabile Sapienza sa sola le armonie che esistono, con la Onnipotenza suprema di Dio Padre, e con l'ineffabile Benevolenza dello Spirito Paracleto.

Te l'offro come adeguato ringraziamento per tutta la felicità che tu hai data, dai e darai, in avvenire a coloro che leggeranno queste pagine e che, secondo la tua promessa, vi attingeranno consolazione, ispirazione, istruzione, e anche a coloro che vi raccoglierebbero tutti questi beni, se la tua bontà, o mio Dio, vedesse in essi qualche disposizione a riceverli.

Te l'offro come una degna sodisfazione per tutte le colpe che la meschinità della mia intelligenza, il mio scarso zelo, la mia inesperienza mi hanno fatto commettere in quest'esposizione così imperfetta dei tesori nascosti che mi hai affidati, perchè li rivelassi per il bene del prossimo.

Te l'offro, in espiazione degli oltraggi e dei disprezzi che, per fragilità umana, o per istigazione diabolica si riverseranno (la tua Misericordia ce ne preservi), sulla tua bontà infinita, che si mostra così chiaramente in queste pagine, facendosi gustare con tanta dolcezza.

Te l'offro per ottenere tutte le grazie che l'amore e la gratitudine del tuo Cuore divino, intendono accordare a coloro che desiderosi del tuo amore, leggeranno questo libro con umile divozione e tenera riconoscenza, sforzandosi di praticare gli insegnamenti che racchiude, in ossequio a quel Dio, da cui emanano tutti i beni.

Vedendo che la tua bontà infinita, o Dio del mio cuore, si è degnata scegliermi per far conoscere grazie così sublimi, pur essendo un vile atomo, o meglio la spazzatura del mondo, e considerando pure che, nella mia miseria, nulla posso darti in compenso, ti offro il tuo dolcissimo Cuore, dono infinitamente preziosa, con tutta la ricchezza che racchiude, la divina gratitudine e la suprema perfezione che l'informa.




CAPITOLO XXXVI

CONCLUSIONE DEL LIBRO

Questo libro è stato scritto a lode e gloria di Dio, che vuol salvare tutti gli uomini. Per abbreviarlo abbiamo omesso un gran numero di particolarità. Tuttavia è stato composto con soccorsi così evidenti e miracolosi della divina misericordia, che basterebbero da soli a far capire il frutto che ne aspetta per le anime Colui che ci previene e ci colma dei doni migliori.

La corrente delle divine effusioni non si è esaurita dirigendosi verso Geltrude, ma distribuendo la grazia che ci conveniva, ha condotto la sua eletta, sotto forma di diverse immagini che le furono presentate, come su di una scala d'oro, fino alle misteriose sorgenti della divina Sapienza; sorgenti eccellentissime, purissime ove Ella ha attinto luci che nessuna immagine sensibile potrebbe trasmettere alle intelligenze, che nulla hanno provato di somigliante.

Che la bontà infinita di Dio faccia fruttificare, a salvezza delle anime, le grazie che questo libro racchiude. Possano esse produrne frutti al centuplo, e meritare d'essere scritte nel libro della vita.

Infine possano i principianti, troppo deboli per navigare nell'oceano del divino amore, servirsi di queste pagine come di veicoli che li aiuti a camminare verso Dio.

La vista delle grazie accordate ad altre anime le conduca, come per mano alla lettura, alla meditazione, alla contemplazione, affinchè comincino a gustare quanto è dolce il Signore, com'è felice l'uomo che spera in Lui e getta nel suo Cuore ogni pena, preoccupazione, o difficoltà.

Si degni, nella sua bontà accordarci questa grazia Colui che, essendo Dio, vive e regna nella Trinità perfetta nei secoli dei secoli. Amen.

Edited by Domenico-89 - 24/6/2016, 05:35
 
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