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Articolo 1 - Celebrare la liturgia della Chiesa, I. Chi celebra?

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view post Posted on 3/11/2010, 06:51
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Domenico-89

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Articolo 1

CELEBRARE LA LITURGIA DELLA CHIESA



I. Chi celebra?



1136 La Liturgia è “azione” di “ Cristo tutto intero ” (“Christus totus”). Coloro che qui la celebrano, al di là dei segni, sono già nella Liturgia celeste, dove la celebrazione è totalmente comunione e festa.





I celebranti della Liturgia celeste



1137 L'Apocalisse di san Giovanni, letta nella Liturgia della Chiesa, ci rivela prima di tutto “un trono nel cielo, e sul trono Uno. . . seduto” ( ⇒ Ap 4,2 ): “il Signore” ( ⇒ Is 6,1 ) [Cf ⇒ Ez 1,26-28 ]. Poi l'Agnello, “immolato e ritto” ( ⇒ Ap 5,6 ): [Cf ⇒ Gv 1,29 ] il Cristo crocifisso e risorto, l'unico Sommo Sacerdote del vero santuario, [Cf ⇒ Eb 4,14-15; ⇒ Eb 10,19-21; ecc] lo stesso “che offre e che viene offerto, che dona ed è donato” [Liturgia di San Giovanni Crisostomo, Anafora]. Infine, il “fiume di acqua viva” che scaturisce “ dal trono di Dio e dell'Agnello ” ( ⇒ Ap 22,1 ), uno dei simboli più belli dello Spirito Santo [Cf ⇒ Gv 4,10-14; ⇒ Ap 21,6 ].



1138 “Ricapitolati” in Cristo, partecipano al servizio della lode di Dio e al compimento del suo disegno: le Potenze celesti, [Cf ⇒ Ap 4-5; ⇒ Is 6,2-3 ] tutta la creazione (i quattro esseri Viventi), i servitori dell'Antica e della Nuova Alleanza (i ventiquattro Vegliardi), il nuovo Popolo di Dio (i centoquarantaquattromila), [Cf ⇒ Ap 7,1-8; ⇒ Ap 14,1 ] in particolare i martiri “immolati a causa della Parola di Dio” ( ⇒ Ap 6,9-11 ), e la santissima Madre di Dio, [La Donna: cf ⇒ Ap 12; la Sposa dell'Agnello: cf ⇒ Ap 21,9 ] infine “una moltitudine immensa, che nessuno” può contare, “di ogni nazione, razza, popolo e lingua” ( ⇒ Ap 7,9 ).



1139 E' a questa Liturgia eterna che lo Spirito e la Chiesa ci fanno partecipare quando celebriamo, nei sacramenti, il Mistero della salvezza.





I celebranti della Liturgia sacramentale



1140 E' tutta la Comunità, il Corpo di Cristo unito al suo Capo, che celebra. “Le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è "sacramento di unità", cioè popolo santo radunato e ordinato sotto la guida dei vescovi. Perciò [tali azioni] appartengono all'intero Corpo della Chiesa, lo manifestano e lo implicano; i singoli membri poi vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati, degli uffici e dell'attuale partecipazione” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 26]. Per questo “ogni volta che i riti comportano, secondo la particolare natura di ciascuno, una celebrazione comunitaria con la presenza e la partecipazione attiva dei fedeli, si inculchi che questa è da preferirsi, per quanto è possibile, alla celebrazione individuale e quasi privata degli stessi” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 26].



1141 L'assemblea che celebra è la comunità dei battezzati i quali, “per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo, vengono consacrati a formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo, e poter così offrire in un sacrificio spirituale tutte le attività umane del cristiano” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 10]. Questo “sacerdozio comune” è quello di Cristo, unico Sacerdote, partecipato da tutte le sue membra: [Cf ibid., 10; 34; Id. , Presbyterorum ordinis, 2]

La Madre Chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della Liturgia e alla quale il popolo cristiano, “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo di acqui sto” ( ⇒ 1Pt 2,9 ) [Cf ⇒ 1Pt 2,4-5 ] ha diritto e dovere in forza del Battesimo [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 14].



1142 Ma “le membra non hanno tutte la stessa funzione”( ⇒ Rm 12,4 ). Alcuni sono chiamati da Dio, nella Chiesa e dalla Chiesa, ad un servizio speciale della comunità. Questi servitori sono scelti e consacrati mediante il sacramento dell'Ordine, con il quale lo Spirito Santo li rende idonei ad operare nella persona di Cristo-Capo per il servizio di tutte le membra della Chiesa [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 2 e 15]. Il ministro ordinato è come “l'icona” di Cristo Sacerdote. Poiché il sacramento della Chiesa si manifesta pienamente nell'Eucaristia, è soprattutto nel presiedere l'Eucaristia che si manifesta il ministero del vescovo e, in comunione con lui, quello dei presbiteri e dei diaconi.



1143 Al fine di servire le funzioni del sacerdozio comune dei fedeli, vi sono inoltre altri ministeri particolari, non consacrati dal sacramento dell'Ordine, la cui funzione è determinata dai vescovi secondo le tradizioni liturgiche e le necessità pastorali. “Anche i ministranti, i lettori, i commentatori, e tutti i membri del coro svolgono un vero ministero liturgico” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 29].



1144 In questo modo, nella celebrazione dei sacramenti, tutta l'assemblea è “liturga”, ciascuno secondo la propria funzione, ma nell'“unità dello Spirito” che agisce in tutti. “Nelle celebrazioni liturgiche ciascuno, ministro o fedele, svolgendo il proprio ufficio, compia solo e tutto ciò che, secondo la natura del rito e le norme liturgiche, è di sua competenza” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 29].

Edited by Domenico-89 - 27/6/2016, 13:06
 
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