Amiamo Dio con Gesù e Maria

Il castello interiore, Quarte mansioni: capitolo 2

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view post Posted on 24/6/2012, 18:29
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Domenico-89

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Capitolo 2

Prosegue sul medesimo argomento, e dichiara con un paragone cosa siano i gusti spirituali e come non bisogna cercarli

1 - Dove mi sono perduta, mio Dio!...

Non so neppure cosa stavo dicendo. Gli affari e la poco salute mi hanno interrotta sul più bello. E così, data la mia poca memoria e la mancanza di tempo per rileggere ciò che ho scritto, questo lavoro non sarà che un disordine completo.

E chi sa se non sia una confusione continua anche quello che dico! Tale almeno è l'impressione che ne ho.

Dei contenti spirituali mi pare di aver detto che alle volte si mischiano con le nostre passioni, così da far uscire in singulti.

Ho udito dire di alcuni che si sentono stringere il petto e vanno soggetti a certi movimenti esteriori da cui non possono difendersi: perdono sangue dal naso, ed altri simili inconvenienti.

Io non ne so nulla, perché queste cose non mi sono mai avvenute, ma credo che quelle persone ne debbano uscire consolate, perché, come ho detto, va tutto a finire in un grande desiderio di piacere a Dio e di goderlo.

2 - Ma quelli che io chiamo gusti di Dio, e a cui altrove ho dato il nome di orazione di quiete, sono molto diversi, e lo sanno anche coloro che per bontà di Dio ne hanno fatto la prova.

Supponiamo per meglio intenderci di vedere due fontane i cui bacini si riempiono di acqua.

Ignorante e di poco ingegno come sono, non trovo nulla di più adatto per meglio spiegare certe cose di spirito quanto l'acqua che io amo assai e che ho osservato con attenzione speciale, a preferenza di ogni altro elemento.

Del resto non vi dev'essere cosa, creata da un Dio tanto grande e sapiente, che non nasconda moltissimi segreti dai quali non ci sia possibile ricavare grandi utilità, non meno di coloro che se n'intendono. Sono anzi persuasa che ogni minima creatura di Dio, sia pure una piccola formica, occulti più meraviglie di quante se ne sappiano immaginare.

3 - Dunque, questi due bacini si riempiono di acqua, ma in modo diverso. In uno l'acqua viene da lontano per via di acquedotti e di artificio, mentre l'altro, essendo costruito nella sorgente, si riempie senza rumore.

Se la sorgente è abbondante, com'è questa di cui parliamo, non solo riempie il bacino, ma questo, a sua volta, rigurgita in un grosso ruscello continuamente alimentato, senza bisogno di condutture o d'artificio. E in ciò consiste la differenza.

L'acqua che viene per i condotti rappresenta, secondo me, i contenti che sgorgano dalla meditazione e che noi ci procuriamo con le nostre riflessioni, meditando sulle creature e stancandoci l'intelletto. Siccome sono frutto di nostra industria, quando devono apportare all'anima qualche vantaggio, lo fanno con rumore.

4 - Nell'altro bacino, invece, l'acqua deriva dalla stessa sorgente che è Dio; e quando Sua Maestà si compiace di accordare qualche grazia soprannaturale, l'acqua fluisce nel più profondo dell'anima con pace, dolcezza e tranquillità inesprimibile, senza che si sappia donde e in che modo scaturisca.

Si tratta di gioie e di diletti che, sebbene da principio non si facciano sentire nel cuore, come quelli del mondo, in seguito inondano ogni cosa. L'acqua si riversa per ogni mansione e in tutte le potenze, sino a raggiungere il corpo: perciò ho detto che comincia in Dio e finisce in noi. In questo gusto e soavità l'uomo esteriore va tutto immerso, come sa bene chi l'ha provato.

5 - Scrivendo queste righe, ricordo il versetto accennato: Dilatasti cor meum, nel quale si dice che il cuore si è dilatato. Tuttavia, mi pare che questi effetti, invece di nascere dal cuore, provengano da un punto più interno, come da una cosa molto profonda.

Penso che debba essere dal centro dell'anima, come più tardi ho inteso, e più avanti dirò.

Scopro in noi tanti segreti che spesse volte ne rimango stupita. E quanti altri ve ne devono essere!...

O Signor mio e Dio mio! Come sono grandi le vostre meraviglie! E noi qui, da poveri ed ignoranti pastorelli, pensiamo di poter capire qualche cosa di quello che Voi siete!

E che è questo qualche cosa, se non un niente, dato che non conosciamo neppure i molti segreti che sono in noi?

Ma se dico un niente, è solo in paragone del moltissimo che c'è in Voi, non già perché non sia assai grande quello che possiamo ammirare nelle vostre opere.

6 - Ritorniamo a quel versetto che mi può servire per far comprendere la dilatazione di cui parlo.

Appena l'acqua celeste comincia a sgorgare dalla sua sorgente, vale a dire dal profondo di noi stessi, sembra che il nostro interno si vada dilatando ed ampliando, empiendosi di beni eccellenti ed ineffabili, tanto che la stessa anima non sa comprendere ciò che allora riceve. Sente come una specie di profumo, quasi che nel fondo del nostro interno vi sia un braciere sul quale vengano gettate squisitissime essenze odorose.

Il fuoco non si vede, né si sa dove sia, ma il calore e il fumo odoroso penetrano tutta l'anima, arrivando spesso, come ho detto, ad investire anche il corpo.

Badate bene d'intendermi! Non si sente né calore, né odore, ma un qualche cosa di più delicato. Se mi servo di questi paragoni, è per farmi capire.

Chi non l'ha provato si persuada che è così e che lo si sente assai bene. L'anima lo sente più chiaramente di quanto io mi sappia esprimere. Non è questa una cosa che si possa immaginare di sentire, perché non vi riusciremmo neppure impiegandovi tutte le nostre diligenze.

E da ciò si vede che non è opera del nostro metallo, ma dell'oro purissimo della Sapienza divina. Benché le potenze non mi sembrino ancora nell'unione, pure vi si trovano come assorte, rapite di meraviglia innanzi a ciò che succede.

7 - Parlando di queste cose interiori, può darsi che intorno a qualche particolare non vada d'accordo con quel che ho detto in altri luoghi. Ma ciò non deve far meraviglia, perché sono ormai passati quasi quindici anni, e può essere che ora il Signore mi abbia dato maggior lume che non in quel tempo.

Tanto adesso che allora sono sempre capace d'ingannarmi, ma non mai di mentire: con la grazia di Dio soffrirei piuttosto mille morti. Dico le cose come le intendo.

8 - Però mi sembra che in qualche maniera la volontà debba state unita alla volontà di Dio. Ma queste cose di orazione si conoscono meglio esaminando gli effetti e le opere che ne seguono: infatti, per provarle non v'è crogiuolo migliore. Per chi le riceve, è grandissima grazia se ne ha insieme l'intelligenza, e maggiore se non ritorna indietro.

Voi forse, figliuole, vorreste aver subito questa specie di orazione, e non ne stupisco, perché l'anima non ha ancora finito di comprendere ciò che Dio accorda in questo stato, né il grande amore con il quale Egli l'avvicina a sé, che subito si sente presa dal desiderio di conoscere come queste grazie si acquistino. Perciò vi voglio dire quello che ho potuto capire.

9 - Prescindiamo dal caso in cui il Signore si degni di accordarcele unicamente perché così gli piace. Egli ne sa il motivo, e noi non ci dobbiamo intromettere.

Dopo aver fatto ciò che si esige per le mansioni precedenti, si richiede umiltà e ancora umiltà. Questa virtù inclina il Signore ad accondiscendere alle nostre brame.

E il primo segno per vedere se ne siete in possesso è credere fermamente che di queste grazie e gusti divini siete indegne, e che mai vi saranno accordati in tutta la vostra vita.

Ma voi mi direte: Se non le dobbiamo procurare, in che modo le potremo avere?

Rispondo che non vi è modo migliore di quello che ho detto, vale a dire, di non procurarle. Ed eccone le ragioni.

La prima, che per ricevere queste grazie è necessario amare il Signore senza alcun interesse.La seconda, che è mancanza di umiltà credere che i nostri meschini servizi possano meritare un tal bene.

La terza, che la vera disposizione per noi, che abbiamo tanto offeso il Signore, non è già di aspirare ai gusti spirituali, ma di bramare sinceramente di soffrire e di renderci simili a Lui.

La quarta, che se Dio si è obbligato a concedere la gloria a chi osserva i comandamenti, non lo si è affatto quanto a dare queste grazie, perché possiamo salvarci anche senza di esse, ed Egli sa meglio di noi quello che ci conviene, e chi siano i suoi veri amanti.

So di alcune persone che camminano per la via dell'amore nel modo che si deve, vale a dire con l'unico desiderio di servire il loro Dio crocifisso; eppure non solo non domandano consolazioni, ma nemmeno le desiderano, sino a supplicare il Signore a non volerle dar loro in questa vita.

E questa è la pura verità che io so di preciso, perché sono persone di mia conoscenza.

La quinta ragione è che faticheremo inutilmente. Siccome quest'acqua non è condotta per via di canali come la precedente, se la fonte si rifiuta di produrla, ci stancheremo senza alcun risultato.

Voglio dire che nonostante le nostre frequenti meditazioni e gli sforzi che facessimo per versar lacrime, l'acqua non verrebbe ugualmente, perché non scaturisce da qui. Dio la concede a chi vuole, e spesso nel momento in cui meno si pensa.

10 - Siamo di Dio, sorelle. Egli faccia di noi quello che vuole e ci conduca per dove meglio gli piace! Se ci umiliamo e ci distacchiamo veramente - dico veramente e non già nell'immaginazione che spesso ci inganna - se veramente dunque ci distacchiamo da tutto, il Signore non lascerà di farci queste grazie e molte altre ancora, superiori a ogni nostro desiderio. Sia Egli per sempre lodato e benedetto!



 
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