Amiamo Dio con Gesù e Maria

I Testimoni di Geova, Parte II - di Don Vigilio Covi

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view post Posted on 30/11/2014, 03:17
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Domenico-89

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I T.d.G. E IL VERO NOME DI DIO

I T. d. G. ritengono conoscere il "vero" Nome di Dio.
Molti sono i Nomi di Dio riferiti dalla Bibbia: Adonai, Elohim, Jahweh (il Nome rivelato a Mosè dal roveto ardente).
Essi lo chiamano Geova. Come mai?
A partire dall'età dopo l'esilio di Babilonia (verso il 500 a. C. circa), il Nome santo non lo si pronunciava più, per paura di pronunciarlo senza attenzione e quindi profanarlo. Allora anche nella scrittura si introdussero dei modi per avvertire il lettore che non lo pronunciasse: per es. in alcuni manoscritti trovati nelle grotte del Mar Morto (commento di Abacuc) la scrittura è quadrata; quando s'arriva alle quattro lettere del Nome Sacro (JHWH), queste sono scritte in scrittura antica, fenicia, una scrittura che non si usava più. Più tardi, quando hanno messo le vocali sotto il testo consonantico (anticamente gli Ebrei scrivevano solo le consonanti), tutte le volte che trovavano le 4 lettere del Nome Sacro vi mettevano le vocali del nome Adonai, in modo che il lettore, vedendo quelle vocali pronunciasse "Adonai" (= mio Signore). La pronuncia JaHWèH è una pronuncia ricostruita. Dal Nome JHWH vocalizzato con Adonai è risultato, presso i cristiani dal Rinascimento in poi, una lettura che è erronea: Jehowah; i T.d.G. suppongono che sia il Nome di Dio, ma è un errore grammaticale molto elementare.
Conoscere il Nome di Dio non significa sapere come dev'esser chiamato, ma invece avere un rapporto personale con Lui, tanto da lasciarsi guidare e trasformare la vita. Vuoi dire lasciarsi fare da Lui, La parola "conoscere" nella Bibbia significa "conoscere con amore". "Conoscere il Nome" vuoi dire entrare in comunione con la realtà rappresentata dal nome, avere in qualche maniera una presa diretta su questa realtà, sicché conoscere il Nome di Dio vorrebbe dire toccarlo in qualche maniera, mettergli su le mani; perciò Dio aspetta a rivelare il suo Nome in un tempo che è maturo, in modo che il popolo possa veramente raggiungerlo!
Teniamo presente questo fatto quando diciamo "sia santificato il tuo Nome" e quando ci segniamo "nel Nome del Padre..."!
II Nome di Dio, come ogni nome di persona nella cultura ebraica, indica o l'essenza o il compito di quella persona. Il Nome JHWH vorrebbe dire " lo sono l'Esistente ", oppure " lo sono colui che è efficacemente presente ", oppure " lo sono ciò che sono ". Con questo termine Dio si rivela, e nello stesso tempo si nasconde alla curiosità umana. Egli è colui che esiste e della cui esistenza ed azione benefica sono testimoni i Padri Abramo, Isacco e Giacobbe!
Ce ne dà conferma il brano biblico del colloquio di Mosè con Dio presso il Roveto:
Esodo 3,13-15: Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro? ". Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono". Dio aggiunse a Mosè: " Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione ".
Potremmo quindi tradurre il "Nome di Dio": "Colui che c'è (non vi abbandonerà mai)".(1)
Osserviamo inoltre che, come i figli non chiamano mai il loro papa per nome (perché sarebbe mettersi in atteggiamento di parità o di distanza), così i cristiani, Figli di Dio, non chiamano Dio Padre per nome, ma semplicemente, come ha insegnato e fatto Gesù: " Abbà " Padre!
Ecco l'insegnamento di Gesù e degli Apostoli:
Matteo 6.9: Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
Romani 8, 15: Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!
Chiamare Dio col nome "Padre" (papa) è certamente un modo confidenziale, che richiede vero spirito di figlio, vero amore semplice e sereno, e denota abbandono fiducioso nel suo cuore. Lo preferiamo perciò a qualsiasi altra usanza!
L'unico " nome " che noi abbiamo e che pronunciamo e nel quale troviamo salvezza è il Nome di Gesù, Figlio di Dio e Dio egli stesso.
Dice s. Pietro in Atti 4, 12: In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro NOME dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati!
Il Nome di Gesù è il nome divino con cui i cristiani si differenziano da tutte le altre religioni!

Sul nome di Dio scrive così lo studioso Ebreo Abraham Joshua Heschel (in "Dio alla ricerca dell'uomo", Boria, Torino, 1969, pg. 82, 83). << II vero nome di Dio è un mistero. Leggiamo nel Talmud: "disse il Signore a Mosè... "Questo è il mio nome in perpetuo".., (Es 3,15). La parola ebraica corrispondente a "in perpetuo" (leolam) è qui scritta in maniera da poter essere letta anche lealem, che significa "celare". Il nome di Dio deve rimanere celato" (Kiddushim 71 a). Nel corso dei secoli, gli ebrei rifuggirono dal pronunciare e, in parte, persino dal trascrivere in maniera completa le quattro lettere dei santo nome di Dio (il Tetragramma). Il vero nome è il NOME INEFFABILE. Esso viene reso dagli Ebrei con Adonai ( = Mio Signore), dai Samaritani con Hashem, e da coloro che tradussero la Bibbia in grece con la parola "Signore" (Kyrios). Secondo Abba Saul, colui che pronuncia il Nome Ineffabile è tra quelli che non godranno della vita futura. " Nessuno può pronunciare il mistero del Tuo nom". >>


IL MISTERO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ'

Chi può conoscere la vita di Dio se non lo Spirito di Dio stesso?
1 Cor 2,11-12: I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato.
Molti brani del Nuovo Testamento ci fanno conoscere e ci mostrano la vita e la circolazione d'amore tra le Tre Divine Persone. E' un grande dono che Gesù ci ha fatto, il farci penetrare almeno un pochino nella vita stessa di Dio per vederne almeno la sublimità e la superiorità. Chi può pretendere di capire, di dominare con la propria intelligenza la vita e la sapienza di Dio?
Romani 11,33: O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Gesù ci si presenta come uguale al Padre, come con-vivente con Lui e con lo Spirito Santo. Dalle sue parole e dalle testimonianze degli Apostoli scopriamo che l'unico Dio è... una " famiglia ", una " comunità ".
Ecco alcune, tra le molte asserzioni, che ci testimoniano la vita trinitaria:
Matteo 3,15-17: Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una Colomba e venire su di Lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: " Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto ".
Matteo 28, 19: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Giovanni 14,16-26: Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità... Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.
2 Corinzi 13,13: La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
Prendiamo con semplicità le parole del Signore; se vogliamo ragionarle con metodi di filosofia e di aritmetica faremmo presto a dar ragione ai Testimoni di Geova che definiscono la dottrina ed il Mistero della Santissima Trinità come menzogna diabolica di origine pagana. Secondo essi questa dottrina avrebbe origine nel paganesimo babilonico del 2200 a. C. e sarebbe stata assunta nel II sec. d. C dalla Chiesa Cristiana, ormai fuori strada!
Per dimostrare la loro affermazione si servono di vari passi biblici, alcuni dei quali tolti dal loro contesto, altri tradotti con evidente falsificazione (come ad es. Gv 1,1; vedi pure nei capitoli "Gesù è Dio" e "Lo Spirito Santo").
E' vero che nella Bibbia non esiste la parola "Trinità " e che questa parola è stata coniata nel periodo postapostolico, ma è altrettanto vero che ciò che i cristiani intendono esprimere con questa parola è profondamente radicato negli scritti del Nuovo Testamento: questa è una parola che esprime l'unità profonda tra Padre, Figlio e Spinto Santo. Si potrà discutere (ed è compito di teologi e filosofi) se Padre e Figlio e Spirito Santo siano da definirsi " persona " o " ipostasi " o con altri termini, a seconda dell'evolversi del linguaggio, ma non si può discutere che Dio è Padre, che il Padre genera un Figlio a lui eguale, pur se distinto (altrimenti come potrebbe farsi chiamare "Padre"?) e che dal Padre e dal Figlio ("per" il Figlio) esce una " forza-alito-vita " non creata, con propria esistenza e attività, quindi " persona ", che viene chiamato Spirito Santo. La Chiesa è stata costretta molte volte lungo i secoli a pronunciarsi sull'interpretazione della Sacra Scrittura riguardo ai passi in cui parla delle relazioni tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, per difendere i fedeli da grosse eresie che portavano in ultima analisi a cambiare il Vangelo e a far credere addirittura inutile il sacrificio di Cristo Gesù. Perciò è stata costretta a formulare delle definizioni, delle certezze con il linguaggio culturale e filosofico del tempo. E' così che si è formata la dottrina " trinitaria ": uno sguardo d'insieme a tutte le parole e i fatti che nei Vangeli e negli altri libri sacri parlano o lasciano intravedere le relazioni tra Padre, Figlio e Spirito Santo.
Il Padre è Dio, origine e principio senza principio. Con un gesto d'amore totale comunica tutto se stesso, donandosi completamente: così genera il Figlio!
Il Figlio è un riflesso perfetto del Padre, ha una sua distinta realtà, ma completamente ricevuta partecipata dal Padre, ed esiste come impeto d'amore tutto proteso verso il Padre in una risposta d'amore. La forza di questa comunione d'amore, la potenza di questo legame da origine a un nuovo " modo di essere " Divino, vera e propria sussistenza divina; questo legame perfetto tra Padre e Figlio ha tale energia e intensità che esso stesso è ancora una volta Dio. E' Dio non nel modo della Paternità, né nel modo della Figliolanza, ma nel modo proprio della Comunione. E lo chiamiamo con le parole di Gesù, Spirito Santo. (1)
L'unico Dio dunque esprime la sua vita misteriosa in tre forme di sussistenza realmente distinte e insieme intimamente compenetrate nella mutua relazione.
Sono le tre Persone nell'unico Dio, persone non semplicemente nel senso corrente - psicologico del termine (che comporta una perfetta autonomia) perché in tal caso sarebbe pregiudicata l'unità della natura divina.
Sono tre " persone ", tre " modi d'essere " dell'unico Dio la cui " sostanza " è pura relazione (in latino "esse ad"): Dio in sé è Colui che si dona, che esce da se stesso per donarsi completamente (Padre), per rispondere all'amore (Figlio), per comunicarsi (Spirito Santo).
Che Dio sia non un'unica persona, ma una Tri-unità di Persone e che così a noi si faccia conoscere è pure più logico e profondamente psicologico! Le varie filosofie che arrivano ad ammettere l'esistenza di un Dio lo conoscono solo come creatore o determinatore di tutto, senza rapporto con l'umanità. Le religioni non cristiane - che si basano su filosofie - e che cercano un rapporto con il Dio Unico (unica persona) si costruiscono un concetto di persona umana e di città terrena più conseguente all'idea da cui sono partite per scoprire Dio, che da una novità quale la Rivelazione.
Basterebbe osservare le conseguenze della radicalizzazione del concetto di Dio nei Musulmani: Dio unico Allah, ma terribilmente dittatore; così i suoi seguaci che radicalizzano la " teologia " islamica. Nella loro religione non c'è posto né per la grazia, né per l'amore, né per i diritti dell'uomo. Nei primi secoli dell'Islamismo è stato stroncato con persecuzione e martirio il tentativo di alcuni di introdurre il concetto di Amore.
Così pure la dittatura con l'esclusione di qualsiasi possibilità di ricerca e di confronto la troviamo esercitata nella Società Torre di Guardia (cioè i T. d. G.).
Aggiungo qui ancora qualche riflessione semplice, a proposito della SS. Trinità, perché non è difficile sentir pronunciare anche da qualche cristiano frasi come questa: " In fondo a me non ne viene niente, che siano Uno o Tre o quattro! ". Vi è facilitato dal fatto che tutte le religioni non cristiane e tutta la filosofia che s'interessa di Dio, parlano di un Dio unica persona. Ciò non fa meraviglia, perché il mistero Trinitario lo conosciamo solo dalla testimonianza di Gesù! Ma anche qualche setta oggi fiorente - tra cui i T. d. G. - e che si spaccia per cristiana, nei suoi ragionamenti fa capire che la Trinità, così come l'adoriamo noi cristiani, è un'assurdità, un qualcosa di impensabile, addirittura - se usiamo le loro parole - di demoniaco!
Cosa devo pensare io? Devo fidarmi della mia intelligenza e limitarmi a credere solo ciò che capisco? Posso fidarmi della testimonianza di Gesù?... o è anche quella un'invenzione dei preti?
Veramente godo che il mio Dio sia Trinità: e sono giunto a un punto tale che... guai se il mio Dio non fosse Trinità, se non fossero tre le Persone dell'unico Dio! Se fosse una persona sola sarebbe mostruosamente egoista: sarebbe stato obbligato a creare il mondo per poter aver qualcuno da amare; dovrebbe temere l'uomo che lo offende e lo abbandona, dovrebbe fare il dittatore. Non potrebbe essere per noi esempio e modello di amore, di umiltà, di generosità! Chi s'immagina infatti che Dio sia un'unica persona, arriva a criticarlo e a sottometterlo a se stesso giudicandolo cattivo, despota... ecc... Siamo felici invece di poter conoscere (pur senza capire tutto) un pochino la vera vita di Dio Trinità:
Il Padre prima ancora che il mondo fosse poteva amare il Figlio, ed il Figlio poteva amare il Padre e lo Spirito Santo. Dio non ha avuto bisogno del mondo per esser se stesso, per essere Amore. Il mondo è nato da un amore non egoista, ma puro: il Padre vuoi regalare al Figlio dei fratelli, allo Spirito un campo d'azione nuovo. Il Figlio potrà mostrare gratitudine al Padre con un amore spinto fino alla morte per fare spazio nel cuore degli uomini che diventeranno il tempio dello Spirito Santo! E lo Spirito può condurre il creato intero alla lode e all'adorazione del Padre e del Figlio. Il Padre ha una fiducia totale del figlio suo: non dice ai discepoli di Gesù: "venite a me che sono io il Padre"! invece li manda a Gesù: " ascoltatelo ". Lo stesso avviene per Gesù: Egli vuoi portare tutti al Padre dopo che sono stati ammaestrati dallo Spirito. E lo Spirito fa nascere nel cuore dell'uomo libero il grido "Abbà! Padre!" e fa piegare le ginocchia degli uomini davanti a Gesù " Signore "! Il Dio Trinità è un vero Dio, il vero Dio, e non ve n'è altri. Egli può essere! modello di servizio, di amore, di umiltà, di fiducia...!
Chi radicalizza la sua sequela ed il suo amore a Dio Trinità si fa servitore di tutti e amante di tutti (vedi s. Francesco, s. Teresina, s. Giovanni Bosco...). Un altro Dio ci sarebbe solo modello di padronanza e diventeremmo facilmente... superbi e insofferenti come il Dio che ci immagineremmo!

1 Potremo trovare qualche esempio concreto nella nostra esperienza: come esempio-parabola non potrà essere sufficiente, ma può rendere l'idea: dai due poli di un generatore elettrostatico, carichi di energia, scocca la scintilla (così pure il fulmine): una terza realtà distinta, relazione tra le altre due, che esiste solo come relazione.


GESÙ, FIGLIO DI DIO

I T.d.G. negano la divinità di Gesù. Egli sarebbe una creatura, il primo dei servi salvati. Stando così le cose le conseguenze sono grosse: il suo Sacrificio non ha valore di redenzione, la sua Chiesa non è di origine divina, sua madre non è Madre di Dio, ecc. ecc... Rendiamo grazie a Dio di poter conoscere come in Gesù Cristo piacque a Dio far abitare corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9) ed Egli sia la immagine del Dio invisibile (Col 1,15). Egli stesso ci garantisce, nella diversità, l'uguaglianza col Padre.
Dove l'intelligenza non arriva, arriva la fede e l'amore. Ecco alcuni passi che ci sono testimonianza della divinità di Cristo:
Giovanni 1,1: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
I T. d. G. traducono arbitrariamente questo versetto così: "In principio era la Parola e la Parola era con il Dio e la Parola era dio ". Mettendo l'iniziale minuscola a "dio" nella seconda parte del versetto (perché?) sostengono che la Parola, il Verbo, il Figlio di Dio non è Dio, ma una creatura divina. Tale distinzione è gratuita, arbitraria. Nei testi greci antichi tutte le lettere sono maiuscole o tutte minuscole. La distinzione per le iniziali maiuscole è stata introdotta nel Medio Evo: non ci sono ragioni intrinseche a! testo per mettere alla parola " Dio " la maiuscola o la minuscola! Ma ecco altre parole di Gesù che in modo evidente dichiarano la sua uguaglianza al Padre, perciò la sua divinità:
Giovanni 1,18: Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato. La parola " il Figlio unigenito " c'è solo in alcuni codici antichi, mentre altri, molto importanti, dicono l'Unigenito Iddio, che è nel seno del Padre: ancora più chiaro dunque!
Giovanni 5, 17-18: Gesù rispose loro: " II Padre mio opera sempre e anch'io opero ". Proprio per questo i Giudei cercavano di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Giovanni 5,21-23: Come il Padre risuscita i morti e da la vita, così anche il Figlio da la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre.
Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che l'ha mandato.
Giovanni 10,30: Io e il Padre siamo una cosa sola.
Giovanni 14,9 e 11: Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre?
(11): Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse.
Matteo 11,27: Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Giovanni 17,21: Perché tutti siano una sola cosa. Come tu Padre sei in me e io in te, siano una sola cosa anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
1 Giovanni 5,20: Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: Egli è il vero Dio e la vita eterna.
Apocalisse 5,13: Tutte le creature del ciclo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: "A colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli ".
Ebrei 1,5-6: Infatti a quali degli angeli Dio ha mai detto: "Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato?". E ancora: " lo sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? ". E di nuovo quando introduce il primogenito nel mondo dice: " Lo adorino tutti gli Angeli di Dio ".
Anche la "Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture" (la Bibbia ufficiale dei Testimoni di Geova) traduce così questo versetto:
"Per esempio, a quale degli angeli ha egli detto mai: "Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato"? e di nuovo: "lo gli sarò padre, ed egli mi sarà figlio "? Ma quando egli introduce di nuovo il suo Primogenito sulla terra abitata, dice: "E tutti gli angeli di Dio lo adorino"". Nella ultima edizione della Traduzione del Nuovo mondo delle Scritture" hanno cambiato: "gli rendano omaggio"!!! Perciò, se gli angeli devono "adorare" il Primogenito, significa che Egli è Dio: solo Dio è degno di "adorazione"!
(Vedi anche la loro traduzione di Mt 4, 10: "Gesù gli disse: "Va via Satana! poiché è scritto: devi adorare Geova il Tuo Dio e a lui solo devi rendere sacro servizio"").

E' vero che ci sono alcuni testi dei Nuovo Testamento in cui sembrerebbe che Gesù sia inferiore al Padre: Giovanni 14,28: Il Padre è più grande di me (1). Questa affermazione non bisogna intenderla in senso quantitativo. Il Figlio, proprio come generato, non ha niente di originariamente suo, perché è originato tutto. All'interno della Trinità c'è relazione di generazione, che noi, nel linguaggio umano traduciamo istintivamente come dipendenza, però questa è un'imprecisione che proiettiamo nel piano della Trinità. Il Figlio è l'infinitamente povero che riceve tutto da Colui che è infinitamente ricco. In questo senso Egli può dire "il Padre è maggiore di me", parlando delle relazioni intime della Trinità, ma non è che ci sia una disuguaglianza. C'è concatenazione intima di eterna generazione.
Un altro passo che potrebbe confermare la tesi dei T. d.G. è questo: 1 Corinzi 15,24: Egli (Gesù) consegnerà il Regno a Dio Padre.
28: Anche Lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che Gli ha sottomesso ogni cosa...
Ma dobbiamo chiarire che s. Paolo considera le persone divine meno sul piano astratto della loro natura che sul piano concreto delle loro funzioni nell'opera della salvezza. Inoltre egli pensa sempre al Cristo storico nella sua realtà concreta di Dio fatto Uomo. Per questo egli lo mostra subordinato al Padre - sia nell'opera della creazione, che della restaurazione escatologica. Tuttavia il titolo di Kyrios (Signore) ricevuto dal Cristo nella Risurrezione (Fil 2,9-11; Ef 1, 20-22; Ebr l,3s) non è nient'altro che il titolo divino dato a Jahwe nell'Antico Testamento ( Rom 10,9 e 13; 1 Cor 2,16)" (dalla Bibbia di Gerusalemme, nota a Rom 9,5).
Ma talvolta Paolo da pure a Gesù il titolo di "Dio": vedi ad es.: Romani 9,5: Cristo... Egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli.
Tito 2,13: Nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo.
Ebrei 13,21: Gesù Cristo al Quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
1 Cor 12,3: Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo.
Col 2,9: E' in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità.
Naturalmente i T. d. G. cercano di tradurre arbitrariamente in modo diverso questi passi.
Che cosa pensava Gesù di se stesso? Quando i Profeti pronunciavano una parola di Dio introducevano sempre il loro discorso con " oracolo del Signore" e "Parola del Signore Dio", Gesù non parla mai così. Egli dice: "Ma io vi dico", oppure "Amen, amen, vi dico" (cioè: " In verità, in verità vi dico"). La sua parola è parola di Dio perché Egli è Dio!

1 "Per ora la gloria del Figlio è velata, essendo in tutto simile agli uomini (Gv 1,14). Egli è uguale al Padre (Gv 10,30 e Gv 8,24) e la sua gloria risplenderà di nuovo (Gv 17,5; Fil. 2,6-9; Ebr 1,3)! " (cfr. Bibbia di Gerusalemme, nota a Gv 14,28).


LO SPIRITO SANTO

I T. d. G. dicono che lo Spirito Santo non è Dio e non può essere " persona " divina, ma solo una forza divina.
II termine "persona" non è facile da definire né da spiegare, perché lungo i secoli il suo significato si è andato modificando. Noi usiamo questa parola per indicare l'individualità distinta, nel nostro caso dello Spirito Santo. Egli, cioè, non è il Padre, non è Gesù, il Figlio incarnatosi in Gesù. Ha delle caratteristiche proprie, compie delle azioni proprie. E' un altro.
E' uno che vive con il "Padre" e con il Figlio e... con noi (in noi)! (Se glielo permettiamo, naturalmente!).
Ecco cosa ci dice la Bibbia:
Luca 4, 1 : Gesù pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto.
1 Corinzi 6,19: O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?
Atti 15,20: Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non im-porvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.
Romani 5,5: La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Lo Spirito Santo è una persona divina, è Dio egli stesso (cfr. pag. 35-36).
Nelle formule " trinitarie " viene nominato insieme al Padre e al Figlio senza distinzione:
Matteo 28,19: Battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Gesù poi dice in Giovanni 15,26: Lo Spirito di verità procede dal Padre.
Il termine "procedere" lascia intendere chiaramente che lo Spirito Santo non è creatura, ma partecipe della natura Divina. Non ci meravigliamo della affermazione dei T. d. G. perché chi non ha lo Spirito Santo non può affermarne l'esistenza perché non Io vede e non lo conosce, secondo quanto dice Gesù del " mondo " in Giovanni 14,17: Il mondo non può riceverlo perché non lo vede e non Io conosce. Voi lo conoscete perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi.


LA CHIESA CATTOLICA

Per i T. d. G. la Chiesa cattolica (e le altre chiese cristiane) è diabolica. E' logico; se Gesù non è Dio, e Dio non è Trinità, la Chiesa che lo adora è diabolica. Ma ogni cristiano ha esperienza personale almeno del perdono dei peccati ricevuto per il ministero della Chiesa. Se i! peccato - opera diabolica - viene tolto da noi nella Chiesa, questa certo non è opera del demonio perché (Matteo 12,26): Se Satana scaccia Satana, egli è discorde con se stesso; come potrà dunque reggersi il suo regno?
2 Corinzi 5,18: Ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Inoltre tra i tanti brani del Nuovo Testamento leggiamo anche quelli di: Matteo 16,18-19: Gesù dice a Pietro: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli.
Con queste parole Gesù manifesta la sua intenzione: Egli ha in mente una sua famiglia che avrà una continuità. E' il senso della continuità che domina pure nelle lettere di s. Paolo. Per es. nella lettera ai Galati (1,8) dice: Se un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! La Chiesa non ha bisogno di tali riformatori: chi si pone nella Chiesa come suo riformatore, in realtà si mette fuori da essa.
Una bella fotografia della Chiesa ce la da s. Paolo in: Efesini 2,20-22: Siete edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù.
In Lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in Lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.
La Chiesa Cattolica ha la convinzione di essere la stessa Chiesa di cui facevano parte gli apostoli Pietro e Paolo, che non esiste interruzione tra la loro comunità e l'attuale. Ne fanno fede, sul piano giuridico, l'imposizione delle mani per l'ordinazione dei vescovi, dei presbiteri e diaconi, mai interrotta, e sul piano spirituale, la testimonianza confortante di un'immensa schiera di martiri e santi, oltre all'esperienza psicologica, spirituale e mistica dei fedeli.
Per i T. d. G. invece il cristianesimo vero è terminato alla fine del primo secolo alla morte dell'ultimo apostolo. E' ricominciato soltanto nel 1919 con i T. d. G., dopo una preparazione di circa 50 anni (dal 1874, anno in cui Russel iniziò la Società!). Nel frattempo ci sono stati 18 secoli di oscurità assoluta, non ci fu nessun cristiano vero, Dio rimase senza popolo, senza Chiesa!
(Così sarebbe falsa la parola di Gesù: "Le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa"). Con queste affermazioni non s'accorgono di essere in contraddizione con se stessi: difatti la scelta dei libri del Nuovo Testamento così com'è e come essi lo usano è stata fissata dalla Chiesa appena alla fine del IV secolo! (cfr. nota). La negazione dell'autorità del Papa, l'identificazione dei preti coi demoni e il rifiuto di altre verità ecclesiali, e dei santi Sacramenti sono una conseguenza più o meno diretta della precedente convinzione. E' tale convinzione (che la Chiesa sia satanica) che impedisce loro qualsiasi possibilità di dialogo e di collaborazione, nonché persino di partecipare insieme alla preghiera.
Certamente la Chiesa, popolo di Dio in cammino, è e si riconosce sempre assemblea di imperfetti, di peccatori, di persone bisognose di misericordia, perché ognuno di noi che ne siamo le membra, siamo peccatori. Non è una novità. Anche tra la gerarchia stessa ci sono sempre stati e ci saranno peccatori!!! Questo è certamente motivo di continua revisione e conversione! Ma ciò non è motivo di sfiducia, perché Dio si serve proprio dì chi è debole e fragile per manifestare la sua potenza; egli ha messo il suo tesoro in vasi di creta! Ci spiace che i membri della Chiesa siano peccatori, ma questo fatto è pur sempre garanzia che in essa c'è posto anche per noi!


IL BATTESIMO

Date le convinzioni precedentemente illustrate i T. d. G. non possono battezzare " nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo " con lo stesso significato che noi diamo a queste parole. Il battesimo in acqua è solo un " simbolo " della " dedicazione " che fanno a Geova Dio.
Col battesimo e una vita moralmente integra sono automaticamente "ordinati ministri" di Geova Dio. Il ministro ha il dovere di non trascurare lo studio della Bibbia, la frequenza alle adunanze, e il ministero di campo.
Per il cristiano il battesimo non è solo un simbolo, ma una vera "immersione" nella vita di Dio, che avviene in quel momento, ed egli la compie per ubbidire ad un preciso comando di Gesù:
Matteo 28, 19: Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni e battezzatele nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Atti 2,38: Pentitevi e ciascuno si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.
Battezzare nel nome di Dio vuoi dire passare in proprietà di Dio e quindi assumere il nome di Dio come proprio nome, tanto si è entrati in comunione con Lui! Noi assumiamo il nome del Padre amando per primi i nostri fratelli (amore dei nemici), poiché il Padre è colui che ama per primo, che ha l'iniziativa dell'amore! Assumiamo il nome del Figlio, che risponde ubbidendo con amore, sottomettendoci quindi a Dio e ai fratelli come Gesù! Assumiamo i! nome dello Spirito Santo lasciandoci guidare in ogni circostanza a dipendere da Dio e non dalle cose e dalle forze di questa terra.
In particolare il battesimo del cristiano è immergersi nel Figlio di Dio morente e risorgente, un morire al peccato e risorgere a vita nuova (Rom 6,3-11), è iniziare un processo vitale di conversione che ha bisogno poi di essere condotto avanti.
Siamo coscienti quindi che non basta certamente essere battezzati nel modo giusto. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo dice Gesù. L'impegno del cristiano nel far vivere la fede e nel dare spazio al proprio Dio nella vita (azioni, pensieri, progetti) deve essere continuamente presente.
Può essere certamente uno stimolo positivo per i cristiani l'impegno dei T. d. G. Il Battesimo non va solo celebrato e registrato, ma vissuto quotidianamente!


IL BATTESIMO DEI BAMBINI

II battesimo dei bambini per i T. d. G. è antiscritturale e inutile. Non abbiamo nella Bibbia testimonianze dirette di battesimo conferito ai bambini, ma ci sono alcune affermazioni che non lo escludono:
Atti 10,15: Dopo essere stata battezzata assieme a tutta la sua famiglia...
Atti 18,8: Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.
Dicendo " tutta la famiglia " è probabile la presenza di bambini e fanciulli. La Scrittura ci assicura però che Dio può intervenire anche nella vita dei bambini. Vedi per es.:
1 Samuele 1,27: Per questo fanciullo ho pregato e il Signore m! ha concesso la grazia che gli ho chiesto; perciò anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore.
1 Samuele 2, 18: Samuele prestava servizio davanti al Signore, per quanto lo poteva un fanciullo.
Luca 1,15: ...Sarà pieno di Spirito Santo fino dal seno di sua madre (detto di Giovanni Battista).
Luca 18,10: Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.
E' vero anche che la Chiesa amministra il battesimo ai bambini se ci sono garanzie sufficienti (genitori e parenti credenti) che essi possano "respirare" un'atmosfera di fede e quindi crescere nell'amore del Padre, Figlio e Spirito Santo nel cui nome sono stati battezzati. Se non c'è alcuna prospettiva che il bambino possa essere aiutato a far propria la fede della Chiesa, essa non amministra il s. Battesimo.


ANIMA IMMORTALE

I T. d. G. sostengono che l'anima dell'uomo non è immortale. Trovano motivo per questa affermazione nelle parole della Bibbia, ma non si accorgono che nella S. Scrittura la parola " anima " indica " persona " " essere vivente ": vedi per es. quando Abramo volle spartire il bottino col re di Sodoma, questi gli disse: " Dammi le anime, ma tieni per te i beni" (traduz. dei T. d.G.). Intendeva certamente dire Dammi le persone, i beni prendili per te (Genesi 14,21).
Una parola del profeta Ezechiele (18,20) dice: "l'anima che pecca essa stessa morrà" (traduz. dei T. d.G.).
II contesto in cui il profeta mette questa frase vuole sostenere il fatto che Dio punisce chi pecca e non i suoi parenti, vuoi metter l'uomo nella condizione di assumersi la responsabilità delle proprie azioni: Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità.

Il profeta in questo passo usa il termine "anima" senza cambiargli il significato che aveva nel suo linguaggio d'allora, cioè " persona ". Perciò noi leggiamo quella riga così: " Colui che ha peccato e non altri morirà ".
I T. d. G. nel libro "Nuovi cieli e nuova terra" a pg. 82 dicono: "Perciò, quando Abramo fosse tornato in polvere, quell'anima vivente sarebbe morta; era un'anima mortale e Dio poteva distruggerla... Più dì 3400 anni dopo il peccato di Adamo Geova Dio ispirò il profeta Ezechiele onde scrivesse: "...l'anima che pecca sarà quella che morrà". Quindi per Adamo la morte significò il ritorno all'inesistenza".

Interpretata così fuori del suo contesto tale frase porta alla conclusione che con la morte l'uomo subisce una distruzione: nulla più esiste di lui. Alla fine del presente "sistema di cose" solo il T. d. G. sarà nuovamente chiamato all'esistenza da Dio (vedi anche pg. 56). Non occorre ci serviamo di ragionamenti filosofici che dimostrano la immortalità dell'anima: abbiamo la Parola di Dio che ci conforta e ci rassicura che con la nostra morte il corpo subisce sì la corruzione, ma qualcosa di noi (come chiamare questa cosa, " anima "?) sussiste.
Apocalisse 14, 13: Udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: beati d'ora in poi i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché la loro opere li seguono.
Sapienza 2,23: Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura.
Col vocabolo "morte" il libro della Sapienza intende solo la morte dell'empio, che non ha prospettiva davanti a sé. Le anime dei giusti invece sono nelle mani di Dio: per essi la morte ha il senso della continuità nella vita presso Dio.
Tutta la Sacra Scrittura quando dice " anima " o " carne " indica la totalità della persona, ma con prospettive diverse: carne è l'uomo come creatura fragile, esposta alla morte; anima è la persona in quanto legata a Dio, aperta all'azione di Dio e perciò anche immortale. Che ci sia una vita oltre la morte non è mai stato messo in dubbio nell'Antico Testamento, pur non sapendo come fosse.
S. Paolo dice: Così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con Lui (1 Tess 4, 14). Ora Dio può "radunare " chi già esiste!, non chi è annientato. Inoltre la Bibbia riferisce le visioni di s.Giovanni (in Apocalisse): Egli vede davanti al trono di Dio vegliardi e una " moltitudine immensa": essi sono vivi davanti a Dio! "e lo servono giorno e notte! ".

Aggiungiamo qui un'altra affermazione dei T. d. G.: l'inferno non esiste. Cerchiamo di non dimenticare alcune parole di Gesù e degli Apostoli per conoscere la verità.
Mt 25,41: Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!...
Giov 5,28-29: Coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
2 Cor 5,10: Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene, che in male.


MARIA SANTISSIMA E I SANTI

Maria, la madre di Gesù, e i Santi non sono tenuti dai T. d.G. in alcuna considerazione. Anzi chi li venera è accusato di idolatria. Possiamo capirlo, se è vero che dall'anno 100 dopo Cristo fino al 1919 (il periodo del fondatore C. T. Russel, dal 1874 al 1919, viene definito periodo di " graduale risveglio ") non ci sono stati veri "adoratori!" (cfr. pag. 69). Non c'è stato cioè nessun cristiano! Non ci vogliamo ritenere così superbi da non poter ripetere le parole che l'angelo Gabriele ed Elisabetta rivolsero a Maria:
Luca 1,28: Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te.
Luca 1,42: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo.
I cristiani non dimenticano queste altre parole della Bibbia pronunciate da Maria: Luca 1,48: D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata!
Così, come si dice a riguardo di Maria, sorella di Lazzaro: Matteo 26,7 e 13: Gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa... Gesù disse: In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo Vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto in ricordo di lei.
1 Corinzi 11,1: Fratelli, siate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Queste parole di Paolo valgono anche oggi! Possiamo imitarlo anche se ora vive " nascosto con Cristo in Dio "!
Venerando (non "adorando") i Santi, noi apprezziamo e lodiamo l'opera di Dio, che da peccatori li ha resi amici suoi e risplendenti o rispecchianti la sua santità. Solo Dio è santo! Nei " Santi " vediamo un riflesso della santità di Dio!
Levitico 11/44: Siate santi, perché lo sono santo.
Efesini 1,4: Ci ha scelti per essere santi.


IL NUMERO DEI REDENTI

1 T. d. G. posseggono un censimento esatto del proprio numero. Ciò è possibile grazie al controllo strettissimo su tutti i membri; ad es.:
media proclamatori 1980 in Italia: 81.569
media proclamatori 1981 in Italia: 87.854 (+8% del 1980)
media proclamatori 1980 ne! mondo: 2.175.403
media proclamatori 1981 nel mondo: 2.247.486 (+3,3% del 1980).
Noi cristiani non ci preoccupiamo del numero esatto dei nostri fratelli. Abbiamo letto nella Bibbia:
2 Samuele 24,2-3 e 10: II re David disse a Joab: "Fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione ". Joab rispose al re: "il Signore Dio tuo moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re, mio signore, desidera questa cosa? ". Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo si sentì battere il cuore e disse al Signore: " Ho peccato molto per quanto ho fatto ".
Nel libro dell'Apocalisse di s. Giovanni leggiamo: Apocalisse 7,4: Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei Figli di Israele...
Da questo numero - che noi sappiamo essere simbolico (è il numero delle 12 tribù d'Israele moltiplicato per 12 e poi per mille: sta ad indicare il numero sterminato dei salvati) - i T. d.G. hanno dedotto che nel Paradiso saranno 144.000 (+ 1, cioè Cristo Gesù) coloro che regneranno: sono la "classe celeste".
I predestinati sanno d'esserlo per rivelazione diretta. Essi sono gli unici che possono partecipare al " pasto serale del Signore " (" Commemorazione") (1) una volta all'anno mangiando il "pane e vino emblematici " del corpo di Cristo.
Gli altri possono assistervi (dal 1938, prima non era permesso). Nel libro "Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio" a pg. 120-156 sono contenute le indicazioni con cui ognuno può stabilire se è chiamato a partecipare alla Commemorazione (sono indicazioni molto confuse. Ognuno deve sentire dentro di sé tale chiamata). Il numero dei " partecipanti " è la cifra che manca a completare in cielo la " classe celeste " di 144.000. Tenendo conto dei decessi, il numero dei partecipanti dovrebbe diminuire di anno in anno. Non riusciamo a capire come mai nel 1973 i partecipanti in tutto il mondo furono 10.523 e nel 1974, il 7 aprile, furono 10.723! Nel 1976 invece furono 10.184. Nel 1981 furono 9.601. Alle stesse date "presenziarono" invece alla Commemorazione, senza mangiare il pane, rispettivamente 3.994.924 e 4.550.457 T. d. G. e 4.472.571 nel 76, nell'81, 5.987.893. In Italia, nel 76 presenziarono 130.748, nell'81, 187.165.
Tutti gli altri T. d.G. non andranno in cielo, ma vivranno in una terra da paradiso terrestre senza afflizioni, come Adamo ed Eva, prima del peccato. Chi non sarà T. d. G. sarà semplicemente annullato, "stroncato", non risorgerà. L'inferno non esiste. I " fortunati " che vivranno sulla terra nuova saranno comandati (regnati) dalla "classe celeste" dei 144.001.
In questo modo vengono interpretati i passi del libro dell'Apocalisse senza tener conto del loro significato allegorico e apocalittico.
Noi leggiamo con gioia il seguente versetto dell'Apocalisse: Apocalisse 7,9: Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani.
Qui il Paradiso viene presentato in modo plastico, quasi terrestre. Come avrebbe potuto spiegare l'Apostolo le sue visioni e le sue esperienze mistiche se non con immagini tolte dalla nostra esperienza terrestre?
La realtà del "Paradiso" è certamente molto distante da ciò che la nostra bocca può proferire o che i nostri orecchi possono udire: c'è la distanza che ci può essere tra Dio e l'uomo! Ci sarà posto anche per noi? Se saremo fedeli a Gesù Cristo e non lo rinnegheremo, "regneremo con lui "!
Luca 13,23-24: Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salveranno? ". Rispose: " Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno".
Entrerà chiunque crede nel figlio di Dio, Gesù Cristo: Chi crede nel Figlio ha la vita!

1 " Commemorazione " è la loro celebrazione in ricordo dell'ultima Cena.


IL COMPORTAMENTO MORALE

II loro comportamento morale, che vuoi essere "integro" è un aspetto positivo per cui ritengono d'essere " testimoni " per Dio. Il buon comportamento (con l'assenza del fumo e dell'alcool) è per essi fondamentale. Se uno sbaglia gravemente viene "disassociato" dalla loro Società. Può, se veramente pentito a giudizio del " Comitato della Congregazione", presentare domanda di riassociazione dopo un anno. La domanda potrà venire accolta dopo un ulteriore anno di prova.
Tutto ciò è suggestivo, soprattutto per chi desidera una società perfetta (moralisticamente intesa!).
Essi devono essere i "puri". E' la loro unica forza di persuasione. Essi sono i puri: tra loro non ci sono scandali, non ci sono i peccatori: perciò possono presentarsi come i veri adoratori di Dio. E' una forza di persuasione che fa molta presa sull'opinione pubblica, che è alla ricerca di gente incorrotta. Ma il puritanesimo (pelagianesimo, perfezionismo, catarismo) se da una parte può sembrare una forza (o violenza) d'altro canto si condanna da sé: di chi ti puoi fidare? se uno pecca viene espulso: ti sei fidato di uno che è pronto a condannare, ma anche ad esser condannato. E' una debolezza terribile. Chi potrebbe scagliare la prima pietra? Del resto Gesù per la sua Chiesa non ha scelto non solo membri puri, ma nemmeno capi puri e immuni da peccato, e forse lo ha fatto proprio per evitare ai suoi discepoli il pericolo del voler essere una casta di "perfetti "!
Il T. d. G. intende l'integrità morale come moneta per acquistarsi la salvezza; si salva con le proprie opere, secondo l'etica pelagiana o farisaica. Questo modo di considerare le proprie virtù e le proprie opere buone (come moneta di scambio con Dio) e la salvezza (come acquistabile o meritabile da noi) è una tentazione continua anche per il cristiano.
Egli deve sapere invece che il suo comportamento morale (di non indifferente importanza) di onestà e di amore vero è una risposta all'amore e alla salvezza donata gratuitamente da Dio al suo fedele, ed è una testimonianza che egli rende al suo Dio che lo ha salvato, perdonato e accolto come figlio. Il comportamento immorale di un cristiano "figlio di Dio" è una falsa testimonianza per il proprio Dio, un disonorare il proprio Padre, ma non ancora un uscire dalla comunità dei credenti, tolto il caso di alcuni peccati gravissimi.
E' importante che il cristiano si comporti bene, obbedisca ai comandamenti ("sapienza" e "gioia del cuore"), sia "perfetto come il Padre celeste ", ma il comportamento, benché importante, non è l'ultimo criterio. Dopo e prima di esso c'è la misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo.
Luca 18,9-14: Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri. Due uomini salirono al Tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro era pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così fra se: "O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto posseggo". Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio abbi pietà di me peccatore", lo vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.
Luca 16, 15: Gesù disse: voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio.
I Giovanni 1,8: Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.
Efesini 2,8-10: Siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.
II fariseo pensa di salvarsi con le sue opere buone. Il cristiano compie le opere buone che Dio gli suggerisce per dar gloria a Colui che lo ha salvato!
Il cristiano ha la certezza della propria salvezza in Cristo Gesù. Non ha però la certezza di perseverarvi, né può avere la certezza che gli altri ne siano esclusi! Ricorda:
Matteo 13,29: Non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania, e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio.
Chi può autorizzarsi a giudicare se stesso e gli altri, prima che lo abbia fatto il Signore?
Matteo 7, 1 : Non giudicate e non sarete giudicati.
1 Corinzi 4,4-5: Il mio giudice è il Signore. Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.


LA FINE DEL MONDO

Ne hanno prefissato più volte la data e sono costretti continuamente a correggerla.
Noi ci terremo sempre pronti. Per chi ama il Signore sopra ogni cosa, il " mondo " ha già finito di essere così importante! e non ci importa che qualcosa di esso, o tutto, ci venga a mancare: abbiamo un Padre che ci ama, questo ci basta. E per ciò che riguarda l'ultima fine di tutto il mondo sappiamo da Gesù stesso che nessuno può saperne in anticipo la data, a meno che non ritenga di essere superiore a Gesù Cristo stesso.
Matteo 24,26: Quanto a quel giorno e a quell'ora però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, solo il Padre. 2Tessalonicesi 2,1-3 a: Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere o turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.
In Apocalisse 20,2-6 troviamo queste parole: Afferrò il Dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni... Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni... Regneranno con lui per mille anni. E' il passo della Scrittura su cui i T. d.G. fondano la loro teoria e le varie ipotesi sulla fine del mondo...
Il numero mille non è da intendersi in senso aritmetico (come pure gli altri numeri usati in questo libro dell'Apocalisse), ma nel suo significato allegorico di un lungo periodo di tempo, tanto1 lungo da esser superiore all'esperienza dei singoli uomini come pure delle singole generazioni. Davanti alle parole di s. Giovanni non abbiamo da cercare il come e il quando, ma invece vi troviamo un grosso ed impellente invito ad appartenere con tutto il cuore fin d'ora al Signore Gesù, a lasciarlo padrone del nostro essere fino a rinnegare noi stessi.
Se qualcuno vuoi venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, chi perderà la propria vita per me, la salverà (Le 9,23-24).


LE AUTORITÀ CIVILI

Nei paesi a regime democratico i T. d. G. rifiutano oltre il servizio militare, anche altre forme di partecipazione alla vita civile.
II cristiano conosce i pericoli di una ubbidienza assoluta allo Stato, quando questo non è più servo di Dio, ma si fa suo nemico. Perciò il cristiano contesta la assolutizzazione dello Stato e la rifiuta, come pure si fa obiettore per quelle leggi che fossero contrarie ai pensieri divini. Le autorità costituite possono però anche essere serve dei piani di Dio. Perché i cristiani non possono usare - come nei paesi democratici - del voto per contribuire a rendere meno forti le ingiustizie e sopraffazioni?
Gli Apostoli non hanno avuto occasioni di darci insegnamenti riguardo a votazioni politiche (non esisteva possibilità di democrazia!). Non possiamo che lasciarci guidare dallo Spirito Santo, volta per volta, in queste decisioni. Riguardo alle autorità d'allora essi ci dicono:
1 Pietro 2, 13-17: State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come suoi inviati per punire i malfattori e per premiare i buoni. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti. Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.
Romani 13, 1-2: Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna.
(Leggi anche avanti fino al v. 7).


ATTENZIONE AL MALE

I T. d. G. conoscono e condannano tutto il male che c'è nel mondo, come fossero gli unici a disapprovare gli intrighi, gli inganni, i rapimenti, gli omicidi, ogni malvagità.
Anche il cristiano sa che il male è male e sarebbe bestemmia contro lo Spirito Santo definirlo bene.
Ma, grazie a Dio, non occorre avere sempre la lamentela e l'accusa nel cuore e sulle labbra: saremmo amplificatori dell'opera del Maligno, daremmo gloria a lui, faremmo il gioco di Satana che vuoi far credere di essere il più forte, di essere l'unica Presenza. Sapendo che opera dello Spirito Santo è proclamare le opere di Dio, e che con la sua grazia possiamo compiere azioni divine, noi interveniamo pure nelle situazioni di ingiustizia e di male per portarvi l'amore del Padre. Godiamo per tutto il bene che Dio opera nel mondo. Il cristiano si fa amplificatore delle opere di Dio per dar gloria a Lui!
Isaia 33,15-16: Chi si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male: costui abiterà in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarà dato il pane, avrà l'acqua assicurata.


LA TRASFUSIONE DEL SANGUE

Non viene da loro accettata: questo convincimento deriva dall'aver preso alla lettera dei comandi dati da Dio al popolo d'Israele di non bere il sangue degli animali: il sangue era ritenuto la "vita" ed unico proprietario della vita è Dio! Bere il sangue significava sottrarre a Dio ciò che gli appartiene! Bere il sangue, o farne la trasfusione per vena, ha il medesimo significato secondo i Testimoni (cfr. La verità che conduce alla vita eterna, pg. 167). Accettano invece l'uso dei sieri (siero antivipera p. es.) che pure sono estratti dal sangue.
Sarebbe disubbidienza anche alla norma data dagli Apostoli nel Concilio di Gerusalemme riguardo alla accoglienza dei pagani nella Chiesa. Atti 15,20: Si ordini loro di astenersi... dal sangue. Il divieto della legge ebraica era così grave che i Giudei divenuti cristiani non se la sentivano di dispensarne nemmeno quei pagani che si convenivano. Gli Apostoli a Gerusalemme vollero, con questo provvedimento, facilitare la comunione di vita e di mensa tra giudei e pagani convertiti (cfr. Bibbia di Gerusalemme). Ma già pochi anni dopo s. Paolo ebbe a scrivere così ai Colossesi 2, 16: Nessuno vi inganni più in fatto di cibo o di bevanda...
Colossesi 2,20-23: Se pertanto siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché lasciarvi imporre, come se viveste ancor nel mondo, dei precetti quali: "non prendere, non gustare, non toccare"? Tutte cose destinate a scomparire con l'uso: sono infatti prescrizioni e insegnamenti di uomini! Queste cose hanno una parvenza di sapienza, con la loro affettata religiosità e umiltà e austerità riguardo al corpo, ma in realtà non servono che a soddisfare la carne.
1 Timoteo 4,3-4: "Imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità".
Infatti tutto ci che è stato creato è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie... Che significato può avere "donare il sangue"? E' un dare parte della propria "vita" per la vita dei fratelli. E' di Dio la mia "vita " come è di Dio quella del fratello in pericolo di morte, che Dio ama tanto quanto me. II cristiano è lieto di poter contribuire all'opera di Dio che da la vita! E è dare la propria vita - la propria energia - anche il lavoro spossante che talvolta compiamo per amore dei fratelli: è anche questo un modo di... " dare il sangue ".

LE IMMAGINI SACRE

Per i T. d. G. le immagini sono tutte idoli.
Evidentemente Dio vuole difendere dal pericolo dell'idolatria il suo popolo. Nelle civiltà confinanti col popolo ebraico erano usati gli idoli, gli amuleti, come i portafortuna di oggi: e anche oggi è chiaro l'ammonimento della Bibbia per ogni cosa che possa distrarre dalla adorazione del vero Dio vivente, e dal dipendere esclusivamente da Lui. Perciò sta scritto:
Deuteronomio 4, 16: Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò suIl'Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita, perché non vi corrompiate e non facciate l'immagine scolpita di qualche idolo, la Figura di maschio o femmina, la figura di qualunque animale, la figura di uccello che vola nei cieli, la figura di bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto terra; perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna e le stelle tutto l'esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e servirle.
Esodo 20,3-6: Non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro, né li servirai.
E' troppo poco interpretare questi passi della Scrittura come proibizione di fare e guardare immagini e statue. E se fosse questo il significato non si comprenderebbe come mai il Signore stesso abbia ordinato a chi costruiva l'arca dell'Alleanza, da porre nel Tempio, di scolpire due cherubini per il coperchio.
Esodo 25,18-20: Farai due Cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fa un Cherubino ad una estremità ed un Cherubino all'altra estremità. Farete i Cherubini tutti d'un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. I Cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l'un verso l'altro e le facce dei Cherubini rivolte verso il coperchio.
Più che dalle immagini materialmente intese, Dio vuole metterci in guardia anche oggi dal farci altre sicurezze su cui poggiare la nostra vita: Egli è il Signore! Oggi, per es., Egli vuole " metterci in guardia dall'adorare i grandi simulacri della società democratica: uguaglianza, vita senza sofferenza, piacere senza pentimenti, libertà senza vincoli, ecc... " (cfr. Muller-Schwefe, I dieci comandamenti, Paideia 1975). Ci vuole mettere in guardia dal ritenerci noi padroni delle esperienze dì Dio, tanto da non lasciarlo più agire liberamente!
Gesù si è lasciato vedere dagli uomini, egli, Figlio di Dio (e chi ha visto lui, ha visto il Padre, Gv 14,9). Egli ancora è apparso ai suoi discepoli dopo la risurrezione e in visioni e sogni, come è narrato dall'Apostolo Giovanni in:
Apocalisse 1, 12 ecc...; Come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro, e in mezzo ai candelieri c'era uno simile a figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto il petto con una fascia d'oro.
Inoltre Maria Santissima e altri santi sono apparsi spesso in visione lungo i secoli. Possiamo quindi ritenere possibile raffigurarne la vita e quei loro atteggiamenti o episodi che aiutino la nostra memoria a meditare, a contemplare, a richiamare verità di fede, a lodare Dio e a imitare Gesù e coloro che Egli ha scelto. Abbiamo bisogno di avviare anche i nostri sensi ad aiutarci nell'atteggiamento di sottomissione a Dio e di adorazione.
Tutto quello che può aiutare a questo scopo la nostra fantasia può quindi essere utile!
Se le immagini non distraggono, ma aiutano ad adorare e a riunirsi in preghiera davanti al Dio vivente non possono essere che strumenti benedetti da Dio stesso. Possiamo ritenere le immagini come "angeli " di Dio, cioè cose che ci portano un messaggio da parte di Dio, che ricordano alla nostra pietà qualche aspetto del suo amore e della sua Presenza.

LA DOMENICA e altre dottrine

I T. d. G. negano tutte le altre dottrine cristiane cattoliche e rifiutano tutte le usanze e pratiche: sarebbe difficile elencarle in modo completo e per illustrarle bisognerebbe scrivere, scrivere... Ma credo che a questo punto un cristiano, prima di affidare al giudizio dei T. d. G. la propria fede e le proprie tradizioni sappia conservarle difendendosi con la semplice fiducia che ha nell'insegnamento della Chiesa e nell'autorità apostolica dei propri pastori: eventualmente approfondirà i dubbi con l'aiuto di qualche sacerdote. Tra le feste rifiutate " perché di origine pagana " c'è ad es. il Natale e come segno demoniaco il simbolo della croce: essi stessi però le hanno rifiutate solamente a partire dal 1919.
Accenno un po' più estesamente solo ancora ad una accusa mossa a noi cristiani, e cioè che noi abbiamo abolito un comandamento di Dio, quello dell'osservanza del sabato. A rigor di termini è vero: noi non celebriamo più il sabato come era prescritto nell'Antico Testamento, e così un'infinità di altre leggi: abbiamo sostituito questo giorno fin dai tempi apostolici con la domenica. Forse hanno contribuito più motivi a questa scelta.
S. Paolo stesso dice in Colossesi 2, 16-17: Nessuno dovunque vi condanni più in fatto di cibo o di bevanda, o riguardo a feste, a noviluni e a sabati: tutte cose queste che sono ombra delle future; ma la realtà invece è Cristo.
Se la realtà è Cristo noi festeggiamo Lui, il Salvatore, Dio stesso e non soltanto una sua legge: celebriamo ogni settimana il giorno della sua risurrezione e della Pentecoste.
Il significato profondo della legge del sabato viene così pure rispettato: ci ricordiamo che la nostra vita è di Dio, entriamo anche noi nel Suo riposo non più nel timore della Sua legge, ma nella gioia ed esultanza del Figlio Suo morto e risorto per noi.
Possiamo inoltre sottolineare che la Chiesa di Gesù Cristo ispirata e guidata dallo Spirito di Verità ha il potere di fissare nuove leggi, nuovi precetti e di abolirne altri, perché Gesù ha dato ad essa questa autorità:
Matteo 16, 19: A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.

INTERROGATIVI Al CRISTIANI

Tu, cristiano, conosci la bellezza della tua fede. Hai mai ripensato a qualche esperienza della tua vita, esperienza di vera fede, di vero incontro con Dio Padre, col suo amore misericordioso, con Gesù, Figlio di Dio, col suo perdono e la sua gioia, con lo Spirito Santo e la profondità delle sue ispirazioni?
Hai mai pensato alle tue esperienze nella comunità dei cristiani? Forse i tuoi fratelli cristiani ti hanno dato occasione talvolta di soffrire, ma quante volte non hai ricevuto proprio da qualche cristiano aiuto, conforto, comunione di beni spirituali e materiali? Se tu ogni giorno ripensi alla tua fede e alla tua esperienza e ne ringrazi il Signore, essa crescerà in te. E nei tuoi incontri con i T. d. G. o con atei, o con altri - soprattutto con i tuoi fratelli di fede - potrai testimoniare la gioia e la pace della tua vita donata a Dio e permeata dal suo Spirito e sostenuta dalla preghiera e dalla comunione di tutta la comunità dei credenti.
Nemmeno tu sei immune da pericoli e tentazioni. Come altri sono caduti, potresti cedere anche tu: perciò, "Siate temperanti, vigilate! Il vostro nemico, il diavolo, come teorie ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi" (1 Pt 5,8-9).

COME POSSONO COMPORTARSI I CRISTIANI

Data la generale poco profonda conoscenza biblica dei cristiani, ma soprattutto dato che il pericolo peggiore viene dall'effetto psicologico e spirituale, e visto che nessuna parola viene recepita dall'interlocutore Testimonio di Geova, credo si possa raccomandare di non accettare discussioni con loro. Ricordo che i T. d. G. "devono" scrivere su un modulo quante ore hanno predicato, quante visite ulteriori hanno realizzato, quanti opuscoli e riviste hanno distribuito, quanti "Studi " hanno frequentato ecc.
E sono più preoccupati di riempire i loro moduli che non di sentire il tuo parere, o di dirti una parola di gioia e di salvezza! Nel caso ti trovi a discutere, fa attenzione più allo spirito con cui si parla o si ascolta, che agli argomenti stessi che si discutono. Se ti accorgi che entra nell'animo inquietudine o senso di inferiorità, tronca il colloquio, almeno interiormente.
Parla subito con una persona che viva di fede (sacerdote o altro) e prega insieme con lui, soprattutto se è rimasta un po' di paura o oppressione, e il sacerdote (o altri) che ti accoglie si preoccupi anzitutto, prima ancora dì chiarire i dubbi teologici sollevati, di aiutarti a ristabilire un contatto di fiducia col Signore Gesù e di abbandono a Lui.
Prega affinché il lavoro dei T. d. G. di casa in casa sia trasformato in strumento per il Regno di Dio, per una maggiore sensibilizzazione e più decisa risposta dei cristiani al Signore Gesù Cristo, come talvolta è già successo, in modo stupendo!

Aggiungo qui, come testimonianza, una lettera di un amico evangelico (protestante) tedesco. Egli ci da esempio di come si possa conservare amore e comprensione per i T. d. G., pur nella fermezza e saldezza della fede.

" Ho conosciuto i Testimoni di Geova durante gli anni di studio a Berlino. Venivano anche in casa mia ed io non li volevo scacciar via. Li ho ascoltati e sono perfino andato alle loro riunioni per conoscerli. Ma non ho mai perduto l'amore per l'unica Chiesa di Gesù Cristo, anche se spesso essa è povera e poco ben presentata, anche se nelle chiese ci sono solo alcune vecchiette e anche se molte cose vengono fatte solo esteriormente e senza molto Spirito dall'Alto: " ecco l'ancella povera, ma piena di grazia...".
Ho scoperto che la maggior parte dei Testimoni sono persone semplici, che possono facilmente essere indotte in errore perché pochi sanno distinguere lo "spirito di dominio" dallo Spirito Santo. E' il Maligno, molto intelligente.
Si potrebbero scrivere molte apologie. Ma l'importante è che i cristiani diventino cristiani maturi, cristiani saldi nella fede e che non vengano sballottati qua e là da ogni vento di dottrina, come dice s. Paolo. E' un compito arduo che non finirà mai.
E' importante non solo la parola e la S. Scrittura, ma la vita, una vita esemplare che mostri cosa significhi la vera sequela di Gesù Cristo. La parola divenne carne: vuole diventarlo anche attraverso di noi! ".

Edited by Domenico-89 - 20/6/2016, 16:27
 
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