Amiamo Dio con Gesù e Maria

La Madonna, A cura di frà Tommaso Maria di Gesù dei frati minori rinnovati

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view post Posted on 30/11/2014, 06:07
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Domenico-89

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A cura di frà Tommaso Maria di Gesù dei frati minori rinnovati

Via alla Falconara n° 83 - 90100 Palermo - Tel. 0916730658

V- Madre della Chiesa e delle creature. Il Concilio Vaticano II ha messo in luce la singolare posizione della Beata Vergine Maria nella storia della salvezza e quindi nella storia e nella vita della Chiesa. Umile figlia dell'antico Israele, Maria è insieme la primogenita e la Madre del nuovo, un pò come è Figlia e Madre di Dio. Figlia primogenita della Chiesa in quanto è il primo frutto della salvezza, “redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo" (L.G., 53) e quindi primo tralcio inserito in Cristo, primo membro del Suo Corpo mistico. Ma soprattutto Maria è Madre della Chiesa, perchè predestinata fin dall'eternità ad essere la Madre di Colui che doveva dar vita alla Chiesa stessa. Attraverso quest'umile Vergine la salvezza promessa da Dio fin dalle origini del genere umano giunse agli uomini e ciò fu “quando il Figlio di Dio assunse da Lei la natura umana, per liberare con i misteri della sua carne l'uomo dal peccato" (L.G., 55). Così Maria, la primogenita dei redenti, diventa la Madre dei redenti stessi, la Madre del nuovo popolo di Dio, tanto che i Padri, "paragonandola con Eva, chiamano Maria "Madre dei viventi" e confermano spesso: “la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria" (L.G., 56).
La Madre del Salvatore è di diritto la Madre dei salvati e:non solo perchè ha generato il Salvatore alla vita del tempo, ma perchè fu intimamente associata alla Sua opera di salvezza.
Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre, nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo del tutto singolare all'opera del Salvatore ... per restaurare la vita soprannaturale nelle anime" (L.G., 61).
L’ufficio materno che Maria esercita verso il Figlio si estende a quanti crederanno in Lui. Ai piedi della Croce, quando Gesù Le affida Giovanni, e nel cenacolo, dove in mezzo ai discepoli attende lo Spirito Santo, Maria appare in pieno nella funzione di Madre della Chiesa, la quale nel cuore materno di Lei trova sostegno e dalla sua preghiera attinge forza e fecondità apostolica.
La Madonna è “intimamente congiunta alla Chiesa" anche in quanto ne è figura e modello: “nell'ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo" (L.G., 63).
Maria, che senz'ombra di dubbio, ha creduto a Dio e alle Sue promesse in circostanze quanto mai oscure e difficili, è il sublime modello della fede della Chiesa. Ed è modello di Carità, perchè più di ogni altra creatura ha amato Dio e gli uomini (cf L.G., 65). Ma c'è un altro motivo che sollecita la Chiesa a seguire le orme della Madre di Dio e Madre sua: anch’essa, come Maria, per la sua unione con Cristo è Madre e Vergine. Madre perchè “con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale figliuoli concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio"; Vergine in quanto “custodisce integra e pura la fede data allo Sposo" (L.G., 64).
Tutto ciò la Chiesa consegue in grado tanto più alto quanto più, contemplando Maria, si studia di ricopiarne le virtù, particolarmente la perfetta adesione alla volontà di Dio e la fedeltà nell'accogliere e custodire la parola divina.

VI- Corredentrice. Il primo aspetto della mediazione di Maria è la Corredenzione, ossia la cooperazione all'opera della nostra salvezza.
Perchè Iddio volle unire al Redentore anche una Corredentrice? Questa ragione va ricercata nel piano divino.
Rovinato il genere umano da Adamo ed Eva, Dio volle salvarlo per mezzo dell'Uomo-Dio Gesù, nuovo Adamo e per mezzo di Maria, la nuova Eva. Adamo soltanto sarebbe stato sufficiente per rovinare tutto il genere umano: di fatto però egli lo rovinò con la cooperazione di Eva. Come Adamo ed Eva nella nostra rovina, così Cristo e Maria nella nostra redenzione. Noi possiamo trovare la 'predizione di questa corredenzione nel cosiddetto Protoevangelo (Gen 3,15), quando Dio disse al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna". Con queste parole viene espressa la strettissima unione tra Cristo e Maria nella redenzione. Per questo i Padri della Chiesa e gli scrittori ecclesiastici, fin dai tempi apostolici - contemplando il famoso parallelismo paolino allusivo al Protoevangelo: “Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti vengono vivificati” (cf Rm 5, 12-25) - dissero: "Come in Adamo ed in Eva tutti muoiono, così in Cristo e in Maria tutti vengono vivificati”.
La profezia del Protoevangelo si verificò a Nazareth, nel momento dell'Incarnazione e sul Calvario nella morte redentrice di Cristo. Alla scena dell'Eden fa perfetto riscontro quella di Nazareth: nell'Eden l'angelo delle tenebre, il serpente, istiga e corrompe Eva e Adamo; a Nazareth, l'Angelo della luce, Gabriele, ottiene il “fiat" di Maria, la quale diventa la Madre del Redentore, concependo, con Lui, spiritualmente, tutta l'umanità, mistico Corpo di Cristo. Al dramma dell'Eden fa riscontro quello del Calvario. Tre elementi nell'Eden furono strumenti della nostra rovina: Adamo, Eva e l'albero da cui pendeva il frutto proibito. Nel dramma del Calvario ritroviamo, strumenti della nostra redenzione, Cristo, Maria e l'albero della Croce, il Redentore, la Corredentrice e il frutto del legno della Croce, ossia la passione di Cristo e la compassione di Maria.
Secondo la profezia di Malachia (3,3-4), Gesù sarebbe stato offerta gradita a Dio nel tempio per purificare il popolo dal peccato. Ma, adeguandosi alle sue condizioni di neonato, Gesù vuole essere offerto per le mani di Sua Madre che appare qui, prima che sul Calvario, nella funzione di Corredentrice. Tutto ciò ci viene confermato dalla parola di Simeone: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione... E anche a te una spada trafiggerà l'anima" (Lc 2,34-35). Si potrebbe ancora osservare che la purificazione di Maria, alla quale Ella non era tenuta perchè Vergine e pura, connessa alla presentazione di Gesù al tempio, è simbolo di quella purificazione di cui l'uomo è sempre bisognoso e che può essere ottenuta solo per i meriti di Cristo presentato al Padre "per espiare i peccati del popolo" (cf Eb 2,17). Con la sua umiltà e obbedienza alla legge, Maria si unisce alla obbedienza di Cristo fino alla morte di Croce.

VII- Maria sempre Vergine. Dopo la Madonna contestata ci imbattiamo nel cap. XI, 'dove sono presentati "i fratelli e le sorelle di Gesù!” Queste ingenue? puerili? obiezioni le confuterò a suo tempo. Per ora parliamo della sempre Vergine Maria così come ci risulta dai vari racconti della S. Scrittura. Per il momento, per soddisfazione di chi legge, dirò che è vero che la Bibbia parla di fratelli e sorelle di Gesù, ma MAI di altri figli di Maria.
Leggendo attentamente Isaia (7,14) è facile scoprire che “la vergine concepirà e partorirà”, ossia che Maria, vergine concepisce per opera dello Spirito Santo, e vergine partorisce. Il Verbo Eterno, nascendo come Dio-Uomo da Maria, consacra l'integrità verginale della Madre. In Luca (1,26-38) si coglie il dialogo tra l'Angelo Gabriele e Maria. E' chiara la preoccupazione di Maria di mantenere intatta la sua Verginità a Dio consacrata e pronuncia il suo "fiat" soltanto quando l'Angelo l'assicura “Non temere, Maria... nulla è impossibile a Dio". Altre figure bibliche si possono riferire alla perpetua verginità di Maria: sono quella del “roveto ardente che non si consuma” (Es 3,2 ss.); quella di Ezechiele (44,1-2): "porta chiusa", applicata a Maria SS....
S. Basilio ricorre al "sensus fidellum" e dice: "Coloro che amano Cristo non sopportano di sentire che la “Madre di Dio” abbia ad un certo punto cessato di essere “vergine". S. Leone Magno dice: “Lo partorì (Gesù), conservando la Verginità come lo concepì conservando la Verginità”. Timoteo di Alessandria dice: “Poichè era il Dio incorruttibile che nasceva, Egli nacque dalla S. Vergine senza corromperne la Verginità”. Gaudenzio di Brescia ha scritto: “non ha potuto violare l'integrità nascendo, Colui che era venuto per reintegrare la natura".
Proclo di Costantinopoli afferma: "Se la Madre non è rimasta Vergine, allora il nato è solo uomo, e non ha avuto luogo nessuna nascita prodigiosa. Ma se Ella, dopo il parto, è rimasta Vergine, perchè Egli non avrebbe dovuto essere Dio?".
Dal Concilio Costantinopolitano II (553) abbiamo: "Prese carne dalla gloriosa Theotòkos (= Madre di Dio) e sempre Vergine Maria”. Anche Lutero, Zuiglio e Calvino furono difensori energici della perpetua Verginità di Maria. Non così gli altri "riformatori". In ultimo possiamo osservare: Gesù entra nel Cenacolo, più volte, a porte chiuse... senza violare nulla. Quando il fiore emette il profumo, lascia integra la corolla; quando dalla bocca esce la parola o il canto, le labbra non si strappano; quando dalla mente esce il pensiero che si traduce in iscritto e suono nella bocca, il suo passaggio e la sua attuazione lascia integri tutti gli organi e le parti del corpo per cui si esprime. Tutto ciò è soltanto opera ordinaria di Dio che sfugge alla nostra osservazione perchè attribuiamo tutto alla natura, dimenticandone l'Autore.
La natura di Cristo, l'Incarnazione, è un mistero profondo di Dio: e chi si avvicina a Dio, tocca necessariamente il mistero ed il prodigio. Infine, bisognerà ricordare che nella Chiesa di Dio i continui miracoli rendono evidente il dito di Dio e la presenza dello Spirito Santo che guida la Chiesa "alla Verità tutta intera” (cf Gv 10,13).
La presenza, anche visibile, di Maria tra gli uomini è uno dei fenomeni più frequenti e sconvolgenti che tocca il cuore dell'umanità e sorregge la fede, nonostante tante avversità e persecuzioni verso il Corpo Mistico di Cristo. Chi non conosce o non ha sentito parlare delle tante apparizioni della Madonna? E nello stesso tempo, chi non conosce la serietà unica e la diffidenza della Chiesa nell'accettare e vagliare tali avvenimenti?

VIII- Maria SS. aiuto dei Cristiani. La festa dell'Ausiliatrice assume ai nostri giorni un significato tutto particolare a causa della lotta fra la Città di Dio (la Chiesa) e la città di satana (il blocco delle forze anticristiane).
La Madonna è l'Ausiliatrice della Chiesa e del suo Capo, il romano Pontefice, contro le insidie e gli attacchi avversari. Fin dagli albori dell'umanità, alla Madre del Salvatore, alla nuova Eva, veniva affidata (Gen 3, 15) la singolare missione di cooperazione col nuovo Adamo (Cristo) in tutta l'opera della Redenzione. Nei momenti più critici della vita della Chiesa, nelle svolte più decisive della storia, l'umile navicella di Pietro, pilotata dal suo successore, tra flutti e marosi tempestosi, sa di non poter sommergere per le promesse divine, per le quali sa di essere invincibile e incrollabile. Queste promesse divine si imperniano sull'aiuto di Dio, onnipotente per natura, anche attraverso il braccio e la mano materna di Maria, onnipotente per grazia. Per questo la Chiesa e il suo Capo visibile si sono sempre rivolti e si rivolgeranno sempre con immutata fiducia alla Madonna, ripetendoLe con S. Germano: “Universo mundo auxiliatricem manum tuam porrige" (“Stendi a tutto il mondo la mano tua ausiliatrice").

La Chiesa non è rimasta mai delusa in questa sua fiducia. S. Giovanni Bosco, il grande propagatore del culto verso Maria SS. “Aiuto dei Cristiani”, adduce ben 20 esempi di straordinario intervento di Maria in favore dei Cristiáni. Tre di essi meritano di essere ricordati in modo particolare: la vittoria di Lepanto (7-10-1571), di cui ho già parlato; la liberazione di Vienna (nel 1683) e la liberazione di Pio VII, dopo cinque anni di prigionia napoleonica (il 24-5-1814), liberazione che diede origine all'istituzione della festa di Maria SS. “Auxilium Christianorum" (16 sett. 1816). Il Papa Pio XII non esitò a definire la vittoria del 18 aprile 1948 una seconda Lepanto, ritenendola “una grazia della Castellana d'Italia".
Pio XII riteneva la Madonna “la vincitrice di tutte le battaglie di Dio". Nessuna meraviglia quindi se il culto di Maria Ausiliatrice, per opera principalmente di San Giovanni Bosco e dei suoi figli, si sia rapidamente diffuso in ogni parte della terra.
Il celebre segretario fiorentino, Nicolò Macchiavelli, diceva: "Italiani, rifacciamoci alla storia!”. Con maggior ragione la Chiesa può ripetere a tutti i suoi membri: "Cristiani, rifacciamoci alla storia!. Essa è tutta intrecciata all'aiuto di Maria!".

IX- Maria nella fede e nella vita cristiana. I Protestanti - i classici negatori delle grandezze di Maria, e non di rado anche qualche cattolico poco illuminato - non possono contenere la loro meraviglia dinanzi alla parte larghissima che ha la Madonna nella Liturgia della Chiesa e nella devozione dei fedeli.
Tale meraviglia svanirebbe se si riuscisse a capire la parte importantissima che il ruolo di Maria ha nella fede e nella vita dei cristiani. Infatti, come si potrebbe concepire la fede cristiana senza Maria? E' evidente che la nostra fede ha per centro necessario Cristo, l'Uomo-Dio e Mediatore fra l'uomo e Dio. Ma Cristo, nella realtà dell'economia divina, non è neppure concepibile senza Maria, Madre Sua e Sua indivisibile Compagna in tutta l'opera redentiva e mediatrice. Perciò è impossibile separare il Verbo Incarnato da Colei nella quale si è incarnato. Dante direbbe: "Ella è la rosa in cui il Verbo divino carne si fece. .." (Par. XXIII,73 ... ).
Possiamo concludere che la fede cristiana senza Maria non è neppure concepibile. “Nella S. Scrittura - così scrisse S. Pio X (Encicl. Ad diem illum) - quasi tutte le volte in cui viene predetta la nostra grazia futura, il Salvatore degli uomini vien presentato congiunto alla Sua Madre". Per questo Cristo e Maria, anche durante la vita terrena, sono intimamente congiunti nella mente e nel cuore e, quindi, anche nella venerazione e nel culto della Chiesa e di tutti i fedeli.
E' certo che dove più fiorisce la venerazione per Maria, ivi fioriscono la fede ed il culto verso Cristo. Mentre dove languiscono venerazione e culto verso Maria, ivi languiscono la fede ed il culto verso Cristo. La storia di tante confessioni piombate nel razionalismo negatore di Cristo, sta ad attestarlo.
Non è meno grande la parte che ha Maria nella vita cristiana, la quale, come si sa, é vita soprannaturale della grazia divina, innestata nella nostra vita naturale, per cui diveniamo “compartecipi della divina natura" (cf 2 Pt 1,4).
Ma chi è Maria? Ella è la Madre dell'Autore della Grazia!... Quindi Maria, insieme con Cristo, quantunque in linea secondaria e subordinata, non è estranea a tutta la nostra vita cristiana. Inoltre, la Madre del Verbo Eterno, dell'Uomo-Dio, ci è stata data da Dio come modello e come aiuto: come modello (il più perfetto e il più adatto) di vita cristiana, ossia di vita di fede, di speranza e di carità; e come aiuto per poter imitare Gesù che è Via, Verità e Vita.

Non cattolico. Nonostante le tue molteplici risposte e spiegazioni, i non cattolici non riescono a convincersi di Maria mediatrice, del nome di Madonna, delle varie distinzioni che fate nel culto per difendervi dalla idolatria, dell'appellativo Madre della Chiesa, dell'invocazione "Ave gratia plena" , facendo capire che Maria è distributrice di grazie. Invece dai vari episodi biblici Maria appare per quella che è, anzi spesso è proprio Gesù ad usare una certa durezza con Maria e a fare certe distinzioni onde evitare malintesi ed esagerazioni. Infine voglio farti presente che la dottrina mariana della Chiesa cattolica costituisce uno dei più grandi ostacoli per l'Ecumenismo.

Cattolico. Le tue obiezioni, in gran parte, trovano già una risposta in tutto quello che ho detto finora della Madre di Gesù. Ma capisco l'assillo del non cattolico il quale, per la sua tradizionale opposizione al cattolicesimo, riesce difficilmente a convincersi della grandezza di Maria. Grandezza, d'altra parte, che si ricava direttamente dalla Bibbia che più volte fa riferimento alla Sua divina Maternità. Il titolo di Madre del Dio fatto Uomo è, da solo, sufficiente a illuminare e a giustificare tutte le altre prerogative mariane.
E' vero che la Bibbia non dice molto di Maria, ma, approfondendo i testi, la liturgia cattolica non teme di applicare a Maria una serie di passi biblici anche veterotestamentari. Infatti La canta con gli elogi dell'Amata, della Sapienza, della Città santa, del Tempio,ecc., anche se è da credere che gli autori non pensarono in principio alla Madre del Messia.
Soltanto nel secolo VIII a.C. il profeta Isaia ci parlerà di "una giovane donna", dalla versione dei Settanta tradotta "la Vergine", e rappresenterà così una nuova tappa della rivelazione. Nella stessa epoca, il profeta Michea descrive l'avvento del Messia, come "il tempo in cui partorirà colei che deve partorire" (cf Is 7,14; Michea 5,2). Questi brevi presagi non ci descrivono la Madre del Messia, ma oppongono al re incredulo, Acaz, che confida soltanto nella forza degli eserciti dell'Assiria, il Messia bambino, inerme, in cui opera il solo potere salvifico, quello di Dio. Se il quasi silenzio su Maria ci sorprende nell'A.T:, non possiamo dire altrettanto del Messia, della sua passione e delle circostanze concrete della sua opera.
L’A.T. aveva il compito di preparare gli animi alla venuta del Messia, e credo che tutta la Scrittura veterotestamentaria abbia ben assolto questo compito. Perciò non c'è da meravigliarsi se in tutte le previsioni messianiche, la Chiesa di Cristo intraveda sprazzi di luce su Colei che ne sarebbe stata la Madre. Osea, nel sec. VIII, dopo secoli in cui la personalità della donna era stata depressa, vede nell'amore umano, specialmente nella maternità, un grande valore sì da elevarlo al rapporto di comunione tra Yahweh e Israele. Ormai appaiono numerose figure che attestano l'importanza, sempre maggiore, che la donna acquista nella vita d'Israele: l'Amata del Cantico dei Cantici, la donna perfetta dei Proverbi (3 1,10-3 1), Rut, Ester, Sara, la sposa di Tobia, Giuditta, ecc.... Così, quindi alla fine, può apparire la Vergine chiara e ferma dell'Annunciazione, che non avrebbe trovato posto nell'epoca antica. Le età che precedono Maria abbozzano a poco a poco i valori religiosi che essa eleverà al più alto punto. La sua devozione di madre, che la guiderà fino al Calvario, appare già in Rispah, che difende i corpi dei suoi figli giustiziati (2 Sam 21,1-14). La fede, l'amore e, l'ardente speranza del suo “Magnificat” si modellano sulle forme dei salmi e, soprattutto, su quelle del Cantico di Anna (1 Sam 2,1-10).
La sua umiltà, la sua semplicità e la sua fiducia procedono e si nutrono della religione dei poveri di Yahweh. La sua santità è il supremo frutto dell'A.T.
La missione di Maria si fa strada lentamente nel N. Testamento. Il Libro degli Atti, che conserva sia lo schema che la tematica della predicazione originaria, è tutto concentrato sulla missione di Gesù, dal suo battesimo alla sua Pasqua. Il Vangelo che si scorge alla base dei tre sinottici, menziona Maria una sola volta (Mc 6,3) per proclamare la superiorità della maternità spirituale su quella della carne.
Paolo, senza neppure nominarla, allude in un'occasione a Gesù come “nato da donna" (Gal 4,4). In Matteo (1,18-25) appaiono i racconti dell'infanzia e, specialmente, quello della concezione verginale di Gesù. In queste tradizioni, prettamente semitiche, San Giuseppe occupa il primo posto, poichè è colui che trasmette a Gesù l'eredità messianica: riceve i messaggi divini (Mt 1120-21; 2,13.19-20.22) e prende decisioni, mentre Maria rimane silenziosa al suo fianco. L’evangelista Luca mette Maria in piena luce. Le sue tradizioni palestinesi conferiscono a Maria il suo vero ruolo e permettono di intravedere la sua profonda personalità. Questo evangelista, nel racconto della missione di Gesù aggiunge soltanto un detto analogo a quello di Marco (cf Lc 11,28), ma presenta Maria in preghiera nel Cenacolo all'inizio degli Atti degli Apostoli (At 1, 14). In Giovanni la missione di Gesù è inquadrata fra due scene mariane visibilmente contrastanti (Gv 2,1-12; 19,25-27). Tanto a Cana come sul Calvario, Gesù definisce sopranamente il ruolo di sua Madre, prima come fedele, poi come madre dei suoi discepoli.
Di conseguenza la tradizione evangelica dà un valore crescente alla figura di Maria. Si può tentare di scoprirne i motivi.
E' logico che la prima generazione cristiana concentrasse il suo interesse sulla missione di Gesù: è pure normale che Luca e Giovanni, che si rivolgevano ai Greci, più sensibili dei Semiti sull'importanza della donna, dedicassero una maggiore attenzione alla Madre del Salvatore. Non.era forse necessario che trascorresse un certo tempo prima che i discepoli potessero discernere i valori evangelici, più segreti, più reconditi, che sono incarnati in Maria?
Seguendo i dati evangelici comprendiamo sempre meglio la sua missione.
Luca dice tutto brevemente (Lc 1,26-38) e Matteo ne conferma l'essenziale: Maria abitava a Nazareth, era vergine sposata con Giuseppe, discendente di Davide. Gli evangelisti, sempre molto sobri, non si curano di dati secondari, molti dei quali li ricaviamo dagli apocrifi e dai Padri della Chiesa. Si ignora se Maria è di discendenza davidica o di stirpe sacerdotale, come si potrebbe concludere dalla sua parentela con Elisabetta. Maria era stata educata nell'ambiente palestinese del sec.I e conosceva l'A.T. L'Angelo Gabriele, Elisabetta e Simeone, per comunicarle la missione di Gesù e la sua, citano gli oracoli di Isaia (Lc 1,31 e Is 7,14; Lc 2,30-32 e Is 40,5; 52,10; 42,6; 46,13), di Sofonia e di Zaccaria (Lc 1,28 e Sof 3,14-17; Zac 9,9), 1 racconti di Agar (Lc 1,31 e Gen 16,11), di Sara (Lc 1,37 e Gen 18,14), di Giaele (Lc 1,42 e Gdc 5,24). Ella stessa esprime la sua gioia con i versetti dei salmi e soprattutto dei Cantico di Anna (Lc 1,46-55 e 1 Sam 2,1-10). Dopo la nascita di Gesù, osserva la legge della purificazione e le altre prescrizioni della Torak (Lc 2,22- 24.27.39). Sappiamo che il suo fidanzamento. con Giuseppe costituisce, in conformità all'usanza giudaica, autentico matrimonio legale.
Luca attesta che la verginità di Maria è, più che un fatto materiale, una decisione personale di fronte alla quale si sente consacrata per sempre e tutta al Signore. Certo questo proposito è assai sorprendente in una giovane sposa, soprattutto nell'ambiente veterotestamentario.
E' vero che si trova qualche analogia nella Palestina del sec. I a.C., dove gli Esseni osservavano una stretta continenza: si proponevano anzitutto di evitare le impurità legali supposte dall'esercizio del matrimonio, anche quello legittimo (cf Lev 15). Maria non manifesta le sue ragioni, ma Luca lascia capire che la sua prima cura è quella di essere “l’ancella del Signore", totalmente dedicata al suo servizio, con l'esigenza di un amore esclusivo. Ciò le permette di realizzare il valore più alto dell'A.T., quell'amore totale che già abbozzarono Osea, Geremia, Ezechiele, i Salmi, il Cantico dei Cantici, ecc. (Salmi 16; 23; 42; 63; 84; 103, ecc.). Questi dati sono parchi, tuttavia permettono di comprendere che Maria ha ricevuto da Dio un appello eccezionale a cui vuol rispondere con tutto il suo cuore.
Maria è, quindi, pronta e Dio può disporre di Lei per la sua missione. E Dio lo fa in conformità all'economia generale dei suoi divini disegni, lo fa mediante una serie di rivelazioni progressive che illuminano gradualmente la fede di Maria e le rivelano il suo ruolo: ad essa spetta rispondere a Dio a nome di tutto il suo popolo. L'unica obiezione di Maria è quando fa notare all'Angelo il suo fermo proposito di Verginità, ma l'Angelo la tranquillizza. Ora Maria ne sa già a sufficienza per dare a Dio la risposta del suo popolo. La sua maternità è la più lucida, la più volontaria che sia esistita, esiste ed esisterà. Il mistero è troppo grande perchè Ella lo manifesti. Ma durante la visitazione ad Elisabetta, lo Spirito Santo le rivela, tramite la sua parente, il ministero profetico di Giovanni, la stessa sua missione di Madre del Signore... e prorompe nel “Magnificat”…che è tutto un programma esploso alla gioia del cuore di Maria. A Betlemme, Maria si accorge che la sua missione è soltanto agli inizi.
Maria, presentando al tempio Gesù, ascolta dalla bocca di Simeone una rivelazione; prolungando gli oracoli del Servo di Yahweh, l'ultimo profeta dell'A.T., Simeone, saluta in Gesù “la luce delle nazioni" e indica a sua madre, in modo oscuro, il mistero della passione: la spada la assocerà all'opera della redenzione.
Ma Gesù, a dodici anni, sale a Gerusalemme per la Pasqua (Lc 2,41-50) e coglie l'occasione, nel ritrovamento al Tempio, di far capire ai genitori la sua coscienza filiale verso il Padre celeste. Le parole di Gesù furono dure per Giuseppe e Maria. Luca riferisce che non le compresero, ma entrambi trovano in questo episodio una luce nuova per la loro missione.
Certamente Maria è la prima fedele del divin Maestro, e l'episodio di Cana (Lc 2,51) le manifesta questo cambiamento e accrescimento della sua missione. Infatti è la prima ad avvertire l'imbarazzo dei suoi ospiti, gli sposi, e vi provvede subito ricorrendo a Gesù, il quale La esaudisce al più presto, ma Le vuole far rimarcare che la sua missione è indipendente da tutti i legami della terra. E Maria si tiene sempre nell'ombra durante la missione di Gesù. Appare una sola volta per intendere la medesima lezione, che suona molto aspra per lo nostre orecchie: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli ... ?" (Mc 3,31-35; Lo 8,19-21), In queste parole, e nella beatitudine, analoga di S. Luca (11,27-28), la tradizione ha visto giustamente la definizione della vera grandezza di Maria.
Elisabetta si felicitò con Maria per la sua fede (Le 1,45), fede che aumentò enormemente alla luce degli avvenimenti e dei messaggi divini, che Maria conservava nel suo cuore meditandoli (Lc 2,19.51). Quanta attenzione dovette prestare alla parola del suo Figlio divino!... E come dovette praticarla!... Sul Calvario, in una scena che offre l'esatta antitesi al racconto di Cana (Gv 19,25-27), è venuta l'ora di Maria. Tutti i discepoli sono fuggiti, eccettuato il prediletto. Maria è presente e le viene affidato Giovanni: "Donna, ecco tuo figlio". Il contesto è austero, troppo carico di intenzioni, e San Giovanni è troppo teologo, troppo attento ai simboli, perchè in queste parole non si trovi altro che l'affettuosa preoccupazione di un figlio che abbandona sua madre. Maria capisce che essendo la Madre del Maestro deve adesso essere la madre di tutti i suoi discepoli, i suoi nuovi fratelli e prepararli per il compimento del loro lavoro al servizio del Regno.
Due testi del N.T. suggeriscono discretamente questa missione materna di Maria nella nascente Chiesa. Il Libro degli Atti (1,14) mostra, dopo l'Ascensione, gli Undici nel Cenacolo, che "perseverano concordi nella preghiera, assieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù".
Nell'Apocalisse, al cap. 12, troviamo la donna dalle dodici stelle, vestita di sole. La tradizione, che all'inizio l'ha identificata con la Chiesa, le ha dato, a poco a poco, in maniera parallela, un significato sempre più mariano. I critici moderni si dividono ancora fra l'una e l'altra interpretazione; ma anche quelli che si attengono all'interpretazione più antica riconoscono volentieri che il veggente ha potuto, senz'altro pensare alla Madre di Gesù: non era già stata salutata in Luca come la personificazione del popolo di Dio? E Giovanni non aveva visto in Maria, la Madre dei fedeli?
La tradizione continua la penetrazione del mistero di Maria che noi abbiamo constatato presso gli autori del N.T. Questa progressiva intelligenza appare in un doppio uso della S. Scrittura.
I Padri della Chiesa esprimono spesso il loro pensiero circa Maria, applicandole le figure dell'A.T. L'attuale liturgia conserva molte delle loro trovate. Canta Maria come il Tempio di Dio, l'Arca dell'Alleanza e il paradiso messianico (Is 35,1-7), immagini espressive che denotano la presenza di Dio nella Vergine. Il roveto ardente rappresenta la medesima presenza, che lascia inviolata la sua verginità. Gli oracoli e i salmi su Gerusalemme sono utilizzati per cantare la sua maternità universale.
Il Cantico dei Cantici le è applicato come alla fedele più amata e come alla personificazione del popolo eletto. I tratti delle grandi figure ideali, Debora, Giuditta, la Sapienza, servono per illustrare questo o quell'aspetto della sua santità. Eva, infine, madre universale e fonte del peccato, offre una eccellente antitesi alla nuova Eva, fonte di vita per gli uomini a motivo della sua fedeltà.
Questo uso dei testi veterotestamentari sorpassa evidentémente l'intenzione dei loro autori; ma comprende a fondo i valori spirituali che essi hanno voluto esprimere: hanno preparato Maria e si sono compiuti in Lei.
La tradizione - come ho già detto - ha pure meditato i testi del N.T. per dedurre una esplicita dottrina mariana. Il titolo di Madre di Dio era così caro nel secolo V, che il popolo cristiano accolse con entusiasmo la condanna di Nestorio al Concilio di Efeso, scorgendo in essa un'esigenza del testo della Bibbia. I dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione non vogliono esprimere che una intelligenza più penetrante del Vangelo e si fondano sui suoi dati: l'eccezionale santità di Maria proclamata dall'Angelo e la sua singolare unione alla santità di Gesù e a tutto il suo mistero pasquale.
Oggi ancora, attraverso la Scrittura, la riflessione cristiana si allaccia di preferenza alla maternità universale di Maria, ai legami così stretti che legano il suo mistero a quello della Chiesa. Maria nel disegno di Dio è la Madre di Gesù. In questo consiste la sua grandezza, la sua vocazione, il suo posto unico.
Preparato dalla lenta ascensione di Israele, questo disegno secolare culmina in Lei. Per la sua fede, il suo amore e la sua semplicità, Ella è il fiore più bello del suo popolo e di tutto il genere umano.
Molti, soprattutto tra i non cattolici, temono a volte che la nostra devozione a Maria menomi il culto dovuto a Gesù, alla sua unica signoria. Alcune devozioni imprudenti e alcune espressioni inesatte poterono offrire, a volte, un pretesto a questi timori. Ma la nostra fede, che si fonda sulla S. Scrittura e sulla sua intelligenza tradizionale, sa che Maria non desidera un culto che la opponga a suo Figlio. Ella vuole essere sua serva, consacrata interamente alla sua opera.
Grazie a questa comunione unica con la missione di Cristo e con la sua Croce, Ella partecipa tanto della sua santità come del suo potere e della sua gloria.
Il Conc. Vat. II, nel cap. VIII della Costituzione Lumen Gentium, promulgata il 21.11.64, ha fornito il più ampio e più ricco documento conciliare mariano della storia bimillenaria della Chiesa. Il testo approvato definitivamente si ispira ad una mariologia ecclesiotipica e biblica. Con questa impostazione è facilitato il dialogo ecumenico che trovava nella mariologia preconciliare il suo più grande ostacolo (Enc. della Bibbia, Ed. LDC - Leumann, p. 973).

Non cattolico. Hai detto tante cose, ma non ancora mi sento soddisfatto. Ti prego ora di rispondere ad ognuna delle domande che ti porgo.
- Il Cardinale Paul Emile Léger, al Conc. Vat. II, 11 ottobre 1964, si oppose al titolo di “Mediatrice" dato a Maria dicendo: “E difficile ad essere esattamente interpretato; sembra in contraddizione con il testo biblico che chiama Cristo il solo Mediatore".

Cattolico. Ribadisco che la Chiesa proclama solennemente, come ha sempre fatto, che Cristo è l'unico ed eterno Mediatore. Nessuna creatura infatti può essere paragonata al Verbo Incarnato e Redentore; ma come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato e dai sacri ministri e dal popolo fedele, e come l'unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, cosi anche l'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una vera cooperazione partecipata da un'unica fonte.
E questa funzione subordinata di Maria, la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e la raccomanda all'amore dei fedeli, perchè, sostenuti da questo materno aiuto, siano continuamente congiunti col Mediatore e Salvatore (cf Lumen Gentium, 437-438). Queste parole del Conc. Vat. II potrebbero e dovrebbero tranquillizzarti, tanto più che il documento che ne parla, su 2156 votanti ha avuto 2151 voti favorevoli. Il Card. Léger era tra i 5 contrari...

Non cattolico. Il nome "Madonna" (mia Signora) non si trova neppure una volta nelle Sacre Scritture.

Cattolico. Più di una volta ho detto che molte parole non si trovano nella S. Scrittura, come, per es., la stessa parola Bibbia, eppure le usiamo convinti di dire parole esatte e che hanno un loro chiaro e preciso significato. Anche più volte ho fatto cenno alla missione e alla grandezza di Maria. Non credo che invocandola col titolo di Madonna (mia Signora) si contravvenga alla S. Scrittura, dal momento che la stessa Scrittura ce la presenta esplicitamente come "Madre del Signore", o dell'Emmanuele, Dio-con-noi.

Non cattolico. Ho già detto che il clero insegna ad invocare e a pregare Maria con tanti titoli che possono essere rivolti a Dio e a Gesù Cristo, ai quali soltanto è dovuta l'adorazione. E tutto questo viene giustificato col fare delle distinzioni (latria - dulia - iperdulia), le quali però lasciano intatte le cose: l'idolatria permane.

Cattolico. I vari titoli che si danno alla Madonna sono ben chiari nella fede e nella mente dei fedeli cattolici. Non c'è nessuna confusione nel cristiano che dice a Maria madre mia, fiducia mia e a Gesù “Io t'amo e confido in Te”.
Noi sappiamo bene che la Madre di Gesù, nonostante la sua altissima dignità è sempre una donna creata da Dio e alla quale spetta un culto di venerazione, di onore, e non di adorazione che si dà solo a Dio, solo e sempre nei riguardi delle Tre Divine Persone della SS. Trinità.

Non cattolico. Nella terza sessione del Conc. Vat. II, il Vescovo S. Mendez Arceo, parlando a nome di 40 vescovi latino-americani, presentò una serie di 12 argomenti contro l'inclusione del titolo “Madre della Chiesa". Ciononostante il titolo è stato proclamato solennemente dal papa Paolo VI.

Cattolico. Guardando le votazioni dei vari documenti conciliari, si osserva che nessuno di essi ha avuto la completezza dei voti. Per i voti contrari si va dal 2 al 164. Quelli contrari che danno all'occhio sono i 164 sui “Mezzi di comunicazione sociale" (Inter mirifica), e gli 88 sulle “Religioni non cristiane" (Nostra aetate). L’uno e l'altro documento sono stati approvati, il primo con 1960 ed il secondo con 2221 voti favorevoli. Non mi sembra che sia da scandalizzarsi se il Papa e tutta l'Assemblea conciliare, costituita da oltre 2000 persone, non abbiano bloccato il titolo di "Madre della Chiesa” per le opposizioni di 41 membri contrari.

Non cattolico. La Chiesa cattolica insegna ad invocare la Madre di Gesù “Ave Maria, gratia plena”, cioè “Ti saluto, o Maria, piena di grazia” favorendo così l'equivoco che Maria sia dispensatrice di Grazie. Invece l'Angelo aveva detto: "Salve, o tu, a cui è stata fatta grazia” (Lc 1,28, testo greco originale). E per bene escludere che si potesse interpretare diversamente, lo stesso Angelo ha aggiunto: “Non temere, Maria, perchè tu hai trovato grazia davanti a Dio".
S. Ambrogio così commenta questo passo: "Nessuno distolga verso la Vergine Maria questa parola! Maria era il tempio di Dio e non il Dio dei tempio. Solo dev'essere adorato Colui che era all'opera nel tempio".

Cattolico. Conosco pochissimo il greco e perciò non sono in grado di confutare quanto obietti. Ma sono sicuro che la traduzione della Bibbia cattolica risponde bene al pensiero di S. Luca. Nella Bibbia interconfessionale troviamo: “Ti saluto, o Maria! Il Signore è con te, Egli ti ha colmata di grazia". Mi sembra che le due espressioni si. equivalgano. Comunque, è da osservare che quando l'Angelo le disse: "Non temere, Maria”, voleva rassicurarla che quanto le diceva era la volontà di Dio. E quando Maria domanda all'Angelo come tutto ciò si sarebbe avverato in Lei che non avrebbe mai conosciuto uomo, l'Angelo la rasserena ancora dicendole che lo Spirito Santo l'avrebbe adombrata con la Sua potenza.
Le parole di S. Ambrogio non contrastano con la grandezza della Madre del Dio fatto Uomo, solo precisano - forse a smorzare qualche zelo indiscreto - la realtà dei fatti che tutti comprendiamo.

Non cattolico. La Bibbia del Cardinale Ferrari, così giustamente annota: "Secondo il testo ebraico il vincitore è uno". Il che non ha impedito che ai bambini delle scuole elementari d'Italia si sia insegnato che chi schiaccerà il capo del demonio (Gen 3, 15) è la Madonna. Che cosa insegna la Bibbia nei riguardi della Madre di Gesù? E' notevole che, all'infuori degli episodi della nascita di Gesù, la Bibbia parli pochissime di Maria e sempre mettendone in evidenza la posizione umile e subordinata, ben diversa da quella che è venuta ad assumere nella Chiesa romana. Infatti:
- Gesù dodicenne esprime il suo stupore perchè i suoi genitori non hanno pensato a cercarlo subito nel Tempio (Lc 2,41-52).
- Le nozze di Cana dove Gesù fa notare a sua madre che non è suo compito di interferire nella missione del Figlio (Gv 2,1-12).
- L’episodio di Maria e degli altri familiari che vanno a cercare Gesù, ritenendolo “fuori di sé” (Mc 3,21). In questa occasione Gesù, dolorosamente colpito nei suoi affetti più cari, esclama: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" (Mc 3,31-35).
- Maria ai piedi della Croce (Gv 19,25-27).
- Maria in preghiera con i discepoli a Gerusalemme dopo l'Ascensione (At 1,14).
- Nel Tempio vi è un episodio che insegna il contrario dell'Ave Maria. Lo troviamo in Luca (11,27-28): "Una donna di tra la moltitudine alzò la voce e gli disse: ‘beato il seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti!’. Ma Gesù non volle che si attribuisse neppure a sua madre una gloria che spetta a Dio solo, e risponde: "Beati piuttosto quelli che odono la parola di Dio e la Osservano".

Cattolico. La Bibbia del card. Ferrari non è diversa da quella della Chiesa. Io ho sempre saputo che chi avrebbe schiacciato il capo al serpente (diavolo) era la stirpe di Lei.
Qualche volta ho inteso dire che qualcuno, leggendo la traduzione della Volgata di S. Girolamo, ha equivocato e cioè ‘ipsa conteret caput tuum’ è stato riferito alla donna e non alla stirpe. Né credo che nelle scuole italiane si sia insegnato l'errore, anche se si può pensare che per l'equivoco suddetto, ci possa essere stata qualche persona che abbia sbagliato. Ma tutti e tutta la Chiesa sa benissimo che è la stirpe della donna, cioè Gesù, che avrebbe schiacciato il capo al serpente.
- Con l'occasione dello smarrimento di Gesù e con le parole che aggiunge S. Luca (2,41-51) possiamo meglio comprendere le virtù di Maria che ascoltando le apparenti dure parole del Figlio le meditava conservandole nel suo cuore e si rendeva sempre più cosciente della sua missione. Le parole di Gesù vogliono rivendicare una libertà che sorprende i suoi genitori. Così fin dal primo incontro col giudaismo e col suo centro religioso, Gesù si dichiara Figlio di Dio e ha coscienza del suo mistero e della sua missione: ecco, praticamente, che cosa Luca vuole affermare in questo racconto. Il credente deve ispirarsi all'atteggiamento di Maria che medita gli avvenimenti di Dio.
Marco (3,21 e 31-35) sottolinea le reazioni opposte che suscita la persona di Gesù: quelle dei parenti che vorrebbero distoglierlo dalla sua missione e le ostilità dei dottori della Legge. Al contrario, la folla che si accalca attorno a Gesù (vv. 32 e 34), costituisce la sua vera famiglia, che non nasce da legami di sangue; sono le primizie della Chiesa, della comunità riunita dalla sola fede in Gesù. Marco insiste sul paradosso: la famiglia secondo la carne si tiene "al di fuori", mentre la parentela secondo la fede fa cerchio "attorno a Lui". Questo è il pensiero che Marco ci porge. E noi sappiamo che Maria, fra tutti, ha il primo posto nella fede.
- Nella vita pubblica di Gesù, la Madre sua appare distintamente, fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, ottenne con la sua intercessione, che Gesù desse inizio ai miracoli. Così la Vergine SS. avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (Gv 19,25) soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al Sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da Lei generata. Finalmente, dallo stesso Gesù morente fu data quale madre ai discepoli.
- In Lc 11,27-28, noi troviamo una importante affermazione di Gesù: la felicità del Regno di Dio è aperta a tutti coloro che accolgono la parola di Gesù. E' un avvertimento a quelli che la rifiutano. Cosi dunque la vera grandezza di Maria è quella di avere ascoltato il messaggio di Gesù e di averlo osservato.
- E' lo stesso Luca negli Atti (1,14) ci fa notare che Maria, con le sue preghiere, aiutò le primizie della Chiesa, facendone sempre meglio risaltare la sua materna missione affidatale da Gesù morente sulla croce.
Come vedi, in qualche maniera, ho dato una risposta alle tue obiezioni. Per me è cosa strana il pensare che il non cattolico, in tanti episodi che ci fanno sempre meglio conoscere il ruolo di Maria, egli debba vederci quasi una menomazione della sua personalità. Il Conc. Vat. II (Lumen Gentium, n. 443), esorta caldamente i teologi e i predicatori della parola di Dio, ad astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure dalla grettezza di mente, nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio... Illustrino rettamente gli uffici e i privilegi della Beata Vergine, i quali sempre hanno per fine Cristo, origine di tutta la verità, la santità e la devozione...

Non cattolico. Per quale motivo il culto della Vergine ha preso un tale sviluppo nella Chiesa romana?
- Anzitutto, nel culto a Maria rivive l'esaltazione pagana del principio femminile, come creatore e datore di vita.
- Il culto mariano è l'esaltazione della bellezza, proprio cosi si è espresso il pontefice Paolo VI: “Cos’è che gli uomini, e soprattutto i giovani, ricercano nella vita? Essi ricorrono alla bellezza. Maria è per l'appunto l'apice della bellezza".
- Inoltre, nel culto della Madonna rivive in modo concreto il culto di Iside “che tutto vede e tutto può, stella del mare, donatrice di legge e redentrice". Era la donna divinizzata. La si rappresentava col figlioletto Horus tra le braccia. Quando i primi cristiani giunsero tra i Druidi, trovarono che essi onoravano la statua in legno di una donna, rappresentante la fecondità. I missionari dimostrarono ai Druidi che questa divinità non era che, la Vergine Maria, da loro adorata profeticamente.

Cattolico. Il primo comandamento è quello di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, tutte le proprie forze; il secondo, dice Gesù, è simile al primo e consiste nell'amare il prossimo come se stessi. A Dio e a Lui solo dobbiamo, quindi, il culto supremo della nostra adorazione; e il tributarlo a creature sarebbe peccato di idolatria. I non cattolici condannano il culto alla Vergine SS, e ai Santi. Ma questo è un errore grossolano che nasce dalla voglia che hanno di condannare e disprezzare tutto ciò che è proprio della religione cattolica. Ho già detto diverse volte che il culto di adorazione, dovuto al solo Dio, non esclude un culto inferiore e subordinato col quale noi onoriamo la Vergine SS., gli Angeli e i Santi come amici di Dio.
Un re non si offende se sono onorati i suoi ministri, perchè l'onore reso a questi è diretto alla sua persona. E' chiaro che l'onore reso alla Madre di Gesù e ai Santi, si riferisce a Dio stesso, perchè onorando i Santi, li onoriamo in ordine a Lui, cioè come creature a Lui care, nelle quali fa risplendere le ricchezze della sua potenza, liberalità e misericordia. Ce ne fa fede la S. Scrittura: Abramo, Lot, Giosuè si prostrarono riverenti agli Angeli del Signore (nel capitolo IMMAGINI – SANTI – PROSTRAZIONI puoi leggere le varie prostrazioni fatte da uomini ad altri uomini in senso di onore, venerazione). Nel Siracide (44,1 e ss.) potrai leggere le lodi date "agli uomini gloriosi, come Mosè, David, Giosuè: la loro sapienza è celebrata dai popoli e le loro lodi sono ripetute nelle sacre adunanze".
La Chiesa cattolica fu sempre profondamente convinta della giustizia ed efficacia di questo culto. Fin dal II e III sec., essa commemorò il giorno in cui i santi martiri volarono al Cielo, come ce ne fanno fede Origene, Tertulliano, S. Cipriano ed altri.
Dopo tutto quello che ho detto sulla Vergine SS., Madre del Dio fatto Uomo, mi sembra un dovere tributarle un culto che sia di grande venerazione e affetto. L'uomo sente naturalmente un bisogno di onorare la memoria di quelle persone che si distinsero per scienza e virtù. Cosa ci dicono le feste e i monumenti eretti a ricordare la memoria di grandi scienziati, di valorosi guerrieri, ecc., che resero illustri servizi alla loro patria? Ora, se è doveroso onorare la memoria di illustri uomini, perchè non sarà altrettanto doveroso onorare la memoria di coloro che si distinsero per le loro virtù? Dove trovare benefattori dell'umanità che possano reggere al paragone degli Apostoli, dei martiri...? Quale benefattore dell'umanità si può paragonare a un S. Francesco d'Assisi, a un S. Antonio da Padova, ecc.? Ben a ragione, quindi, la Chiesa, fin dai tempi apostolici ha tributato alla Madre di Gesù ed ai Santi un culto religioso con l'innalzare Chiese e celebrare feste in loro onore.
Il culto della SS. Vergine e dei Santi ci è sommamente utile, perchè ci procura la loro intercessione. Chi può enumerare le grazie segnalatissime che si sono ottenute e si ottengono per la loro mediazione subordinata?
Un missionario del Kenya, il P. Gabriele Perlo, raccontava questo episodio: "Un catechista della sua Missione, venuto a disputare con alcuni compagni aderenti al protestantesimo, fu subito affrontato da questi sul terreno della devozione alla Madonna.
Gli dissero:
- Perchè voi cattolici pregate la Madonna? Forse che Dio non è bastante a darci tutte le grazie di cui abbiamo bisogno? Non è un'ingiuria che fate a Dio?
Il catechista rispose:
- Dimmi un pò, amico mio: quando tu, un mese fa eri a Nairobi (Kenya) alla scuola del protestante, mi scrivesti una lettera, ti ricordi?
- Me ne ricordo benissimo: e con questo?
- Aspetta. Quella lettera la terminavi con queste parole: “Prega per me il Signore Nostro Gesù Cristo". E' vero?
- Verissimo: sono solito terminare cosi tutte le lettere.
-Bene: eccoti caduto in una marchiana contraddizione.
- Come? Come? Ti dicevo forse di pregare per me la Madre di Gesù?
- No, la contraddizione sta qui: che tu ti raccomandi alle mie preghiere, e poi ti ridi di noi che ci raccomandiamo alle preghiere della Madre di Dio: tu stesso sei solito dire agli uomini “pregate per me", e poi ridi di noi che diciamo alla Madonna, la quale è più buona e più potente degli uomini, "prega per noi"; tu credi che gli uomini possano aiutarti con le loro preghiere presso il trono di Gesù Cristo, e poi ti ridi di noi che crediamo che Maria SS. possa aiutarci ugualmente con le sue preghiere? Hai capito?
L'amico aveva capito troppo bene e tacque”.
In questo piccolo episodio è la confutazione, più chiara ed esauriente dell'accusa di superstizione che alcuni fanno al nostro culto della Madonna e dei Santi, e s'inchiude implicitamente la ragione precipua della fiducia e della devozione che noi professiamo verso di loro (Dal “Catechismo agli Adulti”, B. Castegnaro, Ed. G. Galla, Vicenza, 3° Vol., pp. 128-29). Detto questo, cadono, tutte le altre obiezioni che hai fatto: il culto mariano è l'esaltazione pagana dei principio femminile... della bellezza ... della riviviscenza del culto di Iside. La cosa più strana è che il non cattolico ha il coraggio di dire tante cose contro il culto della Madonna e dei Santi, come se questi fossero nemici di Dio. Ma non è lo stesso Gesù che dice “se uno mi serve il Padre mio lo onorerà" ? (cf Gv 12,26). La Madonna non è l'Ancella del Signore? E i Santi non hanno tutti servito N. S. Gesù Cristo? E se il Padre li onorerà, quanto più dobbiamo onorarli noi?”.
In conclusione possiamo rispondere: il Culto alla Madonna ha avuto tanto successo e ne continuerà ad avere, perchè è Dio stesso che ha stabilito cosi, e la stessa umile Ancella del Signore, ispirata dallo Spirito Santo, nel magnificare Iddio per tutte le grandi cose operate in Lei, ha predetto che “tutte le generazioni mi chiameranno beata!"

Non cattolico. Un altro motivo dello sviluppo del culto mariano nella Chiesa romana è da ricercarsi nelle eresie che negavano la divinità di Gesù. Per combattere queste eresie la Chiesa ha messo l'accento sulla divinità di Gesù, e questo ha naturalmente portato a divinizzare anche la Madre di Gesù.

Cattolico. Mi pare che rispondendo ancora a tutte queste tue obiezioni il nostro dialogo, piuttosto polemico, ha assunto proporzioni troppo prolisse e mi costringe a tante ripetizioni. In poche parole, perciò, ti dirò: che la Madonna, pur essendo la Madre del Dio fatto Uomo, resta sempre l'Ancella del Signore. Certo i suoi rapporti con le Tre Persone della SS. Trinità sono qualche cosa di sublime e che, come hanno detto alcuni Santi, hanno qualche cosa che tocca l'Infinito. Sembra che la migliore descrizione della Madonna ce l'abbia data Dante: “umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio".
Non cattolico. Soprattutto col culto della Madonna, pare che l'uomo voglia dire a Dio: “Tu, per agire avevi bisogno di noi. Non è dunque vero che l'umanità sia perduta senza rimedio, se è stata capace di esprimere un essere così perfetto come la Regina del Cielo, la Madonna".
Cattolico. Perdonami, ma io ti vorrei chiedere, scusa perché la tua obiezione, è cosi fuori la realtà biblica ed ecclesiale che non mi sento di darti una, risposta. Sono cose queste che le può pensare soltanto chi ha la testa piena di pregiudizi e, perciò, non riesce a vedere le realtà più evidenti.

Non cattolico. In ultimo voglio dirti che la dottrina della Chiesa romana riguardo a Maria costituisce l'ostacolo fondamentale per la riunione della Cristianità. Come giustamente. si esprime il prof. V. Subilia: “I Protestanti spesso considerano la mariologia come un'appendice strana e poco interessante della fede cattolica, una specie di superstizione popolare tollerata ufficialmente o totalmente dalle illuminate sfere dirigenti e legata in particolare alle regioni meridionali, comunque un elemento marginale e non essenziale su cui non è il caso di fermarsi troppo e che sarà spazzato via man mano che l'influenza dei progressisti si verrà affermando. Questo atteggiamento è indicativo di una incomprensione fondamentale del Cattolicesimo... Bisogna rendersi conto che la mariologia è connessa con l'essenza del Cattolicesimo, è l'espressione del. Cattolicesimo" (V. Subilia, La nuova cattolicità dei Cattolicesimo, Torino, Ed. Claudiana, 1967, p. 67). E perciò l'evangelico che “sa in chi ha creduto" (2 Tm1,12) dichiara beata la Madre di Gesù, ma sa che fuori di Gesù Cristo “non c'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati” (At 4,12).

Cattolico. Non ti nascondo che sentendo tutte le obiezioni dei protestanti e specialmente quelle del prof. Subilia, chi crede fermamente in Dio e alla Sua divina Parola, resta per lo meno scioccato. Sembra che tutte le proteste partano da menti e cuori avversi a Dio, a Cristo, alla Parola divina. Credo che dopo tutto quello che ho detto si possa capire bene, da chiunque sia ragionevole, obiettivo e sensato, che mai la Chiesa ha detto o scritto o pensato che Gesù non sia l'unico, indispensabile, necessario Mediatore, Salvatore e Redentore. Il non capire la posizione secondaria e subordinata della Madonna e dei Santi - che, come ho più volte detto, è voluta da Dio - mi sembra semplicemente effetto di un accecamento proveniente da quella avversione viscerale che viene inculcata nello indottrinamento ai seguaci di quelli che “sanno in chi hanno creduto". Io so di credere e di voler sempre credere in Dio, alla Sua Parola, e alla Chiesa fondata da Gesù Cristo. Invece i non cattolici sanno bene che hanno rifiutato l'autorità Papale, la Chiesa e, quindi, anche Cristo. Perché Cristo, la Chiesa ed il Papa formano un'unica Verità (San Francesco di Sales, dottore della Chiesa), "Ubi Christus ibi Ecclesia" (S. Ambrogio). Perciò il prof. Sibilia, tu che obietti e tanti altri sapete bene di aver creduto non a Cristo, ma a Lutero, a Calvino, a P. Valdo, ecc., e perciò rigettate la grandezza e la potenza supplice della Madre del Dio fatto Uomo. Però è da dire, per grazia di Dio, che vi sono anche tra i fratelli separati di quelli che tributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatore. Nel culto alla Vergine SS. e a molti Santi si distinguono particolarmente gli Orientali.
Ogni salutare influsso della Beata Vergine verso gli uomini, non nasce da una necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di Lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l'immediato contatto dei credenti con Cristo, anzi lo facilita (L.G., 434).
E ora voglio ancora dirti che il Conc. Vat. II, al cap. VIII, ci fa notare che Maria è la figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri (L.G., 427).
I Libri del V. e del N. Testamento e la veneranda Tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della Madre del Salvatore nella economia della salvezza e ce la mettono quasi davanti agli occhi... (L.G., 429).
Anche per il culto dei Santi, ricordiamo che ogni nostra vera attestazione di amore fatta ad essi, per sua natura tende e termina In Cristo che è “la corona di tutti i santi" e per Lui a Dio, che è mirabile nel suoi santi e in essi glorificato (cf 2Tes 1,10).
Il Conc. Vat. II, nel cap. VIII della Cost. Lumen Gentium, ha fornito - come ho già detto altrove - il più ampio e più ricco documento conciliare mariano della storia bimillenaria della Chiesa, ispirandosi ad una mariologia ecclesiotipa e biblica. E tutto ciò per facilitare il dialogo ecumenico che trovava nella mariologia preconciliare il suo più
grande ostacolo (cf Enc. della Bibbia, Ed. LDC, Torino, Leumann, Vol. IV, p. 973).
Per quanto riguarda il culto di Iside tra i Druidi, mi dispiace di non poterti indicare, perchè non lo ricordo, dove ho letto quanto ti riferisco brevemente. Tutti sappiamo che i primi undici capitoli della Genesi sono preistoria biblica, il riassunto di tutta una tradizione, principalmente orale, di tutti i secoli precedenti. Gli studiosi ritengono che molte notizie della preistoria biblica siano diventate oggetto di conoscenza di molti popoli. Studiando la storia dei popoli antichi si è scoperto che essi avevano tutti il senso di una colpa commessa dall'uomo dopo la creazione, e tutti aspettavano un Salvatore. Infatti vi è una canzone molto ripetuta che dice: “tutta la storia l'aspettava, il nostro Salvatore...".
In questa storia, da me letta molti anni fa, mi ha colpito molto il fatto che tanto nel Messico, come tra i Druidi, si è scoperto che il popolo aveva dedicato della statue "alla Vergine paritura" , ossia a Colei che avrebbe dovuto partorire verginalmente il Salvatore. A questo punto bisogna supporre, necessariamente, che questi popoli antichi avessero avuto notizie di quanto ci riferisce il cap. 3,15 della Genesi e forse anche qualche cosa dei profeti Isaia (7,14) e Michea (5,1).
Ora tutto questo, se è vero, come ci dicono gli storici, è meraviglioso e ci fa capire come Iddio dirige tutta la storia umana con giustizia, bontà e sapienza infinita.
Voglio concludere col farti una domanda alla quale non credo che tu sia in grado di darmi una precisa risposta. Me la ispiri tu stesso e il prof. Subilia, quando fate presente che la Mariologia costituisce l'ostacolo più grave per l'unità dei Cristiani. Allora ti domando: Ammettiamo che la Chiesa cattolica riduca il ruolo e la figura di Maria allo stesso livello dei protestanti, tu, il prof. Subilia e tutti i protestanti sareste disposti ad accettare tutte le altre Verità bibliche (es. il papato, l'unica Chiesa fondata da Cristo, i Sacramenti, ecc.) che oggi rifiutate con le stesse ragioni con le quali rifiutate la mariologia? Sappi che l'unità dei Cristiani si attuerà soltanto quando tutti aderiranno veramente, sinceramente e profondamente alla Parola di Dio e a tutto quello che ci insegna e ci dice Cristo.
E' una Illusione pensare che la Chiesa cattolica per realizzare l'unità dei Cristiani possa, un giorno, magari seguendo i progressisti, rinunciare a Cristo ed a tutte le Sue Verità cosi chiaramente e solennemente proclamate e che Il Nuovo Testamento fedelmente ci ha trasmesse.
Il Signore vi dia pace.


Fra Tommaso Maria di Gesù
(fine dell'argomento “La Madonna contestata")

BIBLIOGRAFIA

1. “Enciclopedia Cattolica".
2. "Enciclopedia della Bibbia", Ediz. Elle Di Ci, Torino, Vol. IV.
3. "Documenti del Concilio Vaticano II.
4. "Fede e vita cristiana" di P. Mariano da Torino.
5. “Catechismo agli adulti”, di B. Castegnaro, Ed. Giovanni Galla, Vicenza, 3° Volume.

Edited by Domenico-89 - 20/6/2016, 16:09
 
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