Amiamo Dio con Gesù e Maria

Raimond Diocré

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view post Posted on 28/9/2020, 02:17
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Domenico-89

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Raimond Diocré


Ed ecco un altro fatto sconvolgente, avvenuto alla presenza di migliaia di testimoni ed esaminato in tutti i particolari dai dottissimi Bollandisti. Era morto a Parigi il professore della Sorbona, Raimond Diocré. Nella Chiesa di Nòtre Dame si svolgevano i solenni funerali.
Oltre a molti semplici fedeli, vi parteciparono numerosi professori e discepoli del defunto.
La salma era collocata nel mezzo della navata centrale, coperta, secondo l'uso di quel tempo, da un semplice velo.
Cominciate le esequie, allorché il sacerdote disse le parole del rito: "Rispondimi: quante iniquità e peccati hai...?", si udì una voce sepolcrale uscire da sotto il velo funebre: "Per giusto giudizio di Dio sono stato accusato!".
Fu tolto subito il drappo mortuario, ma si trovò il defunto immobile e freddo.
La funzione, improvvisamente interrotta, fu subito ripresa fra il turbamento generale.
Poco dopo, il cadavere si alzò davanti a tutti e gridò con voce ancora più forte di prima: "Per giusto giudizio di
Dio sono stato giudicato!".
Lo spavento dei presenti giunse al colmo.
Alcuni medici si avvicinarono al defunto, ripiombato nella sua immobilità, e constatarono che era veramente morto. Non si ebbe però il coraggio, per quel giorno, di continuare il funerale e si rimandò al domani.
Intanto, le autorità ecclesiastiche non sapevano che cosa decidere. Alcuni dicevano: "E' dannato; non è degno delle preghiere della Chiesa!".
Altri osservavano: "Non si può essere sicuri che Diocré sia dannato!
Ha detto di essere stato accusato e giudicato, ma non condannato".
Anche il Vescovo fu di questo parere. II giorno seguente fu ripetuto l'ufficio funebre, ma giunti alla stessa frase prevista dal rito, “Rispondimi...”, il cadavere si alzò nuovamente da sotto il velo funebre e gridò: "Per giusto giudizio di Dio sono stato condannato all'inferno per sempre!".
Davanti a questa terribile testimonianza, cessarono i funerali e si decise di non seppellire il cadavere nel cimitero comune.
Il prodigio era evidentissimo e molti si convertirono.
Tra i presenti c'era un certo Bruno, discepolo e ammiratore del Diocré; era già un buon cristiano, ma in quell'occasione prese la ferma decisione di lasciare le attrattive del mondo e di darsi alla penitenza.
Altri seguirono il suo esempio.
Bruno fondò l'Ordine eremitico dei Certosini. In seguito morì da Santo. Chi va oggi a Serra San Bruno, in Calabria, può visitare il monastero fatto costruire
dal Santo, ove sono sepolti, tra gli altri, non pochi uomini illustri che hanno lasciato tutto per dedicarsi interamente alla preghiera, al lavoro, all'aspra penitenza e al più rigoroso silenzio.
II mondo potrà giudicare pazzi costoro, ma in realtà sono sapienti; seguendo le orme del fondatore, al pensiero dell'inferno, infatti, perseverano nella vita di mortificazione per guadagnarsi il Paradiso.
 
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